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HENRY ADAMS

Era uscita dall'auto restando impassibile, aveva assunto un espressione soddisfatta.

Il ristorante dove aveva incontrato Henry la aspettava seduto al tavolo, con aria soddisfatta. Era estasiato dalla bellezza della bionda, non faceva altro che pensarla.

Era come una tossica ossessione per lui, non ne sapeva niente di lei.

Proprio perchè non gli interessava sapere niente.

Gli piaceva la sua presenza, non solo perchè era piacevole osservarla, era una bellissima ragazza, era piacevole la sua compagnia.

"Scusami per il ritardo"

"Tranquilla - sorrise gentilmente - Mi sono già permesso di ordinare. Spero non ti causi alcun problema"
"Va benissimo. Infondo avrei consultato il menù per ore, realizzando di essere la persona più indecisa del mondo e chiedere la tua opinione"
"Faccio spesso così anche io. Mio padre mi prendeva in giro spesso per questa cosa, lamentandosi di come sarei stato indeciso anche in futuro su faccende più importanti"
"Chiaramente si sbagliava"

"Direi di si. Mi ricordo quella volta all'università. Ero indeciso sui corsi da frequentare.

Alla fine mi sono laureato in più materie: medicina, ingegneria meccanica, fisica, chimica"

"Davvero?"
"Anche io mi sono laureata in Medicina. Non ho voluto approfondire con la specializzazione, ho seguito corsi di chimica e ingegneria meccanica, così per puro sfizio. Ma  la laurea principale è in ingegneria informatica"

"Brillante. Deve essere qualcosa di molto difficile"
"Beh, può essere dannatamente complicata, infondo è una sorta di indovinello e rompicapo con cui ti torturi giornalmente"
"Metterti alla prova. Ecco cosa credo che sia fondamentale"

"Molte le cose le faccio per provare la mia bravura. Non agli altri, esclusivamente a me stessa.  Le rendo pressoché una sfida personale. Come per esempio lo sport"
"Golf?"
"Oh, sono team tennis, mi dispiace" disse prendendolo in giro.

Aveva continuato ad osservare come il biondo continuava a passare nervosamente la mano tra i capelli.

Avevano assaggiato uno squisito dolce e nel frattempo finito la seconda bottiglia di vino.

"Quindi quanti anni hai?"
"Trenta" lasciò velocemente scorrere dalla bocca quel suono angosciato, come se si considerasse vecchio.

Elena notandolo rise, mentre lui fece lo stesso imbarazzato.

"Non ti preoccupare preferisco i ragazzi più grandi"

La bionda si spostò verso di lui con in busto, osservando con i grandi occhi azzurri quelli verdi del moro.

"Che stai facendo?"
"Sto cercando di leggerti la mente"
"Per favore, non farlo" disse abbassando lo sguardo e giocherellano con il bicchiere.

"Ti preoccupi che non mi piaccia quello che pensi?"
Henry portò velocemente la bocca al calice, prendendo una grande sorso e alzando gli occhi al cielo, come se la risposta fosse ovvia.

"Qualcosa del genere" rispose abbassando il calice e riponendolo alla sua sinistra.

"Brindiamo a Henry, il pensatore"
"Non sono così pensieroso"
"Hey, non ti preoccupare. Non è un problema ammettere che hai una ossessione per me. Penso dovremmo uscire di qui... sta cominciando ad essere noioso"

Henry si guardò intorno furtivamente, stava soltanto pensando a come fosse carina così espansiva .

"Dovremmo?"

"Certo" sorrise nuovamente guardando il tavolo per poi alzarsi velocemente.

In quel momento si trovavano ad attraversare la Senna su una delle tante auto che il biondo possedeva, la ragazza era invasa dal vento che le portava indietro i capelli.

Elena sorrideva come una pazza, si divertiva.

IMPOSSIBLE- eggsy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora