capitolo 7.

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La giornata con Kazutora passò molto velocemente, la passammo soprattutto passeggiando tra i vicoli dimenticati da tutti di Tokyo, amava scovare nuovi posti e io lo assecondai in quello che lui chiamava "hobby".
Era come se fossimo fidanzati, ma quei momenti non sarebbero tornati, o almeno non per me; forse per lui era difficile accettare la rottura, anche per me lo era stato agli inizi, ma ho ricominciato la mia vita da capo, partendo dalla Toman. Dovrebbe anche lui cambiare amici, passatempi, luoghi che frequentava, tutto insomma.
Non mi aveva ancora dimenticata...
Lui può anche sembrare uno psicopatico senza rimorsi di uccidere e commettere atti illegali, ma no, alla fine era un bravo ragazzo, finché non uccise la persona più cara al mondo di Mikey.
Manjiro amava suo fratello maggiore più di quanto amasse il cibo, più di quanto gli piacesse dormire...più di me. Non era invidia ne gelosia quella che avevo e che portavo sulle spalle fino ai 9 anni, ma era ira che avevo all'interno del mio cuore, speravo che Shinichiro sparisse dal mondo e lasciasse Mikey solo a me. In parte fu quello che successe grazie a Kazutora che stroncò la sua vita con una chiave inglese.

<<Kit, tutto ok?>> mi domandò "lui" mentre mi guardava con gli occhi spalancati.

Eravamo distanti metri, forse ero rimasta indietro mentre pensavo a tutto quel disastro del mio passato...
Mi guardai intorno e mi accorsi che ero in mezzo alla strada e che stavo bloccando centinaia di macchine che aspettavano io mi levassi. Appena realizzai la situazione aprii gli occhi come due fari e corsi da Kazutora che mi porse la mano.
Rifiutai quel suo aiuto, è stato scortese da parte mia e lo riconosco, ma dovevo farmi dimenticare, in qualsiasi modo; volevo che lui ritornasse felice...ma senza di me.

<<Ti stavo portando a casa e tu decidi di suicidarti?>> ridacchiò come se non fosse successo nulla.

Ghignai irritata e lui per riappacificare la situazione mi fece pat pat sulla mia nuca, che scottava a causa del sole. Continuammo a passeggiare sui marciapiedi strapieni di gente di Tokyo, eravamo felici? Non riuscivo a capirlo, quel ragazzo non trasmetteva troppe emozioni esplicite, tranne quando era interessato a qualcosa.
Fra migliaia di gente, di volti, busti e piedi, mi ritrovai d'avanti una persona alla quale non ero psicologicamente pronta: Chifuyu.
Quante erano le probabilità che lo incontrassi in una solita domenica del 17 Settembre? Probabilmente sotto lo 0.
Rimanemmo qualche minuto a fissarci entrambi stupiti dell'incontro, nessuno dei due se lo aspettava, ma forse Kazutora si.
Il biondino schiuse le labbra come per accennare qualcosa, ma le richiuse subito essendo mangiato dalla timidezza che festeggiava nelle sue vene.

<<Mi spacchi le costole, sparisci e scommetto che te lo sei pure scopato>> finalmente azzardò quella minaccia, Chifuyu.

Chifuyu che usava termini tanto volgari ed dispreggianti? Non era da lui, probabilmente si era di nuovo fatto o magari aveva bevuto nuovamente. In questo periodo non lo vedo proprio sano di mente, mi sembrava un ragazzo così curato, gentile, generoso ma non un ubriacone e stupratore.
Vabbe meglio che un rapinatore che ti tiene rinchiusa per due giorni e ti obbliga a dormire con lui siccome ancora non si è ripreso da quelle dannate parole: "ti lascio".
Uno meno sano dell'altro in pratica, entrambi si dispreggiavano e volevano avere la vinta su di me, che psicopatici.

<<No>> risposi a tono, mantendendo quella freddezza che usavo con tutti.

<<Ah no?>> mi afferrò bruscamente e aggressivamente dalla manica della mia giacca e mi trascinò via da quel bordello, abbandonando Kazutora che ci seguii con lo sguardo.

<<Ma che minchia fai?>> urlai staccandomi dalla presa.

<<Mikey ti vorrebbe di nuovo indietro, dopo giorni che ti assenti, non pensi?>> mi prese di nuovo e continuò a portarmi in giro in quel modo a dir poco imbarazzante.

Mi riportò nel magazzino dove tutto ebbe inizio: La caserma.
Dove incontrai la prima volta loro 5, e la prima volta che indossai la divisa della Toman.
Mi fece entrare dalla porta principale, da fuori si sentiva un gran baccano, tante voci che formavano un coro ma con parole inaudibili.
Mi avventurai nella struttura e appena entrai 160 sguardi si voltarono verso il mio bel faccino da quattordicenne.
Mi sentivo parecchio in soggezzione ma non lo dimostrai, passo dopo passo arrivai sotto il
rialzo nella quale si posava Mikey come un re.

<<Kat, sei tornata, dov'eri tutto questo tempo?>> domandò con un tono di voce passivo aggressivo.

Il "pubblico" o perlomeno gli spettatori cominciarono ad agitarsi, strepitando discorsi d'odio e inciti al suicidio, sbattevano le loro scarpe a terra e tiravano pugni ai tavoli e urlavano.

<<Regola numero 1 della Toman: mai avere rapporti soprstutto segreti con persone di altre gang>> urlò Mikey incitando ancora di più la folla.

Ma che stava facendo? Era totalmente impazzito, uscito fuori di senno. Mi avevano appena accusato di tradimento, ben 160 persone contro una ragazzina.
Scrutando tra tutta quella gente notai che alcune persone erano in silenzio e non alimentavano la foga, tra questi c'erano Mitsuya che aveva un'espressione abbastanza infastidita e lo stesso per Draken, Chifuyu aveva la bocca sigillata e se ne stava buono vicino le pareti.

Mio fratello si alzò da quel "trono" fatto soprattutto di macerie e a passo lento si diresse verso di me, fece tacere la folla in meno di un secondo: rimasi sbalordita.
Mi girò di spalle, mettendosi dietro di me, dalla tasca estrasse qualcosa di appuntito e gelido che mi puntò alla gola: un taglierino.

stavolta capitolo un po' lunghetto direi, scusate se ho fatto due capitoli su Kazutora ma fa intrigare ancora di più la faccenda, non trovate?

Tokyo è nostra || Chifuyu MatsunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora