Capitolo XIII

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Buio.
Sì, è quello che si può pensare, tutti lo pensano.
E invece no.
Non era una novità ciò che Draco stava provando, gli era già capitato due anni prima per mano di Potter.
Quando si muore, o comunque sei sul punto di morire, tu senti tutto.
Il tuo spirito, o la tua anima, misteriosamente, é come se si staccasse dal corpo, tu continui ad essere lí, ma non sei davvero lì.
Provi stranamente pace, forse un lieve rimorso per come é disgraziatamente finita la tua vita, o per quello che avresti voluto fare ma non hai fatto, peró sei in pace, calmo, sai che é tutto ok, che é il momento.
Senti la gente e la vedi piangere attorno a te, ma tu stai bene, e va bene così, vorresti soltanto farlo sapere a chi é accovacciato sul tuo corpo.
É strano vedere tutto dall'alto, é tutto sfocato, ma sentire, senti tutto, e fa male certe volte.
Questa ultima volta ha fatto piú male dell'altra.
Quando sei cosi staccato dal tuo corpo, é probabile che tu stia solo aspettando che questo smetta di funzionare, per potertene andare, peró Draco non é mai arrivato a quel punto, non é mai riuscito a sapere cosa c'è dopo.
La prima volta Piton lo riportò indietro, e quando successe ad un tratto se prima vedeva e sentiva, subito dopo c'era stato il buio, e poi l'Infermeria, e il Serpeverde non fu davvero felice di tornare.
Aveva provato finalmente la sensazione di calma e di sicurezza, qualcosa che gli era mancato per molto tempo, probabilmente era stato un codardo a pensare che era meglio finisse così, ma come biasimarlo, si diceva, non voleva tornare a stare male, al servizio del signore oscuro, cercando di trovare un modo per uccidere Silente.
Ma la seconda volta, quella é stata strana.
Nessuno stavolta lo aveva riportato indietro contro la sua volontà.
Quando il suo corpo si era accasciato nel campo, lui era svenuto, il suo spirito staccato e stava guardando la scena, sapendo che quella sarebbe stata la fatidica volta, ecco che l'ultima cosa che mai si sarebbe aspettato comparve.
Una voce entrò nella sua testa, che nel campo non era presente, o così pensava.
"Non ci posso credere che pure in punto di morte debba sentire la voce di Potter nella mia testa, alla fine ci é riuscito a farmi diventare pazzo "
Ma poi il suo assalitore venne scaraventato via, e Draco vide davvero lì il Salvatore, che lo prese, lo iniziò a schiaffeggiare e lo chiamò per nome, che disse mi dispiace, con la voce rotta...
E quelle parole il Serpeverde le sentiva rimbombare nella sua testa, la scena era sfocata, ma sentiva.
Harry Potter era lì, aveva tentato di salvarlo, come se pensasse che lo meritava, era lí che piangeva, che lo chiamava col suo nome, che diceva che gli dispiaceva, che lo abbracciava.
Stupido, dannato Grifondoro, perché lui, perché doveva esserci lui lì, perché era la sua voce a fargli venire voglia che non fosse andata così, che potesse esserci un modo per tornare indietro, per poter cambiare le cose fra di loro, per poter accettare la sciocca richiesta di tregua e amicizia di Potter.
Lui era lì che abbracciava il suo stupido corpo freddo e bagnato sotto la pioggia, il corpo di un assassino, di un mangiamorte, di un rifiuto, perché era quello che Draco sentiva di essere, aveva fatto così tante cose sbagliate, aveva insultato così tante persone perché non sapeva pensare con la sua testa ma solo con quella di suo padre.
Voleva davvero finisse quell'agonia, ma l'altro ragazzo era lì che piangeva, come si piange per un amico, per qualcuno a cui tieni, che non vuoi se ne vada, non stava piangendo nello stesso modo in cui aveva fatto anni prima, quando gli lanciò il Sectumsempra. Quello era un pianto di colpa, di qualcuno che aveva capito di aver fatto una cosa maledetta, che non voleva fare, ma non c'erano lacrime di affetto.
Ciò che sentiva ora Draco, la voce rotta di Potter, per lui, no, non l'aveva mai provata come cosa, non ne aveva mai avuto il piacere.
"Draco mi dispiace, mi dispiace così tanto."
"Si Harry dispiace anche a me" il biondo vide la figura sfocata di Potter stringerlo, e ormai voleva solo che questa agonia finisse, non voleva più assistere.
Quella scena era peggio della morte stessa, era come mettergli davanti ciò che aveva sempre voluto, ciò che avrebbe sempre potuto avere, peró adesso che non poteva più apprezzarla.
L'amicizia di Potter la voleva davvero, aveva provato a fare il freddo e il distaccato per dare una lezione al moro, ma quanto voleva stringergliela quella mano.
Avrebbe dovuto.
Come sarebbe andata se l'avesse fatto!? Forse non sarebbe lì, sul punto di morire, magari sarebbe stato con lui in biblioteca a spiegargli la loro pozione, o sarebbero stati insieme ad Hogsmeade a bere qualcosa, forse forse forse, erano solo forse...
Non c'era più quell' opportunità, era svanita, come ormai Draco sperava che anche questa scena sarebbe svanita.
Con gli occhi fissi sui corpi sfocati dei due ragazzi, il Serpeverde guardava la scena, sapendo che il massimo che avrebbe ancora visto , forse, sarebbero stati i soccorsi arrivare e portarlo via.
Ma poi, un movimento catturò l'attenzione di Draco, Harry stava avvicinando il suo viso a quello del suo corpo , si aspettava di sentire qualche segreto, o l'ennesimo mi dispiace da parte del Grifondoro, e invece niente.
Non capiva, era tutto sfocato, che stava succedendo!?










Buio














"Draco?"

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Vi prego non uccidetemi, so che é un capitolo corto, so che vi faccio sempre aspettare, sono all ultimo anno di università e ho molti esami arretrati, ergo ho fino a marzo per farne ancora tantissimi e la mia mente è super presa da quello.
Scusateeeee
Spero il capitoletto vi sia piaciuto, so che può sembrare fantascientifica la cosa dello spirito che si stacca dal corpo peró è una cosa che è successa a me durante un brutto incidente in cui credevo di rischiare la vita.
Vi giuro vidi tutto quello che stava succedendo dall alto e sentivo tutti che parlavano, riuscendo a pensare. Quindi dopo aver messo un po' di autobiografia in Harry che perde una persona a cui vuole bene, ho voluto mettere un po' di autobiografia in Draco.

Può essere che...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora