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Quando Sofia riaprì gli occhi, li sentì appiccicosi. La perplessità nel vedere Gianluca seduto accanto a lei fu tanta. Rimasero qualche secondo a fissarsi con un filo di imbarazzo finché lui spezzò il silenzio:

"Allora? Come va?"

Sofia lo guardò confusa, un po' per il mal di testa, un po' perché non ci stava davvero capendo nulla. Il cerchio alla testa si strinse, era un sensazione opprimente voler reagire ma non avere la forza di farlo.

"Mmh..." mugugnò massaggiandosi le tempie, la testa stava per scoppiare.

"Come ti senti?" Chiese Gianluca, tastandole un braccio.

Piano piano si mise a sedere, sentendosi una merda, passandosi una mano sul viso.
"Non troppo bene!"

"Io scendo a prendere dell'acqua e qualcosa da mangiare, ce la fai a stare qui tranquilla nel frattempo?"
Sofia annuì. Ancora capiva poco di quello che stava succedendo e soprattutto del perché fosse con Gianluca.
Allungò lentamente una mano sul comodino afferrando maldestramente il telefono. Accese il telefono e si abbandonò sul cuscino. L'orologio del display segnava quasi mezzogiorno.
Si alzò dal letto e si chiuse in bagno, e si disfò della felpa che probabilmente Gianluca le aveva messo da usare come pigiama. Si faceva schifo da sola. Aprì il getto dell'acqua calda. Mentre aspettava che la temperatura dell'acqua diventasse decente si guardò allo specchio.
Sembrava un cencio e sbiancò ancora vedendo quelle occhiaie bluastre che le contornavano gli occhi, ora spenti e confusi.
Terminata la doccia si sentì fresca ma nonostante le donò un minimo di tonicità, il cerchio alla testa rimase pesante.

Gianluca tornò con un vassoio con qualche bottiglietta d'acqua, caffè e qualcosa da mangiare.
"Eccomi!"
Sofia si sedette a bordo letto, decisamente imbarazzata.
"Stai bene?"
"Sì... senti, che cosa ci faccio qui?" Sussurrò guardandolo negli occhi.
"Non ricordi nulla?"
"Mi ricordo di essere andata in discoteca con le altre e..." si bloccò, non era decisamente il caso di proseguire con la storia di Umberto, ma Gianluca la precedette.
"E poi ti ho fermata fuori dal locale, sembrava stessi scappando da qualcosa... o forse qualcuno!"
Sofia si scolò l'intero bicchierino d'acqua, la gola si fece improvvisamente secca.
"Ma no... ero ubriaca."
"Non eri solo ubriaca, eri anche spaventata e impaurita."
"Pensavo di poter ricominciare a vivere ma invece tutti mi prendono solamente in giro."rivelò ormai senza freni sulla lingua.
"In che senso?"
"Nel senso che mi hai prosciugato tutta la voglia di vivere." la voce di fece più sicura e decisa, la rabbia repressa nelle settimane precedenti stava fiorendo tutta in una volta.
Gianluca rimase in silenzio, capendo che si stava solamente sfogando.
"Spiegami, c'è qualcuno che si voleva approfittare di te?"
"A parte te, dici?" La testa pulsava ma ora o mai più!
"Certo che sei stronza!" Svuotò lui, perdendo per un attimo la pazienza.
"Mai quanto te, cazzo." Lo punzecchiò lei, velenosa come un serpente, distogliendo lo sguardo e prendendosi la tesa tra le mani.
"Ho cercato di scusarmi tante volte..."

"Certo, perché pensi che una storia su Instagram basti a farti perdonare?" Chiese retorica Sofia, alludendo alla stories che Gianluca aveva pubblicato la notte di Capodanno. "Che poi meno male che ti sei dato dello stronzo da solo!"

Gianluca lasciò perdere e continuò il suo discorso. "È stato un momento di rabbia e non ero in me. Gran parte della mia vita è spiattellata sui giornali, sui social, almeno la mia vita amorosa volevo tenerla privata, come dev'essere! E poi tu non mi avevi mai rivelato veramente ciò che provavi per me, ho solamente affrettato le cose..."

"Tutti i momenti bellissimi che abbiamo passato insieme non sono serviti a nulla, tutte le parole? È vero, non ti ho mai detto che ti amo perché volevo tutelarmi e direi che ho fatto bene visto quello che è successo." Sputò acida, quasi quanto uno yogurt scaduto.

Come un uragano dentro // Gianluca Ginoble Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora