Prologo

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❄️

ALASKA

«Alaska» una voce arrivava ovatta alle mie orecchie.

«Mhh» mugulai aprendo lentamente gli occhi e girandomi verso la figura che mi stava scuotendo leggermente le spalle.
«Che succede?» Chiesi alzando il mio busto.

«Dobbiamo partire»

*

E questa è stata la mia vita diciamo da 6 anni a questa parte.
Ogni notte andavo a dormire con il terrore di svegliarmi il giorno dopo e ritrovarmi mia madre ai piedi del letto.
Perchè se così fosse stato,allora significava solo una cosa...era tempo di andare via.

In 19 anni ho viaggiato davvero tanto,
a partire dall'Italia,il primo luogo in cui io abbia messo piede ad aver visitato.
E dio... credo di non aver mai mangiato così bene in vita mia.

Poi però il fatidico giorno di abbandonarla arrivò e quindi senza neppure accorgermene mi ritrovai su un volo diretto per il Canada,successivamente Barcellona,Parigi e così via.
La vita di una fuggitiva insomma.

E tutto grazie a lui,Jhon.
Colui che sulla carta dovrebbe essere mio padre,ma che nella realtà neppure esiste.

Avevo letteralmente perso le speranze.
Ormai il desiderio di tornare nelle mia amata
New York, era lontano anni luce.
O almeno così credevo...

*

«che stai facendo?» chiesi brusca vedendo mia madre entrare nella "mia" stanza e prendere la valigia.
«scordatelo sono stanca,non andrò da nessuna parte questa volta» mi alzai di scatto bloccandole freddamente il polso.

«fammi mettere queste cose in valigia Alaska»
Parlò mantenendo uno sguardo basso.

Respirai profondamente.
«no.» dissi chiara.

Finalmente sollevò lo sguardo su di me incastrando i suoi occhi color nocciola con i miei.

«torniamo a New York» dice quasi in un sussurro.

*

Tante sono le domande che mi girano per la testa.
Perchè possiamo tornare adesso?
Siamo al sicuro?
Siamo mai state realmente in pericolo?
Ad interrompere i miei pensieri è proprio lei,mia madre.

«senti Alaska la nostra canzone preferita!»
Tolse una mano dal volante,e alzò il volume della radio, «O-o-ophilia!» iniziò a canticchiare.

Non potei far a meno di guardare questa visione con un sorrisetto sul volto

Lei era stata l'unica persona che nonostante tutto era rimasta al mio fianco.
Ed io odiavo doverle mentire.
Ma in fin dei conti nessuno vorrebbe una figlia come me, che negli anni ha preso gli stessi giri del padre.

Perchè dovete sapere che in ogni città in cui ci trasferivamo,stranamente,mi ritrovavo in mezzo ad una gara clandestina,o in giri poco consoni
alla legge.
E se posso dirla tutta,non me la cavavo affatto male...ma di questa storia forse è meglio non parlarne ora.

Rigirai lo sguardo verso mia madre,intenta ancora a cantare a squarciagola,ricevendo però da parte mia un silenzio assordante.

Anni fa quando c'era ancora mio padre non parlavo mai,neanche a scuola conoscevano il mio timbro di voce.
In casa mia erano addirittura vietate le coccole o qualsiasi dimostrazione d'affetto.
Le poche volte in cui la mia voce usciva fuori era per difendere qualcuno.
Non so se soffrissi di mutismo selettivo o meno,ma di una cosa ero certa,ero una bambina che aveva grossi problemi a relazionarsi.
A eccezione di uno.
Lui...Jamie.
Senza dubbio,il mio punto debole.

Chissà come sta adesso.

«Alaska» mi chiamò mia madre.
«siamo a casa»

*

Amici eccoci qui! ❄️
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