La nube d'idrogeno stava collassando contro la galassia generando tutta una serie di eventi cosmici di magnifica bellezza. Hiram avvertiva dentro di sé la mente e il corpo di Damasa che fremevano di stupore e gioia incontenibili. Saskia partecipava emanando vibrazioni di tepore e affetto con la sua piccola mente infantile.
Avevano attraversato ormai una buona parte della Raggiera, lo spazio cosmico di quasi cento galassie che l'Impero aveva sottomesso, ed erano riusciti a farlo senza destare l'attenzione di alcuna mente hanar in ascolto.
Lungo il tragitto Hiram aveva potuto constatare come la notizia della ribellione interna degli hanar fosse dilagata tra i vari popoli, generando a volte terribili sconvolgimenti socio-culturali. Percepiva tutto questo come un rumore di fondo. Se avesse voluto avrebbe potuto udire il respiro di un neonato a milioni d'anni luce di distanza, ma questo avrebbe fatto rallentare il loro viaggio. E proprio ciò che non voleva era doversi fermare prima di arrivare a destinazione.
Diede un ordine silenzioso e percepì la propria identità girare attorno alla nube d'idrogeno. Stava per addentrarsi in una zona di spazio profondo quando avvertì la sua presenza.
L'eco del terribile grido che aveva emesso nell'istante in cui Hiram gli era sfuggito vibrava ancora in quella mente ostile. Gli si parò innanzi e lo costrinse a fermarsi.
«Kirh...» mormorò Hiram ritornando nel suo corpo.
L'Imperatore lo fissò sprezzante: «Credevi di poterti nascondere? Non c'è luogo che io non senta come parte di me in questo universo. Sapevo che alla fine ti avrei trovato. Dimmi dov'è la bambina e avrai salva la vita. La vita di un traditore... ma pur sempre vita.»
Hiram rimase in silenzio per alcuni istanti, poi scosse la testa e abbassò lo sguardo: «Non puoi dominare questo potere. Nessuno di noi è in grado di farlo. Per tutto questo tempo non ci siamo mai soffermati a guardare cosa stavamo diventando. Ci siamo proiettati nel futuro disprezzando il nostro passato e dimenticandoci del presente. Abbiamo creato un inferno dentro e tutt'intorno a noi, ma ora tutto questo deve finire. Qualcuno deve dire basta.»
«È questo ciò che vai dicendo in giro, quindi?» replicò Kirh, «Il modo in cui convinci i nostri fratelli a combattersi l'uno contro l'altro! È così che hai scatenato questa guerra civile! Almeno lo sento dire dalla tua voce, finalmente. Te lo devo riconoscere, hai affascinato molti di noi con questo tuo improvviso voltafaccia da penitente e hai saputo sfruttare quanti mi odiano e vogliono esautorarmi. Immagino ti abbiano promesso l'Impero come premio per la tua ribellione! Guardati intorno Hiram,» seguitò con voce alterata, «guardati bene intorno! Sei sospeso nello spazio cosmico a dieci anni luce di distanza dal primo asteroide. Stai fluttuando, indifferente alla pressione, alla mancanza d'aria, alla temperatura. Guardaci! Siamo esseri meravigliosi... non c'è evento cosmico che possa eguagliarci. Non abbiamo bisogno di case, vestiti, città. Non abbiamo bisogno di queste stimolazioni sensoriali. Noi bastiamo a noi stessi. Siamo ciò che l'universo voleva creare dopo tutta una serie di miserevoli fallimenti.»
«Quei "fallimenti" sono vivi e possono amare e soffrire.»
Kirh fece un gesto noncurante: «Nessuno di essi ha la minima importanza nel corso dell'evoluzione. Sono semplicemente delle strade chiuse destinate all'estinzione. Pensaci bene Hiram: con la mia Conoscenza e il tuo controllo sulle leggi dello spazio-tempo potremo creare un nuovo ordine di cose.» Fece una pausa, poi nella sua voce passò un'ombra di calore, qualcosa che somigliava a una supplica. «Dimmi che si è trattato solo di un colpo di testa, amico mio. Dimmi che non mi stai voltando le spalle. Tu conosci i miei pensieri e io conosco i tuoi. So bene che non hai mai tradito la mia fiducia finora, anche quando hanno provato a servirti il trono su un piatto d'argento, tu hai sempre rifiutato. Lo so bene. Qualcosa ti ha sconvolto e il mio brutto carattere ha fatto precipitare la situazione. Torna indietro con me. Torniamo a essere amici come prima. Cercherò di essere più ragionevole.»
Hiram lottò con sé stesso, voleva disperatamente credere che tutto si sarebbe risolto, che il fratello, l'amico che amava, sarebbe rinsavito e che tutti loro avrebbero creato davvero il mondo ideale che sognavano, ma le atrocità che aveva commesso senza il minimo rimpianto, credendosi nel giusto, non glielo permisero, il mostro che era diventato andava fermato. Sentì incrinarsi qualcosa dentro di sé, una parte di lui che moriva. Un dolore lacerante al petto gli fece uscire la voce in un ansito spezzato: «Stai trasformando l'universo in un deserto. Non posso più permetterlo.»
«"Noi" siamo l'universo!»
Hiram trasse un lungo sospiro e replicò con voce straziata: «Hai perso di vista la realtà e io non posso, non voglio più seguirti. Ora lasciami passare.»
«Non lo farò.»
«Non avrai né me, né la bambina e nemmeno il potere che tanto brami. Questo lo sai, vero?»
«È una sfida?»
Hiram fronteggiò il suo sguardo, senza paura. «Faresti bene a desistere.»
Kirh scoppiò a ridere: «Credi di prevedere il futuro? Noi non abbiamo un destino. Siamo creature libere. Tutto dipende solo dalle nostre scelte. La mia è di non lasciarti sfuggire un'altra volta, di inseguirti fino ai confini dell'universo, se necessario, e farti pagare il prezzo del tuo tradimento.»
Hiram assentì gravemente. «Quand'è così... prova a prendermi!» Svanì all'improvviso saettando attraverso lo spazio con la velocità del pensiero. L'Imperatore lo seguì. Il cosmo sembrò incresparsi sotto il loro volo e il tempo si curvò vibrando allo spasimo come un arco troppo teso. Hiram obliò le coordinate della sua destinazione e, con un ultimo sforzo, immise l'identità di Damasa e Saskia nelle mani di tali forze. Strinse a sé il pendente e sperò con tutto se stesso, mentre venivano lanciati verso il pianeta Speranta, che in virtù di qualche merito acquisito in passato le loro vite venissero salvate. Poi la sua mente si perse nella musica del volo, e lui non seppe più nulla.
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La scelta dei Sarvanni (Ciclo di Hanar vol.4)
Science FictionUn potere in grado di modificare la realtà, bramato da un imperatore avido, un eroe improbabile e una neonata da salvare, conditi da un amore nato dalle ceneri di un rancore atavico. Questo è "La scelta dei Sarvanni". Il cuore di tutto: le scelte, c...