Primo Capitolo

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Sono seduta ormai da ore nella sala d'attesa di un ospedale. Non so il nome dell'edificio, ne come effettivamente sia giunta qui.

Non so più nulla.

Sbatto le palpebre qualche secondo per abituarmi alle luci di emergenza, terribilmente accecanti.

Sento un fastidioso e pungente odore di disinfettante.

Prendo un respiro e alzo lo sguardo dalle mie mani.

I corridoi sono deserti, eccetto un ragazzo a poche sedie distanti da me.

Avrà si e no la mia età, mi chiedo perché sia qui.

Perché io sia qui.

Mi passo una mano sul viso, decidendo di alzarmi da quelle scomode sedie e sgranchirmi le gambe: devo trovare qualcuno a cui chiedere di mia madre.

"Mi scusi lei è la signorina Connor?"

Mi volto. Un'infermiera sui sessant'anni mi guarda inespressiva, anche se i suoi occhi tradiscono un leggero dispiacere.

Forse le faccio pena ma non mi interessa.

"Si.. Si sono io."

"Venga con me per favore."

Inizia titubante a camminare verso la zona degli uffici, sottintendendo che devo seguirla.

Mi stringo le braccia al busto e inizio a camminare. Mi tengo due o tre passi dietro di lei.

Non so cosa pensare, se devo chiederle qualcosa. O forse so già la risposta ma non voglio ancora la conferma.

Apre davanti a me una porta in mogano, invitandomi ad entrare con lo sguardo.

La supero e mi sento sfiorare la schiena.

"Mi dispiace molto per sua madre."

La sua mano è fredda sulla mia spalla. Mia mamma mi avrebbe accarezzato più dolcemente, come se fossi un vaso di porcellana sul bordo di un mobile, pronto a cadere in mille pezzi.

Forse ora lo sono.

"Signorina Connor? Prego entri"

Un uomo sulla quarantina, brizzolato e con uno sguardo di ghiaccio mi invita a sedermi di fronte la sua scrivania.

Deve essere il suo ufficio e, a giudicare dalla sua espressione, chi entra qui non è mai dei più fortunati.

Annuisco e mi accomodo.

Sento il suo sguardo studiarmi, come se possa avere qualcosa che non va.

Mi stringo di più sulla sedia.

"Vede, quando ha chiamato ieri sera.."

È passato così tanto tempo? Che ore sono?

".. È stata dura. Ma voglio farle sapere che sua madre ha lottato fino all'ultimo, malgrado.."

Non sto ascoltando una singola parola, non voglio. Sono stufa di queste cazzate, ho 19 anni. Dio.

"Senta.. Salti i convenevoli. Dove posso trovare mia madre?"

Lui mi guarda accigliato, forse perché l'ho interrotto; annuisce incerto.

"Capisco. Guardi, non so se in questo momento le conviene vederla, è ancora in sala operatoria e lei è chiaramente sotto shock e io.."

Salto in piedi dalla sedia.

"Cazzo mi faccia vedere mia madre! Chiami una sua impiegata o che.. Io.. Io devo vederla. Ne ho bisogno. Devo vederlo coi miei occhi."

Bloody Lips [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora