5

462 27 2
                                    

toni's pov
-"toni?esci di nuovo??" mi chiese Jughead,mentre indossavo la mia giacca.
-" si Jug,perché??"
-"stai andando di nuovo da Cheryl??"
-"si Jug. Perché?" insistetti.
Era passato un mese da quando conoscevo Cheryl.
Ero sempre più gelosa di quel nome.
o per meglio dire lo difendevo.
nessuno poteva parlare male di lei,la mia migliore amica.
da quella sera io e la rossa ci incontrammo sempre più spesso.
non solo in metro,nella quale fosse ovvio che ci beccavamo per caso,ma anche in altre circostanze.
la mattina presto era la solita a venire a vedere come stessi a lavoro.
non ne ero a conoscenza,ma aveva uno stretto legale con Pop Tate.
parlavano molto,in realtà.
da quando le avevo detto che andavo a lavoro anche con la febbre si assicurava che non lo facessi più.
era convinta che fosse anche quello a causarmela.
troppo stress.
in realtà questo periodo stavo stranamente bene,e non riuscivo a capirne il motivo.
in un angolo della mia mente una soluzione c'era,ma era come se la respingessi.
quello che nessuno sapeva è che non seguivo più uno psicologo.
per meglio dire...il mio psicologo ormai era Cheryl,e la mia seduta era quella sulla metro per Greendale.
dopo mezz'ora di strada,arrivata a destinazione,scendevo e facevo finta di incamminarmi verso l'ospedale per far credere alla mia migliore amica che stessi seguendo regolarmente lo psicologo. Ci teneva davvero a me e si preoccupava di ogni minima cosa.
dopotutto non le stavo mentendo,era come se lo seguissi,no? nonostante non avesse una laurea e non fosse specializzata in un determinato corso mi faceva lo stesso effetto.
mi dava lo stesso tipo di "cura".
tutte le mattine mi alzavo alle 6 di mattina e facevo il turno ristretto soltanto per vederla quei 45 minuti alla metro.
potevamo vederci due o tre volte a settimana ,nel weekend...ma non mi bastava.
quando stavamo lontane per troppo tempo mi veniva ansia,attacchi di panico,piangevo e non riuscivo a stare bene ,in alcun modo.
soltanto un suo messaggio mi rallegrava un po' la giornata.
-" perché sei praticamente tutte le sere da lei,Toni...siamo coinquilini ed alcuni giorni neanche ci vediamo."
sospirai.
aveva ragione,ma non avevo intenzione di cambiare le mie abitudini.
-"Jug,tu vai cinque volte a settimana a dormire da Betty.
non capisco quale sia il problema.
Fangs ,invece,è spesso a lavoro.
cosa dovrei dire?"
annuì rassegnato.
sapeva che anche io non avevo torto.
-"vorrei soltanto che fossimo di nuovo amici come al liceo"
-"lo sai che non sarà mai più possibile.." distrussi le sue false speranze,per poi chiudere la porta dietro di me.
mi incamminai a passo svelto per le strade ghiacciate di Riverdale.
era marzo,quindi nonostante facesse davvero freddo le giornate erano più lunghe e mi fidavo ad uscire con un cielo soltanto un po' più cupo.
ammetto che mi mancava utilizzare la mia moto,ma l'idea di fare un incidente e di perdere la mia unica ragione di vita era troppa.
me lo impedisce.
Cheryl non sa che vado a piedi a casa sua,pensa che siano jughead o Fangs a darmi un passaggio. Non mi permetterebbe mai di fare una cosa del genere.
non si sente a suo agio nella mia casa,se non nella mia camera,per via dei miei coinquilini. Ha detto che se al liceo si odiavano così tanto è difficile far finta di nulla e diventare amici per la pelle.
io non la pensavo così ,anche perché noi due ne eravamo la dimostrazione.
suonai due volte al campanello.
non ebbi nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo che mi si fiondò sopra.
mi abbracciò amorevolmente.
ricambiai capendo la situazione.
non mi dispiaceva affatto,ma sentivo sempre la solita sensazione proveniente dal ventre a farmi rabbrividire.
mi dava quasi fastidio e sentivo che dovevo in qualche modo sciogliere quel nodo che mi tormentava.
il suo profumo di ciliegia era più forte oggi,ed i suoi capelli erano più voluminosi del normale.
era quasi più bella.
-"ciao anche a te,Cher" risi.
-"fa freddo." esordì dopo alcuni minuti di silenzio.
sembrava non volerne sapere.
continuava a tenere la presa salda delle sue braccia attorno al mio collo.
aveva gli occhi chiusi e sembrava ignorarmi.
non so perché aveva reagito così impulsivamente rispetto alle altre volte.
era sua abitudine,ormai,abbracciarmi ma non lo aveva mai fatto fuori casa, né tantomeno con 3 gradi sotto zero.
la sentì tremare.
addosso non aveva nulla se non una maglia fine del suo colore preferito.
-"Cher stai gelando" le feci notare.
-"ancora un po'.." si lamentò.
non potevo dirle di no,lo sapete...
-"ugh...okay."

𝘉𝘪𝘯𝘢𝘳𝘺 7 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora