Giorno 6

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*Law pov*

Law: "Un festival?"

Luffy: "Sì, ce ne sarà uno qui in città, ci andiamo?"

Law: "E perché no?"

Luffy: "Grazie Law"

Mi diede un bacino sulla guancia, era il massimo a cui eravamo arrivati, ma un giorno sarei riuscito a dargli un bacio in bocca, avevo solo bisogno di tempo.

Ci preparammo, io avevo un normalissimo kimono nero e grigio. I miei capelli erano troppo corti per fare acconciature. Quando Luffy uscì, invece, sembrava di vedere un pappagallo.

Aveva un kimono rosso, il sotto nero, la cintura verde e blu, aveva anche un codino in testa. Sorrisi, ero fiero di essere io il suo fidanzato. Il mio l'avevamo preso insieme, invece lui ce l'aveva già il suo, ho provato a chiedergli come avesse già un kimono, ma lui cambiava sempre argomento e la conversazione finiva lì.

Al festival c'era un sacco di gente, prima non mi interessava molto se ci vedevano mano nella mano, ma adesso che avevo riconosciuto i miei sentimenti morivo di imbarazzo. Invece Luffy sembrava completamente a suo agio.

Per prima cosa prendemmo un sacco di dango, o per meglio dire, Luffy ne prese un sacco. Io mi chiedevo da dove prendesse tutti quei soldi, riusciva a pagare l'affitto, i vestiti, gli oggetti per la casa e tutto il cibo, per me e per lui. Qualche volta ero convinto che avesse rapinato una banca.

Poi andammo nei vari banchetti. In questo banchetto lo scopo era tirare una corda, ogni corda aveva un premio, il più bello era un telefono. Volevo prendere quello per poi darlo a Luffy, che era da un'altra parte, per fargli una sorpresa, ma riuscì a prendere solo un orsacchiotto di peluche abbastanza piccolo per di più. Mi vergognavo di essere riuscito a prendere solo quell' orsacchiotto. Quando glielo diedi lo guardavo fissamente in faccia, volevo imprimermi la sua faccia di disgusto per non essere riuscito a prendere il telefono. Invece lui appena vide l'orsetto gli saltò addosso, lo prese e fece un giro su stesso mentre lo teneva stretto a se. 

Continuammo il cammino, ci fermammo davanti a un altro banchetto di vincita premi, stavolta dovevi colpire il bersaglio desiderato e farlo cadere. Io non ci provai, ma Luffy sì. Al primo colpo prese una bellissimo robot giocattolo, molto più bello dell'orso. Lui lo tenne in mano come se niente fosse. In realtà tutti lo stavamo guardando con stupore, era riuscito a prendere il premio più bello con un colpo solo e con gli occhi chiusi, diceva che lo faceva concentrare... MA COME SI FA A COLPIRE CON QUELLA PRECISIONE CON GLI OCCHI CHIUSI?! Chissà quante altre cose sapeva fare...

Ci fermammo a fare una pausa poco fuori dal festival, lì c'era un bambino con la sua famiglia, stava piangendo perché era caduto e si era fatto male, i genitori cercavano di calmarlo ma senza successo. Io volevo continuare il giro e fregarmene altamente, ma Luffy non la pensava come me. Si avvicino alla famiglia,  io gli stavo accanto. Tipo guardia del corpo. Anche perché non sopportavo i bambini e non volevo che mi chiedessero aiuto. Si vede che lo capirono dal mio sguardo e fecero finta che io non ci fossi.

Luffy: "Posso provare a calmare il bambino?"

La famiglia e tutte le altre persone stanche del pianto lo guardarono con gratitudine. Lui si accovacciò davanti al bambino. Gli mostro il robot e l'orsacchiotto. Iniziò a raccontare una storia,  e con i due giochi e quello che aveva faceva le immagini.

Luffy: "C'era una volta un robot, questo robot aveva sofferto molto, quindi sembrava molto freddo, in realtà era la persona più brava e più simpatica del mondo. Quando si faceva male si rialzava subito, pronto a combattere. Un giorno questo robot, che era molto solitario, conobbe un orsacchiotto, anche questo orsacchiotto aveva sofferto molto, ma nessuno lo aiutava. Lui sorrideva sempre per non far preoccupare gli altri, quindi nessuno gli chiedeva come stava, perché lo vedevano sempre sorridente. Loro fecero amicizia, divennero subito migliori amici. Però un giorno l'orsacchiotto se ne andò, perché aveva paura di far del male al robot, per colpa del suo passato. Il robot non ne voleva sapere, avrebbe rischiato la morte per il suo amico, allora..."

Non solo il bambino aveva smesso di piangere, ma tutte le persone che passavano si fermavano e iniziavano ad ascoltare anche loro la storia, i venditori non urlavano più le loro merci, ascoltavano attentamente la storia. Luffy continuò la storia del robot che faceva mille peripezie per far tornare a casa l'amico. Io non ascoltavo, nessuno aveva capito la il doppio senso della storia, a parte me. Il robot ero io e l'orsacchiotto era lui, quindi aveva intenzione di andarsene? Quello che era successo fra noi non contava più niente per lui? Erano tutte belle parole e basta? Finito il racconto tutti applaudirono, ci regalarono un sacco di cose e chiesero a Luffy di raccontare altre storie, lui continuo a raccontare fino a tardi.

Finalmente ci avevano lasciato andare.

Law: "Nella prima storia, eravamo noi, vero?"

Luffy: "Sì"

Law: "Quindi tu hai intenzione di andare via?"

L'avevo detto tutto d'un fiato. Luffy mi guardò stupito, poi rise.

Luffy: "Shishishi, nono. È questo quello che hai capito? Sei proprio idiota. Come facevo a far continuare la storia senza un piccolo dramma. Shishishishi"

Fino a casa continuò a burlarsi di me, per stavolta avrei lasciato passare. Forse aveva ragione, stavo diventando troppo attento ai dettagli, ma non volevo che qualcosa rovinasse tutto, per questo ero così attento. Arrivati a casa lui si addormentò immediatamente, con l'orsacchiotto fra le braccia e il robot sul comodino.


ANGOLO AUTRICE

L'idea è presa da un episodio di Komi can't communicate. 

Questi sono i Dango:

(Sembrano appetitosi

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(Sembrano appetitosi...)

15 giorni (Lawlu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora