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Nei giorni seguenti, Sofia continuò a incontrarsi con Gianluca, talvolta per colazione, ogni tanto per una passeggiata. Niente di serio, ancora.
Il cielo si stava schiarendo, stava per uscire il sole pallido di inizio Aprile. Aveva appena finito di piovere, per fortuna. Entrò nella sua utilitaria e guidò fino a casa. Si fece una doccia veloce, mettendosi qualcosa di comodo per restare in casa. Vide sulla sedia della sua camera la giacca nera di Gianluca, quella che le aveva prestato qualche sera prima. La prese tra le mani e vide l'etichetta di stoffa cucita nel colletto della giacca, Armani diceva.
Decise di scrivergli un messaggino per consegnare il piccolo furto che aveva fatto al ragazzo.
Gianluca ci mise poco a rispondergli: mi sembra un'ottima occasione per vederci, che ne dici?

direi di sì - rispose lei.

ti passo a prendere alle 20, ti porto in un posticino speciale

"Sei nervosa?" Le chiese Adele, mentre era impegnata a laccarsi le unghie di smalto nero.
"Un po', ma niente di che. Ci sono uscita altre volte..."
"Beh, io lo sono per te, anzi sono elettrizzata. Mi devi chiamare appena finisce la serata" le scoccò un'occhiata carica di significato. " a meno che non finisca tra le lenzuola..."
"Dai piantala.." ormano Sofia la conosceva bene, sapeva perfettamente cosa intendeva l'amica.
"Va bene, va bene. Ma almeno fammi sapere se bacia bene..."
"Magari non succede.." alzò le spalle Sofia.
"Dici sul serio?" Adele la guardò a bocca aperta. "È ovvio che ti bacerà." Emise uno squittio che strappò un sorrisetto a Sofia. "E scommetto che bacia pure bene"
"Okay, me ne vado!" Alzò gli occhi Sofia, poi scoppiando a ridere. "E comunque ci siamo già baciati!" Urlò quando ormai era chiusa in camera.
Fece la doccia più lunga della sua vita e poi passò in rassegna tutto il contenuto dell'armadio. Ogni volta che controllava l'ora e vedeva avvicinarsi inesorabili le otto, il cuore le rimbalzava sulle costole come se volesse uscire dal petto.
Sofia si era chiusa in camera, sicura che un po' di solitudine e di silenzio avrebbe calmato la sua ansia. Si erano parlati in varie occasioni, erano usciti insieme con gli amici di lui e si erano già baciati. Perché si sentiva in ansia quando usciva con lui?
Ma forse ad agitarla di più era solamente il fatto di uscire con una persona chiaramente interessata a lei. Lo aveva capito da come la guardava. E Sofia ci voleva provare a gettarsi di petto su quello che poteva nascere, scoprire cosa la vita riservasse per loro, come si sarebbe sentita.

Metà dei suoi vestiti giaceva sul letto e l'altra metà sul pavimento. Si sentì stupida, ma davvero non sapeva cosa mettersi. Alla fine scelse una gonna nera e una camicetta infilata dentro, un po' elegante ma molto femminile.
Di sicuro quell'appuntamento non sarebbe terminato nella sua stanza, perché era tutto un casino.
Okay, basta con le stupidaggini. La serata non si sarebbe trasformata in una notte di sesso, per varie ragioni che Sofia teneva fisse nella mente.

Gianluca arrivò alle 20 in punto. Era sempre molto puntuale e Sofia se n'era resa conto perciò anche lei per quell'ora era già pronta.
Quando aprì la porta di casa, si ritrovò davanti il sorriso smagliante di Gianluca. Indossava un completo blu notte e la camicia bianca con le sue iniziali ricamate in blu appena sopra la cintura. Sofia si riempì gli occhi della figura davanti a sé e si rese conto di dover sembrare una cretina perché lo stava fissando da parecchio.
"Ciao Gianluca! Sei perfetto... così" si spiegò lei, sorridendo.
"Per quello neanche tu non scherzi.." disse di rimando lui.
"Vuoi entrare? Ho bisogno ancora di due minuti..." disse lei, spostandosi leggermente per permettergli di entrare in casa. Le ragazze non erano in casa, avrebbero messo Sofia in imbarazzo, meglio così.
Si sistemò i capelli con cura sul lato sinistro e si ripassò il rossetto rosso.
"Possiamo andare..." disse prendendo tra le mani la pochette.
Gianluca si comportò da vero gentiluomo, sapeva come far cadere una donna ai suoi piedi. Ma Sofia non si fece incantare più di tanto, nel corso degli anni diventò sempre più diffidente. Mai fidarsi degli uomini, lo aveva imparato, bruciandosi la pelle.
In altre parole, Gianluca le aprì la portiera dell'auto, le porse il braccio come appoggio, per questo Sofia ne era grata, il parcheggio del ristorante era pieno di ciottoli e i tacchi non aiutavano la sua andatura normale e regolare, piuttosto poteva sembrare un elefante.
"Buonasera signor Ginoble. Le ho riservato il posto che mi ha chiesto... Signora, mi dia pure la giacca"
Sofia gliela porse delicatamente regalando al cameriere un sorriso alquanto imbarazzato.
Seguirono il cameriere per tutta la sala, finché si fermò davanti ad un tavolo appartato coperto dal resto dei commensali.
"Che lusso... non sono molto abituata" disse Sofia, una volta seduta.
"Non è un problema, anche io preferisco i posti più tranquilli, ma volevo un posto carino per noi"
"Da quando siamo passati al noi?" Chiese provocandolo.
"Certo che a volte sei proprio puntigliosa!" sorrise lui, leggermente imbarazzato.
Lei si limitò ad alzare le spalle. Era così sentiva e notava tutto, a volte ricambiava l'affetto a volte lo smontava.
"Grazie. Mi hanno detto che è uno dei miei pregi.." disse lei con tono scherzoso.
"Chi te l'ha detto?"
"Ti piacerebbe saperlo, vero?" Rise lei.
Il cameriere intanto, spuntò da dietro Sofia per prendere le loro ordinazioni.
"Vi posso consigliare anche un buon vino?" Chiese con un tono gentile.
I due annuirono nello stesso momento. Spiegò le varie tipologie di vino e scelsero infine un bianco.
"Quindi sei di Bologna?" Domandò Gianluca una volta arrivate le pietanze. Un filetto di salmone accompagnato da verdure grigliate per Sofia e per Gianluca della carne alla griglia e verdure miste come contorno.
"No, non sono originaria di Bologna, vivo qui solo nel periodo di lezioni e esami per l'università. I miei sono siciliani"
"Anche Piero e Ignazio sono siciliani, si troveranno sicuramente bene con te" rise lui.
"Tu invece?" Chiese cortesemente Sofia.
"Io sono abruzzese..."
Sofia lo interruppe stupita. "Anche mia nonna abita in Abruzzo. A Roseto degli Abruzzi, non so se lo conosci"
Ora era Gianluca quello stupito. Più di lei.
"Scherzi? Io sono di Montepagano"
Si sorrisero a vicenda. Un altro punto in comune.
"Mia nonna è come una seconda mamma per me. Quando ero più piccina ero sempre con lei, i miei avevano bisogno di una mano, sono due medici e con i loro turni più disparati, io dovevo stare con qualcuno."
"Immagino li vedrai poco i tuoi.."
"Sì, cerchiamo di chiamarci ogni tanto, ma non sempre riusciamo, però sì, ci vediamo di rado. E tu? Come fai a stare tanti mesi fuori casa?" Non era esattamente la verità, ma non voleva annoiarlo con la storia familiare.
"Ormai mi sono abituato, all'inizio i nostri genitori facevano a turno per seguirci in tour. Ora viaggiamo quasi sempre da soli, con il nostro staff. A poco a poco, ti abitui ed é ancora più bello poi tornare a casa dalla tua famiglia, dagli amici veri che ti aspettano e hanno sempre del tempo per te" spiegò lui, sorridente.
"Sei da sempre innamorato della musica classica?" Si incuriosì lei.
Gianluca si perse a raccontare di come sia entrato in contatto con quel genere, grazie a suo nonno, descrisse le sue opere preferite. Mentre raccontava, menzionò varie volte la sua famiglia ed era una cosa bella, per Sofia. Ormai molti giovani avevano la volontà di sembrare indipendenti e lontani dalla famiglia.

Erano appena le undici, quando si alzarono e decisero di fare una passeggiata in centro a Bologna. Ovviamente, Gianluca pagò per entrambi, dopo mille insistenze di Sofia nel voler pagare almeno la sua parte.
Passeggiarono in vie sconosciute e lontane da occhi indiscreti, era finito il periodo degli esami e i ragazzi universitari erano tutti nei locali a fare festa e tirare fino al mattino.

"Allora ho scelto bene il ristorante?"

"Sì certo. Mi è piaciuto un sacco" si complimentò lei. "Hai un ottimo fiuto nel scegliere..." disse guardandolo negli occhi.

Gianluca allungò una mano per afferrare saldamente la mano di Sofia e si voltò a guardare la sua reazione. Un contatto che fece sussultare Sofia.
"Ti va di salire un attimo? Così poi ti ridò la tua giacca!" Propose lei, sorridendo. Avrebbe trascorso ancora tanto tempo con lui.
Aspettava solo quello, a dir la verità.

Ecco il nuovo capitolo appena sfornato!
Come state?
Spero vi stia piacendo questa storia. È solo l'inizio... ma già ci sono dei piccoli ostacoli.
Scusate se non sono particolarmente costante con l'aggiornamento ma ci tengo a portare dei capitoli un po' più lunghi.
Io e la mia tazza enorme di camomilla ( in questo periodo serve ahah) vi auguriamo una buona notte. A presto!

Come un uragano dentro // Gianluca Ginoble Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora