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"Vorrei proteggerti dal mondo
perché il mondo non è giusto." 🦋
   - Michele Merlo

"Sofia, dopo il tuo turno vorrei parlarti..."
Luciano la fermò prima che lei entrasse nello spogliatoio.

Era l'ultima sera di Sofia al locale, aveva dato le dimissioni qualche giorno prima e finalmente poteva lasciarsi alle spalle quella sua fase di vita. Aveva preso la decisione di lasciare quel lavoro, avendo da parte un bel gruzzoletto di soldi per riuscire a pagarsi università, casa e anche qualche uscita extra per almeno il resto dell'anno. Inizialmente, il capo del locale non l'aveva presa molto bene, Sofia era una brava ballerina e quando era lì dentro dava il meglio di sé e i clienti spesso chiedevano di quella 'Debora', era, dunque, una buona risorsa per il locale, ma ormai Sofia aveva deciso, e non cambiava idea, rimaneva ferma sui suoi passi.

"Certo, nessun problema" rispose lei sparendo velocemente dietro la porta. Mentre si cambiava, passò in rassegna tutte le possibili parole che avrebbe potuto dirle Luciano. Di che cosa doveva parlarle?

A fine turno del suo ultimissimo giorno, ci mise più tempo a cambiarsi. Sbuffò mentre si infilava lentamente i pantaloni neri e la camicia bianca che le era enorme per il suo fisico snello, prese la giacca che indossò sopra ed uscì dallo spogliatoio, controllando per l'ennesima volta di aver preso tutto dal suo armadietto.

All'uscita, trovò Luciano che stava spegnendo tutte le luci del locale.
"Eccoti! Devo solo finire di chiudere tutto, poi possiamo andare!" La informò con un sorrisone sul viso.
Sofia annuì, intimidita. Nel frattempo, controllò il telefono. C'erano vari messaggi da parte delle sue amiche, uno da sua cugina Annalisa, l'unica con cui si sentiva quotidianamente, e l'ultimo di Gianluca: 'fai attenzione stasera, Uragano. Non ci sarò io a salvarti... scrivimi appena arrivi a casa, un bacio.'

Fece scivolare il telefono nella borsa dopo aver risposto a quest'ultimo, intanto che Luciano tornò da lei.
"Ti accompagno a casa, ti va?"
"Certo! Volentieri!" Rispose cordialmente.
Camminarono fianco a fianco per una mezz'ora buona, parlando del più e del meno.
"Ti posso fare una domanda?"
"Sì, certo." Rispose Sofia, immediatamente, sapendo già la sua richiesta. Lo immaginava.
"Come mai hai scelto di licenziarti? Se posso chiedere.."
"a essere sincera, avevo bisogno di quel lavoro per potermi pagare l'università..." decise di essere sincera con lui, in fondo non aveva altre scuse a disposizione.
"Spero tu ti sia trovata comunque bene con noi... con me" disse distogliendo lo sguardo dalla strada per fissarla negli occhi.
"Certo, nonostante tutto, nonostante i clienti che circolano dentro mi sono trovata bene con voi, con le ragazze"
"Sono contento. Mi dispiace che tu te ne vada... sai? Sono sincero"
Sofia alzò un sopracciglio, ormai incuriosita dal discorso, invitando il ragazzo a continuare.
"Sei una brava ragazza, poche come te si mettono in gioco in un locale come il mio..."
Sofia sorrise timidamente, non sapendo che cosa dire.
"Io quella sera, sono venuto a casa tua per chiederti di uscire, poi tu non c'eri e ho lasciato perdere. Ma..."
"Luciano, io non so che..." lo interruppe subito Sofia, ora capì che cosa voleva dirle.
"No aspetta, devo dirtelo. Mi piaci, Sofia, non posso più tenermelo dentro..."
Il respiro di Sofia si bloccò per qualche secondo, doveva dire qualcosa, ma non sapeva che cosa e come dirlo.
".. non so che cosa dire, caspita" come si poteva dire che non era lo stesso per lei? "Sarò sincera con te, non voglio illuderti, e non voglio che tu ci rimanga male, quindi è meglio che te lo dica subito. in questo momento non provo le stesse cose per te, mi spiace" Friendzone troppo dura? Forse sì, ma era giusto così.
"O-okay, ho capito!"
"Scusami..." replicò lei.
Intanto erano fermi da un po' sotto casa di Sofia. "Beh allora io salgo, ci vediamo in giro magari" si dileguò Sofia.
"Buona notte Sofia..." con un po' di indecisione, Luciano posò un bacio sulla guancia di Sofia, come se fosse un bacio d'addio.
Sofia entrò in casa velocemente, si chiuse in bagno, si struccò e dopo essersi messa qualcosa di comodo si infilò sotto le coperte.

Come un uragano dentro // Gianluca Ginoble Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora