Chapter nine.

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Chapter nine.

•Continued Allison's POV•

Ignorai l'arroganza con cui mi aveva liquidata Austin, dirigendomi al bar dell'hotel. Aveva una fame che quasi non ci vedevo più.

-"Buongiorno."-Salutai Kat, con un bacio sulla guancia.

Presi posto accanto a lei, in un tavolo in cui eravamo presenti solo noi. Vidi che aveva ancora gli occhi semichiusi, mentre non smetteva di girare in continuazione il cucchiaio nella sua tazza, ripiena di cappuccino.

Le era sempre piaciuto il cappuccino, era la cosa che amava di più la mattina appena sveglia.

-"Come va in stanza con Tiffany?"-La sua voce ancora impastata dal sonno.
-"Diciamo che ancora devo provare il brivido e l'onore di passare del tempo con lei."-Dissi ironica.-"È tornata poco tempo fa, avvertendomi che se Zach fosse venuto a bussare alla porta della nostra camera, gli avrei dovuto dire che lei si trovava nella doccia."-Continuai, portandomi alle labbra la tazza con del thè caldo.

Vidi le iridi celesti della mia migliore amica ingrandirsi a dismisura.

-"E Zach è venuto?"-
-"Credevi il contrario?"-Roteai gli occhi al cielo.

Continuammo a bere i contenuti liquidi nelle nostre tazze, per poi salire le scale per andare nelle nostre rispettive stanza a prepararci.

-"Quando mi sono svegliata Austin non c'era, chissà se ora è tornato."-Mormorò mentre guardava in basso, i suoi piedi che avanzavano sulle scale lucide della struttura elegante.
-"Non credo che tornerà presto, in camera."-Pensai a voce, probabilmente, troppo alta, vedendo assumere un'espressione confusa sul volto di Kathryn.-"L'ho incontrato mentre stavo venendo, cercava la camera di Kimberly."-Sussurrai con espressione indifferente.

Cambiai immediatamente quando vidi il volto di Kat incupirsi, quasi come deluso.

Mi maledii mentalmente per aver detto ciò, dopotutto sapevo che, infondo, un po' di interessante c'era da parte di Kathryn verso Austin. Probabilmente anche viceversa, ma non avevo la conferma.

Non che avessi la conferma del fatto che Kat era interessata al moro, ma era la mia migliore amica, capivo certe cose.

[...]

-"Signorina Sky."-

Si voltò non appena udì la mia voce chiamarla.

-"Benson."-Sorrise nel vedermi.
-"Vorrei andare a visitare di nuovo la Torre Eiffel, è possibile?"-Chiesi quasi in un sussurro.
-"Certo che è possibile, ma qual è il motivo?"-Corrugò la fronte.
-"Il fatto è che vorrei uscire a prendere un po' d'aria, anche perché restare qui in hotel senza far nulla prima di questa sera, scusate il termine, ma è una palla."-Mi scappò una risata.-"Poi, ho sempre desiderato visitarla e, anche se lo abbiamo fatto ieri tutti insieme, vorrei andarci da sola, per rilassarmi e magari godermi quel momento, godermi la realizzazione del mio sogno: quello di essere in cima alla torre."-Spiegai velocemente, riuscendo a convincerla.

Messo piede fuori l'hotel, mi infilai le cuffie, cliccando la riproduzione casuale di tutti i brani. Partì 'Thinking Out Loud', di Ed Sheeran, uno dei miei cantanti preferiti.

Quella canzone mi rilassava, oltre che in essa erano racchiusi tantissimi momenti che preferivo non ricordare in quel momento.
Che, pur essendo belli da vivere, sprigionavano una malinconia da morire.
Quindi preferii cambiare, ed andare avanti. Capitò un'altra canzone dello stesso cantante: 'Give me love'.

L'aria che si respirava lì, era totalmente diversa da quella respirata abitualmente a Londra.
Era strana, ma piacevole al contempo. In un certo senso mi rilassava.

Replay||a.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora