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Il mattino seguente non faccio molta fatica ad alzarmi, ma per il semplice fatto che non ho chiuso occhio per tutta la notte e sono già sveglio.
La giornata precedente è stata un inferno, non solo per l'accaduto in palestra e il dolore in sé, ma soprattutto per i pensieri che ne sono susseguiti e le parole di mia madre ad alimentare il tutto, che è cresciuto dentro di me specialmente una volta solo.

Tsukki mi ha riscritto per sapere come stessi durante la serata e l'ho apprezzato molto, ma ho preferito tranquillizzarlo e non dire nulla. Ma tanto non durerà molto, dal mio viso si capisce tutto e ciò è particolarmente facile per lui... me ne rendo conto ancora di più ora davanti allo specchio, notando la stanchezza pesarmi sul volto più del solito.
Sospiro nel provare la sensazione del pianto che minaccia già di affiorare, per la voglia che questa giornata appena iniziata arrivi subito alla conclusione e per la paura di non arrivarci...

Mi preparo in fretta cercando di limitare i controlli allo specchio, mosso dal timore di tardare ancora di più di quanto non stia già facendo.
Vorrei lasciar perdere e rimanere a dormire, ma a motivarmi c'è l'idea di rivedere lui... oltre che evitare il più possibile mia madre.
Ma anche solo il primo pensiero basta a vincere su qualsiasi altra cosa.
Mi faccio coraggio e prendo le fotocopie dei documenti già pronte da giorni, uscendo prima di poterci ripensare.

Quando raggiungo l'angolo dove ci incontriamo sempre, lui è già lì.
Gli sorrido senza compiere troppo sforzo per riuscirci, con lui mi viene naturale, e mi avvicino.
<<Buongiorno!>>
Come previsto, nota subito la stanchezza sul mio viso.
<<Buongiorno, stai bene?>> chiede infatti preoccupato.
Annuisco, ma se anche non mi crede, non dice nulla.
E sono sicuro sia così, ma decido di fare qualche passo avanti e aprirmi leggermente.
<<Sono solo un po' stanco, tu?>>
<<Io sto bene, hai dormito?>> fa rimbalzare subito il mio tentativo di distogliere l'attenzione da me.
<<Più o meno>> ridacchio alzando le spalle, rinunciando a ricambiare le domande.
<<Cioè?>> domanda ancora, confuso.
<<Per niente>> rispondo con un'altra lieve risata d'imbarazzo.
Lui sgrana gli occhi.
<<Zero?>>
Annuisco piano tenendo lo sguardo basso. <<Ma non fa niente, sto bene>>
<<Tu sei matto, devi riposare, come fai oggi?>> borbotta in tono di rimprovero, ma sorrido nel sapere che è soltanto il suo modo di mostrare apprensione.
<<Ce la faccio, tranquillo>>
Sospira e trattengo una risata.
<<Okay, stai attento>> aggiunge quasi borbottando per la vergogna di esprimersi così tanto e lo noto arrossire appena, al che mi provoca la stessa reazione.

Proseguiamo insieme fino a scuola, separandoci solo al momento di entrare in classe.
Quanto vorrei che fosse con me anche lì, sarebbe di grande supporto contro gli altri.

La mattinata sembra interminabile a causa della totale mancanza di voglia di essere lì in quel momento, ma alla fine a parte qualche solita battuta o misgendering e gli innumerevoli rischi di addormentarmi sul banco, riesco a sopravvivere.
Mi riattivo subito all'idea di tornare con lui e allenarmi con gli altri, anche se ho paura di non farcela e star male anche oggi, ma proverò a fare il massimo che posso.
Ci incontriamo nel corridoio e raggiungiamo insieme gli altri in palestra, già intenti a scaldarsi nell'attesa degli ultimi membri.

Non so come, riesco a sopportare tutto l'allenamento, nonostante già ai giri di corsa iniziali mi sentivo sul punto di svenire.
Ma ho parlato troppo presto.
<<Tutto okay?>> mi chiede Tsukki raggiungendomi appena finito e annuisco piano con un lieve sorriso <<mhmh, a posto>>
Dal suo viso ancora preoccupato non capisco se mi creda o meno, ma fortunatamente la conversazione finisce lì.
Entriamo nello spogliatoio rimanendo dietro al restro della squadra e lascio passare prima lui, come al solito.
In quel momento mi sento mancare per un attimo, la vista si sfoca e mi aggrappo alla maglietta di Kei con le ultime forze.
<<Tadashi?>> mi chiama voltandosi verso di me e per fortuna mi prende subito, lasciandomi aggrappare alle sue braccia per rimanere in piedi.
Sento gli altri accorgersene e girarsi verso di noi, l'ultima cosa che volevo era attirare l'attenzione su di me... di nuovo.
<<Tutto bene?>> chiede Daichi avvicinandosi e annuisco in fretta col viso rosso per l'imbarazzo e lo spavento, lasciandomi poi muovere da Tsukki che mi accompagna verso la panca accanto a noi, aiutandomi a sedermi.
<<Anche ieri stavi male, che hai fatto?>> domanda anche Tanaka sempre col suo tipico tono divertito, raggiungendo il capitano davanti a me, ma non sono gli unici a mostrare lo stesso interesse e ho paura di cedere sotto lo sguardo di tutti.
Mi viene da piangere, ma mi rivolgo timoroso verso Tsukki che annuisce incoraggiante e sono di colpo più calmo... so che ci siamo capiti con un solo sguardo, come sempre, e accenno un sorriso per la sua conferma al dubbio che gli ho implicitamente esposto:
sto per dirlo anche a loro.

«the Weight on my Chest»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora