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Il confronto con il capo del locale, Luciano, era stato abbastanza tranquillo. Anzi, lui non aveva fatto trapelare nulla, neanche un'espressione sul suo viso.

"Buonasera Luciano!" Lo salutò lei, gentile. Intanto posò la borsa e la giacca di pelle nera.
"Ciao Sofia!" Disse continuando a sistemare i bicchieri dietro al bancone del bar, nonostante fosse il capo del locale ci teneva sempre a dare una mano ai propri dipendenti, rimaneva oltre la chiusura per sistemare tutto alla perfezione.
"Senti, le mie coinquiline mi hanno detto che sei passato a casa..."
"Ah sì, non ti preoccupare." Rispose lui, sbrigativo.
"Avevi bisogno di qualcosa?" Richiese per sicurezza.
"No Sofia, avevo solamente voglia di vederti"
Sofia deglutì e distolse lo sguardo dai suoi occhi scuri come la pece. "Luciano.."
Poco dopo, Luciano le ricordò che un quarto d'ora dopo iniziava la serata e di andarsi a prepararsi. Un'occasione per parlare andata in fumo, al termine della serata verso le 4, lui era già andato via, affidando a Sara di chiudere tutto.

[...]

Sofia parcheggiò davanti all'hotel di Gianluca. Si sera svegliata alquanto presto quella mattina, di solito una volta suonata la sveglia, tanto odiata da tutti gli esseri umani del mondo, rimaneva a rotolarsi tra le lenzuola per una manciata di minuti, in attesa di una briciola di coraggio per uscire da quella tana calda e avvolgente. Ma quella mattina, uscì scattante dal letto, per prepararsi con calma.

Era un albergo a 5 stelle e ciò era sottolineato dalla lussuosità degli infissi e della hall che si intravedeva dalla porta vetrata.
Aspettò Gianluca appoggiata al cofano dell'auto.
Aspettami, ti vengo a prendere
Si sistemò il rossetto sulle labbra, controllandosi nel riflesso dello specchietto laterale dell'auto. Indossava un paio di jeans neri modello a vita alta e una camicia bianca con le maniche larghe, la quale lasciava intravedere una bralette di pizzo dello stesso colore. Giacca di pelle, che come al solito portava nei mesi primaverili, un must-have del suo armadio, nel corso dei mesi ne aveva collezionate di più colori.
Dalla porta dell'albergo uscì Gianluca che corse da lei sorridendo. Era felice di vederla anche se per poco tempo. Le sue giornate erano frenetiche sotto ogni punto di vista tra interviste, pianificazione delle date del tour, prove delle varie canzone e ancora, si poteva continuare con un lunghissimo elenco.
"Buongiorno Sofi!"
"Buongiorno!" Lo salutò raggiante lasciandogli un bacio sulla guancia ricoperta da una leggera barba. Nel farlo, le mani di Gianluca si insinuarono sui fianchi di Sofia, stringendola il più che poteva in un abbraccio confortevole.
"Facciamo colazione nel bar del mio hotel, ti va bene?"
"Benissimo!"
"Perfetto, allora andiamo. Per che ora devi essere al lavoro?" Si interessò lui.
"Per le 9,15, abbiamo tempo..."
Si accomodarono al tavolo riservato a lui e ai suoi compagni, ancora vuoto.
Restarono qualche minuto a conversare del più e del meno, poi si alzarono per prendere qualcosa al buffet della colazione, recuperando un piattino.
Sofia si alzò ma non si accorse che Piero stava arrivando nella sua direzione e così si ritrovò nelle sue braccia, sbattendo contro il suo fisico possente.
"Scusami, tutto bene?" Chiese gentilmente Piero, abbassandosi a controllare la situazione, mettendo le mani sulle spalle di Sofia. Intanto, Ignazio e Gianluca presero a ridacchiare.
"Sì, scusa te, sono io che non guardavo dove andavo" sorrise imbarazzata. "Sono un po' imbranata, devo riconoscerlo!" Ridacchiò.
"Ci sediamo con voi, vi spiace?" Chiese Ignazio.
Gianluca guardò per un attimo Sofia che fece un cenno di assenso.
"Assolutamente no, anzi, con piacere!" Sorrise Sofia, con gentilezza. In fondo, si erano già incontrati più volte quindi non c'era nessun problema al fronte.
Dopo aver riempito i piattini con la colazione e con le tazze fumanti si sedettero tutti al tavolo. Sofia accanto a Piero e di fronte a Gianluca.
"Ragazzi, ancora non mi sono scusata per essermi presentata con un altro nome... non ne ho avuto modo" iniziò lei desolata.
"Oh non ti preoccupare... anche se, sì, non pensavamo fossi il tipo da quel locale..." disse Ignazio, facendo perfettamente capire ciò che pensava di Sofia.
"Oh no, no." Lo bloccò subito Sofia, tossicchiando.

Come? Pensò Sofia.

"Ignazio!" Lo riprese Gianluca, leggermente infastidito.
"Non lavoro lì per quello che pensi tu, ecco. Io ho accettato quel lavoro solamente perché ho bisogno di soldi, tutto qui. Non sono quel tipo di ragazza.." spiegò velocemente.
"Ignazio, sei sempre il solito. Scusalo Sofia!" Disse Piero, appoggiando una mano sul suo braccio.
"Aveva tutte le ragioni per pensarlo d'altronde.."
"E comunque neanche noi siamo quel tipo di ragazzi, siamo solamente venuti per appoggiare Gianlu nelle sue ricerche..." rimediò Ignazio alla figura del cavolo che era solito farsi.
Gianluca gli diede una manata sul braccio, riprendendolo di nuovo, facendo capire che era meglio se chiudeva la bocca.
"Ahhh, capito!" Chiuse il discorso lei.
"Sofia, per rimediare, potresti accompagnarci ad un'ospitata che facciamo sabato!" Propose Ignazio con un grande sorriso sulle labbra. Sapeva che ai due non ci sarebbe stato nulla in contrario, soprattutto per Gianluca.
"Volentieri, mi farebbe piacere"
"Puoi portare anche le tue amiche.." sì le avrebbe decisamente portate, aveva bisogno di un supporto morale e psicologico.
Sofia non poteva crederci, aveva già fatto qualche passo in avanti con Gianluca, ma arrivare ad essere invitata personalmente da uno di loro ad un loro concerto, anche se breve, era un sogno.
"Siete sicuri che non sia un problema?" Chiese per sicurezza.
"Certo! Altrimenti non sarebbe partito da noi l'invito. Tutto a posto!" Sorrise Piero.
Sofia annuì imbarazzata, intanto con la coda dell'occhio mise a fuoco l'orologio sulla parete di fronte.
"Oddio, ragazzi devo andare, altrimenti mi licenziano e non deve succedere." Disse alzandosi maldestramente e la borsa si schiantò a terra rovesciando tutto il contenuto. "Cavolo!" Imprecò mentre si chinava a raccogliere le cose.
"Sei un uragano, fattelo dire" ridacchiò Gianluca, abbassandosi ad offrirle il suo aiuto.
Nel prendere il portafoglio, le mani si sfiorarono quasi impercettibilmente. Uno sguardo, occhi negli occhi, come se fossero su un set di un film romantico.
Sofia mantenne lo sguardo finché non si sentì troppo imbarazzata e chiuse la zip della borsetta e balzò in piedi.
"Grazie della compagnia, spero di rivedervi presto"
"Sabato alla cena.." le ricordò Piero sorridendo dolcemente.
"Giusto! Beh, passate in palestra se vi va!" Disse sorridendo.
"Penso che nel pomeriggio un salto lo faremo, buona giornata Sofia" rispose Ignazio.

Buongiornooooo a tutti da una me felice! 🤗
Eccomi qua con un nuovo aggiornamento, scusate per il ritardo orripilante.
Se riesco, questa sera o massimo domani, vi pubblico un altro capitolo che devo ultimare, ma ci sono quasi. 💪🏼
Saluti e vi bacio tutti! 😚💓

Come un uragano dentro // Gianluca Ginoble Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora