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Rido, come reagisco sempre ai momenti di imbarazzo, oltre a bloccarmi in silenzio. Come ora.
Mi sento avvampare e sono sicuro non sia per la fatica dell'allenamento.
<<Scusa, volevo solo...>> balbetta Hinata e vorrei rassicurarlo ma non so cosa dire.
<<T-tranquillo, tranquillo... scusate>> mormoro accennando un sorriso, rimettendomi in posizione per cercare di agevolare la ripresa del gioco mentre evito lo sguardo di chiunque, persino di Tsukki, per la vergogna e il tentativo di trattenere le lacrime che sento affiorare.
Vorrei andarmi a chiudere nello spogliatoio, ma attirerei ancora di più l'attenzione: preferisco nascondermi in mezzo al campo.
Inaspettatamente, riesco a concentrarmi ancora di più sulla partita, probabilmente per il bisogno di scappare dal mondo circostante, specialmente dopo quel momento.
Appena finisce, torno alla realtà come ricrollandoci addosso e tutto mi sembra surreale. Spero che nessuno abbia dato troppo peso alla mia reazione e che magari l'abbiano anche già scordato.
Soprattutto l'allenatore e il professore, ho paura possano interrogarmi in merito, perché so per certo che abbiano visto anche loro.
Ho paura sommino tutti gli indizi e capiscano cosa sia successo.
Il mio corpo si è mosso da solo, privo di lucidità. Razionalmente sapevo ciò che stava succedendo, ma la mia testa ha automaticamente replicato le emozioni del giorno precedente... e non solo.
<<Hey, stai bene?>>
Sussulto, troppo preso da quel rimuginare da cui cerco di riprendermi rapidamente, ma mi rilasso di nuovo quando girandomi trovo Tsukki.
Notando che siamo rimasti solo noi in campo, mi permetto di avvicinarmi di più e poggiarmi contro il suo petto con un sospiro, annuendo piano.
<<Va tutto bene, mh? È normale che tu abbia reagito così con quello che è successo>> sussurra con calma, avvolgendomi le spalle con le braccia <<non hai nulla di cui vergognarti, anzi... sono fiero di te>>
Alle sue parole cedo definitivamente, cominciando a piangere mentre lo stringo per la vita.
Non ce la facevo più a resistere, e anche se non siamo ancora in un luogo tranquillo, non aspettavo altro che rifugiarmi tra le sue braccia: è lui il mio posto sicuro, non ho bisogno di andare da nessun'altra parte.
<<Grazie...>> mormoro ancora poggiato a lui.
<<Sono sempre qui>>
Mi separo da lui per asciugarmi il viso e scorgo gli altri uscire dallo spogliatoio per andare via, lanciando delle rapide occhiate verso di me che non riesco a non scorgere.
Nemmeno il tempo di pensare di andare anche noi, che vedo avvicinarsi Ukai e Takeda, uscendo dietro alla coda creata dagli altri.
<<Tadashi, stai bene?>> domanda il professore appena il resto della squadra esce e mi sforzo di annuire per tentare di risultare calmo; mi sento troppo in colpa per cadere così tanto.
<<Sto bene>>
Li vedo scambiarsi un rapido sguardo prima di continuare: non si lasceranno abbindolare dalle mie parole.
<<Ti va di parlare un po' con noi?>> chiede infatti ancora e cerco di sospirare nel modo più silenzioso possibile, con un lieve cenno della testa.
<<Va bene>>

Ci sediamo sulle panche ai lati del campo, posizionandole una di fronte all'altra.
Sono accanto a Tsukki e loro su quella opposta, ma con lui al mio fianco non temo nulla.
Tiene la mano sopra la mia sulla seduta e accenno un sorriso al solo pensiero di come non gli importi che ci siano loro a guardare.
Il professore si sporge verso di me con fare accogliente, mentre Ukai rimane rigido con le braccia conserte... meno male che c'è Takeda, che ansia sarebbe altrimenti.
<<Tadashi, ci dispiace davvero insistere, ma abbiamo bisogno di capire la situazione. Sei stato male più volte ultimamente, abbiamo notato il viso e il dolore al braccio, e dopo l'accaduto di oggi, ecco... c'è qualche problema in casa?>> chiede dolcemente, con sincera preoccupazione sul viso.
Ha sommato gli indizi nel modo giusto, come sospettavo.
Non so cosa rispondere, non so cosa sappia anche l'allenatore e mi spaventa la sua possibile reazione.
Ma poi Tsukki mi stringe di più la mano e gira il viso verso il mio per incoraggiarmi, caricandomi con un solo sguardo di tutta la forza necessaria.
Deglutisco e inizio a parlare.
<<S-sì... mia madre>> riesco a dire, cercando poi di argomentare meglio <<Non accetta che... che io sia trans, ecco>> quasi sussurro, alzando appena lo sguardo verso Ukai solo per scorgere la sua espressione, ma lo riabbasso subito per il timore.
Eppure, dalla sua apparenza fredda e a tratti anche dura, riesco a cogliere un lieve sussulto.
Non sembra sorpreso, forse sospettava già della mia identità o è stato messo al corrente da Takeda; forse non si aspettava solo questo, di risvolto.
<<Tadashi...>> sospira l'insegnante, proseguendo quasi con timore <<ti ha fatto male?>>
Annuisco soltanto, non riuscendo nemmeno a guardarli, mentre mi porto un braccio sul ventre come per nascondermi il più possibile, rimanendo ancorato alla sua mano per non affogare.
<<Ieri...>> aggiungo in un sussurro.
<<Era già successo?>>
Accenno ancora un segno di assenso con la testa, e sento anche Tsukki scomporsi: non gliel'ho mai detto fino a quest'ultima volta.
<<Tadashi>> si intromette ora Ukai e tremo all'idea di sentire finalmente il suo parere. Alzo appena lo sguardo verso di lui, tenendo la testa abbassata.
<<Ho saputo della questione, ma non pensavamo fossi in una situazione del genere... ci dispiace, soprattutto non averlo capito prima, ma non preoccuparti prenderemo provvedimenti>>
Sorrido alle sue parole, sollevato e scaldato da quelle attenzioni.
<<Grazie, non fa niente... sto bene ora>> replico timidamente, guardando Tsukki con la coda dell'occhio.
<<Hai un altro posto in cui stare? Un parente che può prendersi cura di te?>> riprende parola il professore e faccio per trovare le parole, ma vengo interrotto proprio da Kei: la risposta a quella domanda.
<<Sta da me ora, ci penso io>> conferma in tono tranquillo e mi giro a guardarlo, felice per l'ennesima dichiarazione così aperta.
Mi volto ancora verso i due, annuendo.
<<Sto bene ora>> ripeto arrossendo.
Anche loro sorridono, persino Ukai, e mi sento stupido ad averlo tanto temuto.
<<Bene, capiremo come muoverci ulteriormente stando ovviamente al tuo consenso, ma stai tranquillo che sei al sicuro ora>> termina Takeda e anche l'altro annuisce per confermare.
Annuisco anch'io, stringendo la mano di Tsukki. <<Lo so... grazie>>

Finito il discorso, usciamo finalmente dalla palestra e sospiro, rilasciando ancora una volta la tensione della giornata... sta succedendo troppo spesso negli ultimi giorni.
<<Stai bene?>> chiede Tsukki cingendomi le spalle con un braccio, e mi lascio andare contro di lui.
<<Sì, sono solo un po' stanco>> mormoro con una risata.
<<Direi>> ridacchia anche lui, ma riesco comunque a percepire la sua preoccupazione <<ora andiamo a riposare>>
Annuisco con un sorriso, mentre prendo il telefono per controllare le notifiche.
<<Ovviamente puoi stare da me quanto vuoi, okay? Anche quando torneranno i miei, non c'è alcun problema>> mi rassicura mentre camminiamo, ma sono troppo distratto dal leggere un messaggio... di mia madre.
"Hai fatto bene ad andare via, così non ho dovuto cacciarti io. Non voglio più saperne, sei morta per me"
Mi blocco appena lo termino, facendo così fermare anche lui.
<<Che succede?>>
Ricambio il suo sguardo con un triste sorriso, quasi ridendo mentre le lacrime riprendono a scorrere.
<<Beh... credo proprio che mi fermerò per un po'>>

«the Weight on my Chest»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora