capitolo 3.

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<<Kazutora vattene!>>  urlò Chifuyu per "difenderlo".

Sorrise di nuovo e se ne andò con tutta la calma del mondo, dopo pochi minuti scomparve dalla mia vista. Maleducatamente mi salutò dandomi le spalle.
Arrivò una notifica sul telefono del mio amico,  così lui lo tirò fuori dalla tasca e lesse dal blocco schermo il messaggio:

Mikey☀️
noi andiamo a casa, abbiamo deciso che dormiremo insieme un'altra volta ma non dirlo a mia sorella.

Spense di nuovo il telefono e mi sorrise.
<<Che c'è?>> chiesi con tanta tristezza.
<<È tardi. Andiamo a dormire>> mi sollevò e mi prese per mano, portandomi via da quel locale.
<<Dove stiamo andando?>> mi guardai intorno.
<<Rifugio della Toman>> e caló un silenzio tra noi due.

**
<<Eccoci qua>> mi fece entrare in una villa completamente abbandonata ma stranamente era tutta pulita e non c'era nemmeno un filo di sporcizia. Era a due piani, c'era pure la moquette di un blu mare, le pareti erano rivestite di una carta da parati con i fiori, i mobili sembravano un po' cadenti ma d'altronde non servivano.

Chifuyu mi trascinò per un braccio portandomi al piano di sopra, dove si presentavano varie stanze, ognuna con una porta di legno con tante decorazioni; mi indicò una, sulla quale c'era scritto il suo nome con caratteri cubitali.
In tutte le porte c'era una targhetta con dei nomi; aguzzai la vista e notai che l'ultima porta infondo al corridoio era chiamata Mikey-capo con sotto un cartello stradale "vietato l'accesso".

<<Ehi? Tutto ok?>> domandò il mio amico notando la mia distrazione.
<<Ahm. Sì.>>

Mi fece entrare in camera sua e notai che c'era solo un letto, cosa che mi fece parecchio preoccupare, cominciai a sudare dall'imbarazzo, probabilmente ero arrossita.
<<Posso dormire in camera di Mikey...>> dissi imbarazzata mentre indietreggiai.
<<Scusa. Non mi è permesso farti entrare nelle camere degli altri, sopratutto quella di tuo fratello>>
<<Se vuoi siediti>> aggiunse.
E mi accomodai sul lettino lì presente; sentivo il mio cuore battere all'impazzata, senza fermarsi e non sapevo nemmeno il motivo.
Chifuyu si sedette su una sedia con le gambe aperte e con aria confusa mi guardava, penso volesse dire qualcosa ma era troppo chiuso in se stesso per farlo.

Il tempo passò con noi che ci fissavamo negli occhi entrambi a disagio.

Ormai stanca mi alzai dal letto e andai ad aprire la porta per andarmene, stavo dormendo in piedi e speravo di tornare a casa.

<<Dove vai!>> gridò Chifuyu alle mie spalle.

Non risposi e cominciai ad aprire la maniglia.
Lui si alzò e venne verso di me, mi bloccò le mani e  mi strinse al muro, ma lo fece con così tanta delicatezza che probabilmente mi innamorai di lui.

<<Devi stare qua>> disse con tono severo.
<<I-io>> balbettai incapace di dire due parole.

Lui mi afferrò il viso portandolo a sé, cominciò a baciarmi tutto il collo di cui alcuni punti li lasciava di color viola, una mano la posò sul mio fianco destro mentre l'altra sotto i capelli.
Mi scappò un lamento, cosa che mi fece parecchio arrossire e imbarazzare ma lui non ci fece caso e continuò a portare a termine il suo "lavoro".

ho 14 anni, lui ne ha 15...ho paura della reazione di mikey, pensai.
Si staccò dalla mia pelle e si avvicinò alle mie labbra ma d'improvviso sentimmo la porta del piano di sotto aprirsi e di conseguenza sbattere. Ci staccammo e ci guardavamo negli occhi.
Io mi affacciai dalla finestra per vedere chi era e notai la CB250T  di mio fratello.

<<È...Mikey>> borbottai nuovamente mentre mi massaggiavo la parte che era stata "torturata" dalle sue labbra.

<<Cazzo>> esclamò <<Mettiti questo>> e mi diede uno scaldacollo blu e io lo indossai.
Subito dopo uscimmo dalla stanza per andare incontro a mio fratello.

la storia si fa intrigante :)

Tokyo è nostra || Chifuyu MatsunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora