capitolo 8.

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Mikey si alzò da quel "trono" avvicinadosi al mio corpo, puntandomi una "arma" se così possiamo definirla sotto il mento. Quella lama gelida appena sfiorò la mia pelle mi procurò dei brividi lungo la schiena, che mi fecero tremare come una foglia agli inizi di ottobre. Esclamai nella mia testa una parolaccia, ma non riuscivo nemmeno a parlare, qualcosa mi bloccava la voce, i miei occhi avevano un'espressione terrorizzata mentre guardavo la folla agitarsi inutilmente. Le mani di mio fratello sembravano decise e tranquille mentre mi minacciava con quel taglierino dai bordi verdi come il muschio.
In fondo a quelle centinaia di teste vuote osservai una nuca in particolare, dalla chioma bionda come
il sole e sotto di essa della parti more che guardava intensamente lo spettacolo con quei suoi occhi verdognoli; osservavo la paura nelle sue pupille.

Sospirai lasciandomi al fato e invece no, alzai il mio ginocchio sinistro e poi quello destro alzandomi completamente, girandomi alzai la gamba colpendo il muscoloso braccio di Mikey che fece cadere la lama atterra; afferrai la sua mano e lo spinsi a terra col piede.
Successe tutto molto in fretta ma intanto avevo messo a tappeto "l'invincibile Mikey" ovvero mio fratello, il mio fratellone.
Lo guardai dalla mia alta prospettiva mentre tutto il pubblico sbalordiva per l'accaduto e vidi dal volto di Mikey un ghigno, un sorriso più che altro, cominciò a  ridere a crepapelle, quasi piangeva dalle risate.
Ero confusa, terribilmente aggiungerei, lo guardai mentre si divertiva a terra con tanta non-chalance.

<<Prova superata>> Mitsuya si avvicinò mentre mi posò una mano sulla mia spalla per comforto.

Avevo il cuore che probabilmente sarebbe scoppiato fra qualche secondo, avevo avuto così tanta paura, ma allo stesso tempo anche decisamente troppa adrenalina ed euforia. Tutti mi dedicarono un applauso e cominciammo a festeggiare la mia "assunzione" definitiva nella Toman, non mi sembrava vero.
Cominciammo a banchettare con alcool, bevande e cibo che ovviamente non poteva mancare, eravamo finalmente felici e spensierati.

Mentre sorseggiavo una lattina di Coca Cola dietro di me apparse una sagoma di altezza media che mi afferrò dai miei fianchi.  Gesto inaspettato che mi fece sobbalzare e morire dentro.
Il mio ammiratore anonimo mi posò il suo viso nell'incavo del mio collo così rivelando la sua nuca: capelli biondo cenere con sotto ai lati una sfumatura nera, con un'orecchino pendente.
Lo riconobbi subito, il mio Chifuyu, no, ma che sto dicendo?
Eppure teneva le sue mani salde sul mio bacino che era ricoperto dai miei jeans, ma riuscivo comunque a sentire il suo gelo proveniente da quelle mani che mi tenevano stretta alla sua vita.
Cominciò ad assaporare il mio collo con le sue labbra, che cominciarono a lasciarmi una scia umida su di esso, sentivo che mi faceva venire delle sensazioni strane ma stupende.
Ansimai ma bloccai quel lamento subito, portandomi la mano sulla bocca dallo stupore, lui si fece scappare una piccola risatina e mi lasciò così: insoddisfatta.

La giornata passò molto tranquilla e bella, fui finalmente felice dopo tanto tempo che non sentivo questa emozione ma andava bene così.
La sera ognuno di noi tornò alle proprie case, per finalmente riposarsi dalla giornata e sperando di cadere nelle braccia di Morfeo al più presto per riprendersi dalla stanchezza.
Stanotte avrei passato la notte sola con Mikey, sinceramente dopo quello che era successo non gli parlai più, mi aveva traumatizzata ad essere onesti. Anche se dormivamo in camere differenti non chiusi un occhio, pur volendo non avevo proprio intenzione di dormire.

Indossai il mio cappotto e uscii di casa nonostante fossero le 02:34 di mattina ma non mi importava di nulla. Da un lato ero finalmente calma ma dall'altro ero terrorizzata  all'idea di poter incontrare una persona come poco buone intenzioni.
Mi accovacciai sul marciapiede per riflettere anche se non avevo pensieri profondi su cui pensare fino allo sfinimento, purtroppo.
Soccchiusi gli occhi, probabilmente la stanchezza si stava facendo sentire proprio in quel momento.
<<ah  cazzo>> esclamai.
Cercai di riaprire i miei occhietti che non si reggevano dalla stanchezza, ma mi ritrovai due piedi difronte a me, cercai di alzare lo sguardo e c'era di nuovo lui.
Non mi sorpresi, ma anzi il sangue nelle mie vene cominciò a scorrere come ruscelli nella foresta e il mio stomaco cominciò ad "agitarsi" provocandomi le così dette "farfalle nello stomaco", ogni volta che incrociavo il suo allegro sguardo finiva così.

<<Buongiorno, o buonanotte dovrei dire?!>> pronunciò sarcasticamente ridacchiando.

<<Non so>> e mi alzai da quel cornicione scomodo e freddo.

<<Sei sempre così bella, anche quando hai sonno>> si complimentò con la fanciulla che aveva davanti.

Ghignai sospettando che stesse mentendo, difatti lo spintonai scherzosamente come se fosse una dichiarazione d'affetto.
Mi afferrò la mano e passeggiammo uniti dal tatto del palmo delle nostre mani, che connettevano due vite e due destini differenti, forse.

<<Cos'hai bevuto oggi? Così, tanto per curiosità>> dissi maliziosamente mentre cercavo il suo contatto visivo, che non ebbi.

<<É stato un errore quello, Kit>> rispose riferendosi all'accaduto di qualche tempo fa.

<<Fa nulla>> stroncai la conversazione nonostante non faceva nulla ma anzi, mi aveva spezzato il cuore.

Sospirai assonnata, invece lui sbadigliò accuratamente come un principino alla corte di Francia, direttamente al palazzo di Versailles.

Ogni capitolo si fa più mmmm sus direi.
Ci ho messo esattamente due ore a scrivere questo capitolo, aiuto.

Tokyo è nostra || Chifuyu MatsunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora