capitolo 1.

533 16 13
                                    




Passeggiai tra le vie del mio quartiere con le mani in tasca e una postura scorretta, proprio come i maschiacci. Avevo le mani piene di anelli di ogni genere, i miei pantaloni erano neri e larghissimi, infine indossavo una maglia oversize fino alle cosce.
I miei lunghi capelli castani mi arrivavano fino al culo e camminavo alla ricerca di qualcosa che potesse divertirmi.

Sono sempre cresciuta in città, tra le Lamborghini, grattacieli, vestiti di marca e su appartamenti lussuosi con piscine al coperto. È noiosa quella vita e a tutti quelli che lo dico non ci credono; ormai la società di oggi è basata solo sullo studiare e anche quello mi fa stancare a morte.

Purtroppo non sono figlia unica, ma ho un fratello più grande di me, si chiama: Manjiro Sano, soprannominato anche Mikey.
Quel farabutto non è mai a casa e quando vado alla sua ricerca non ne trovo traccia, non torna mai a casa e si fa vivo ogni morte di papa.

Qualcosa di morbido e grande si posò sulla mia spalla facendomi fermare, riconobbi quella mano.

<<So-re-llina>> divise in sillabe in modo buffo il modo in cui mi chiamava, anche se lo odiavo.

<<Mikey>> esclamai voltandomi verso di lui.

Biondo, basso e magro, con qualche graffio in giro e con sempre gli stessi vestiti. Non cambia di una cifra sto ragazzo.

<<Dove te ne vai così da sola?>> chiese sorridendomi con uno di quei sorrisi calorosi che sempre faceva.

<<In giro>> risposi abbastanza freddamente.

<<E non ti annoi?>> domandò curioso gironzolandomi attorno.

<<Abbastanza>> sbuffa irritata.

Mio fratello mi afferrò dalla mia giacca trascinandomi in un luogo sconosciuto a me.
Sulla sua mani c'erano dei graffi e alcuni lividi, cone sempre si era lasciato troppo andare nelle risse.

Camminammo e camminammo nei vicoli del mio quartiere finché non giunsimo in una vecchia fabbrica abbandonata detta "La caserma", non so perché le abbiano dato quel nome ma ho sempre sognato di entrarci.

Il pavimento era pieno di travi, chiodi e cartone: era un completo disastro là dentro ma appena alzai lo sguardo mi ritrovai 4 ragazzi alla dritta escluso il mio fratellino.
Avevano tutti un sorriso spiccante sul volto ma erano vestiti alla stessa maniera: pantalone larghissimo e felpona nera.

<<Loro sono i miei amici>> - mi disse cominciando ad indicarli - <<Lui è Baji, Draken, Mitsuya e infine chifuyu>> e quest'ultimo mi sorrise più degli altri.

<<Mikey non dovrebbe essere qui, è la tua ragazza?!>> alzò il tono quello più alto, con una coda lunga e un tatuaggio sulle tempie.

<<No. È mia sorella>> Mikey rispose con un tono da far gelare le pareti.

Quei ragazzini cambiarono subito espressione, diventarono pallidi in viso tanto da sembrare morti.

Manjiro sorrise mostrando loro che non c'era nessun problema della loro prima reazione.

<<Ah! Ricordavo, questa è la tua divisa>> - e mio fratello mi porse un abito nero ancora impacchettato - <<Vattela a mettere>>

Annuii con la testa e cominciai a togliermi la maglia ma poi mi ricordai che c'erano 5 ragazzi che avevano gli occhi fissi su di me; così alzai lo sguardo per fargli capire di girarsi e così loro fecero.

Mi spogliai e indossai quei indumenti, che profumavano di the verde nonostante non lo bevessi.

<<Stai benissimo>> il biondino commentò.

Feci una faccia stranita e osservai lui che arrossiva come un peperone mentre si nascondeva dietro ai suoi compagni.

<<Già vi amate?>> chiese Draken accennando un sorriso ricco di malizia sul volto.

Entrambi gli interessati arrossimo come dei peperoni e gridammo insieme "NO!"

[...]

capitolo di introduzione brevissimo ma va bene così

Tokyo è nostra || Chifuyu MatsunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora