Erano passati giorni da quell'episodio che aveva investito la scuola di Hogwarts. buona parte degli studenti continuavano a vivere la loro vita consapevoli di non voler sollevare l'argomento, benché la sensazione di disagio e di cambiamento aleggiava nell'aria. Per quanto appunto si provasse, talvolta riuscendo, nel cercare di non farsi coinvolgere dall'accaduto, alcuni di quei ragazzi non riuscivano a tornare ancora nella loro vita di tutti i giorni, nel grande impegno che ognuno di loro aveva messo nel cercare di andare avanti e dimenticarsi un minimo la guerra, quello successo a Malfoy sembrava aver riportato alla memoria proprio il periodo Voldemort, quando i tuoi stessi compagni potevano essere nemici, quando non sapevi di chi poterti fidare o meno, e quando essere un adolescente, per quanto volessero, non era loro proprio concesso.
La casa dei Grifondoro dell'ultimo anno e tutta la sezione dei Serpeverde sembravano essere proprio i protagonisti di questa angoscia.
Harry era rimasto lontano dall'ala dell' infermeria tutto il tempo, senza un motivo logico, senza voler pensare a niente, la sua mente era buia, vuota, una camera isolata dal mondo, impossibile aprirla, impossibile farsi sentire da fuori. I suoi amici ci avevano provato, all'inizio, a stare con lui, a chiedergli come stesse, a non lasciarlo mai solo, ma non puoi forzare qualcuno dal non isolarsi, quando sembra l'unica cosa che quella persona vuole. Loro lo sapevano, l'accaduto aveva scosso più lui di chiunque altro, lui che aveva visto tutto, lui che si autoinfliggeva di essere arrivato troppo tardi, di non aver capito prima ciò che sarebbe successo, non che se ne fosse lamentato apertamente, non che l'avessero visto piangere, lo sapevano e basta, era una storia vecchia, che continuava a ripetersi. La cosa strana però, era che dall'infermeria questa volta, lui ne rimaneva lontano. Si, Draco Malfoy sapevano non essere un ragazzo qualunque, ma Il loro amico in questi casi trattava sempre tutti in modo uguale, specie se stava cercando di redimersi.
Harry si era isolato, andava solo a lezione, ma nessuno lo vedeva più nelle sale comuni, sapevano che andava a mangiare la sera, quando tutti erano a letto, direttamente nelle cucine.
Tutti erano convinti di essere a conoscenza di tutto ciò che era successo in quel campo, tranne Hermione, lei era sicura, anzi ne era certa, che qualcosa non era stato detto, ma sapeva che forzare sarebbe stato inutile, Harry si sarebbe aperto da solo con lei, quando e se lo avesse ritenuto necessario. Lei odiava sentirsi esclusa dalla testa delle persone, specie dalla sua, specie da quando lei stava con Ron, e il suo migliore amico invece era solo.
L'unica cosa che sapeva poter fare, era quella di andare lei a chiedere sul biondo. Ogni giorno fermava Parkinson in corridoio, oppure si sedeva vicino a lei in aula quando condividevano il corso. Sapeva che oltre al suo amico anche la ragazza stava vivendo un brutto periodo, difatti le sue occhiaie erano sempre più nere, ed era a conoscenza del fatto che fosse sempre in infermeria, quando le era concesso. Ora che i Serpeverde sembravano così tanto innocui e abbandonati senza il loro capogruppo, aveva notato come i più piccoli giravano in gruppi di più di cinque persone, mentre quelli più grandi facevano solo il tragitto dormitorio- aula, aula- sala grande, e poi in dormitorio ancora.
Quei pochi che osavano farsi scoprire, guardavano male Grifondoro quando si avvicinava alla Serpeverde, in quegli occhi riconosceva lo sguardo del disprezzo.Draco era stabile.
Non si era ancora svegliato, ma non era nemmeno morto, era semplicemente in coma.
Harry era davvero arrivato in tempo, un solo minuto in più e sarebbe sicuramente stato troppo tardi, ma Malfoy era rimasto per troppo tempo sotto effetto di quella maledizione.
Nessuno sapeva cosa fare, si erano tutti detti che si poteva solo aspettare, aspettare e sperare. Era ciò che faceva Pansy, che faceva Blaise, Che facevano tutti i Serpeverde, i professori, Hermione, e sapeva, era ciò che faceva anche Harry.
Lentamente Parkinson si era abituata a lei, alle sue domande, e alle sue premure. Ne aveva bisogno, di un'amica, e in fondo in fondo anche la Grifondoro voleva un'amica, una ragazza della sua età, con esperienze simili, che volesse solo provare ad andare avanti.
Durante la lezione di pozioni, quel giorno, la Serpeverde le chiese di accompagnarla in infermeria, ormai troppo tetro è deprimente da vivere sempre da sola come momento. Hermione accettò, capendo la difficoltà con cui le era stata posta la domanda, capendo quanto fosse difficile per l'altra aprirsi, specialmente dopo che uno di loro, il suo migliore amico, era stato attaccato. Aveva già visto più volte Harry su quel lettino di ospedale, aveva visto tutti i suoi amici lì dentro, sapeva il modo in cui dopo molto la stanza iniziava a fare un effetto strano sulle persone, non era per colpa di niente in particolare, solo di ciò che significava.
"Tieni Granger, prendi pure la mia sedia, ho già visto troppe volte Draco da quella angolazione ormai".
Il biondo portava un pigiama azzurro tenue, che metteva ancora più in risalto il pallore della sua pelle, peggiorato dalla sua condizione fisica.
Dopo l'episodio in biblioteca, sapeva che Malfoy stava cercando di cambiare, e quindi non si meritava quello che stava vivendo, specie perché ormai tutti meritavano solo la pace, la vita e il tempo che era stato loro portato via dall'odio, che ormai aleggiava stantio nell'aria.
"Secondo te si sveglierà mai?". Le chiese Pansy.
"Si Parkinson, per quel poco che conosco Malfoy ho capito essere una persona molto forte, sono convinta che si sveglierà a breve".
La ragazza guardò il suo amico sul letto, si sedette sul bordo di questo, prese la sua mano più vicina e guardandolo iniziò a dire il suo nome.
"Draco, mi senti? Ti prego svegliati, non mi va più di prendere appunti anche per te, non sono brava come lo sei tu, non ho più nessuno che sbucci la frutta per me, sai quanto odio toccare la parte esterna della frutta, sono in carenza di vitamina C, ti prego caro svegliati. Draco mi senti?".
Silenzio.
"Draco?".Il Serpeverde aprì gli occhi.
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Sono una persona orribile? Si
Mi odiate? Molto probabilmente si
Vi chiedo scusa? Mi inginocchio proprio
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Può essere che...?
RomanceAveva bisogno di qualcuno che lo capisse, qualcuno che non avrebbe pensato all'eroe se fosse stato con lui, qualcuno che aveva bisogno di essere protetto ma che volesse anche proteggere a sua volta, qualcuno che potesse farlo sentire come suo padre...