Chapter Twenty-Eight

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Ad un certo punto della tua vita, hai sempre saputo che saresti morta.

La morte è inevitabile, dopo tutto. Arriva, silenziosa come la notte, ma evidente come il sole. Con la morte, arriva il lutto... Si dice che il lutto non sia la tristezza che provi dopo che perdi qualcuno, ma piuttosto la paura di sapere che, un giorno, anche tu condividerai il suo stesso fato.

Sembra triste e quasi crudele pensare così egoisticamente in un momento in cui dovresti sentirti triste, ma questa è la natura umana... ad un certo punto, si può solo accettare il loro scopo di morire... e senza la morte, non c'è significato.

Sembrerà macabro e triste, ma perchè dovrebbe essere il caso? Perchè la morte deve essere triste e solitaria? Non si dovrebbe celebrare la vita di chi è mancato? Perchè piangere è sempre accettato, quando la vita che ha condotto quella persona ha avuto un significato?

Quando qualcuno muore- non importa chi- se almeno una persona prova la sua mancanza, la loro vita ha significato qualcosa.

Però, perdere qualcosa- perdere qualcuno che è così speciale per noi... ci porterà sempre dolore. Imparare ad abituarsi alla vita, sapendo che quella persona non ci sarà più per aiutarci nel momento del bisogno... è la parte più difficile.

Quando qualcuno muore, è comunemente saputo, per la maggior parte, che andranno in un posto migliore, un posto senza dolore... perciò, gli umani non devono necessariamente sentirsi in colpa per aver superato il lutto... solo che una persona amata li ha lasciati indietro.

Consiste in questo la realtà della vita- un gioco di attesa.

Aspettare di stare con le persone che ami, mentre vivi una vita di cui andrebbero fieri... le vite migliori sono vissute da chi ha imparato a danzare con la pioggia.

Ma in questo momento, la pioggia che cadeva su di te non era gentile... era fredda e crudele- fatta di acido come se volesse distruggere tutto quello che amavi.

Jimin si trovava di fronte a te, i suoi occhi neri erano cubi e impassibili.

I suoi capelli neri erano stati pettinati ordinatamente all'indietro e il suo corpo era adornato da un tuxedo nero, i gemelli di diamante brillavano sotto la luce verdastra che veniva emessa da una fonte sconosciuta.

Ti sentivi nauseata.

Il tuo cuore martellava nel tuo petto, le tue mani tremarono mentre osservasti ancora una volta il salotto fin troppo familiare dell'altro mondo.

Puzzava.

La puzza di carne putrefatta non era mai stata così forte. Non era più coperta dal profumo nauseante e dolce a cui ti eri abituata. I "fratelli" di Jimin si erano messi in riga affianco a lui, anche loro adornati dai loro completi eleganti.

I loro volti gioiosi erano ormai spariti, ora le loro espressioni erano cupe ed affossate. Non sembravano più umani. Le cicatrici ed i punti scorrevano in diverse parti dei loro corpi, i loro occhi neri erano privi di qualsiasi emozione ad eccezione del dolore.

Ti sentivi quasi dispiaciuta per loro.

"Il tuo tempo è scaduto, tesoro."

Spalanchi gli occhi al suono della voce profonda di Jimin.

I suoi occhi erano fissi su di te, brillarono quando si mosse direttamente di fronte al camino, tendendoti la mano.

Scuoti la testa.

"Hai barato." Ribatti. "Non mi hai neanche permesso di guardare. Mi hai gettata all'interno di quelle illusioni prima che potessi-"

"Non ho mai detto che avrei giocato lealmente." Rise. "Il tuo primo errore è stato presumere che lo avrei fatto."

𝐁𝐮𝐭𝐭𝐨𝐧𝐬▶ bts x reader (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora