capitolo 13.

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Aprii gli occhi assonnata trovandomi con la testa sulla spalla del mio ragazzo che pure lui dormiva come un sasso sul divano di casa mia.
Mi accarezzai gli occhi nuovamente schiarendo la vista; Mikey e Sanzu erano ancora dormienti sulle sedie del tavolo che russavano come se qualcuno gli avesse dato loro un sedativo.
Qualcosa mi fece capire che l'effetto della loro droga assunta finí, forse avevo sognato qualcosa a riguardo oppure semplicemente istinto.
Mi alzai delicatamente dal divano per non svegliare nessuno e mi avviai verso il bancone della cucina per prepararmi un amaro caffè da farmi riprendere completamente dal sonno.
La macchinetta cominciò a brontolare presto, così afferrai il manico e versai lo scuro liquido nella tazzina adatta ad esso. La portai alla bocca inghiottendo piano piano la calda bevanda che mi preparai qualche minuto prima. Ho sempre adorato il caffè, quel retrogusto amaro che ti faceva stringere la gola dall'acidità; da bambina mettevo chili di zucchero per addolcirlo ma adesso non ne sento più il bisogno di dolcificare il caffè.

Mentre sorseggiavo la mia colazione mi sentii una presa alle mie spalle che strattonò la maglia over-size che portavo, richiamando la mia attenzione.
Mi girai abbastanza infastidita e notai delle ciocche lunghe e chiare che pendevano da qual bel faccino coperto da una misteriosa mascherina nera. Quegli occhi azzurri mi guardavano alla ricerca di qualche mia reazione "fuori dal normale" ma io stetti ferma, osservandolo con uno sguardo severo come per dire "sono già occupata". Avrebbe voluto approfittare del sonno di Chifuyu per occuparsi di me, baciarmi e toccarmi. È questo che mi diceva il mio istinto osservando il suo sguardo che mi mangiava.
Gli tolsi la mano dal mio tessuto poiché mi mise abbastanza in imbarazzo e lui mi esaminò con degli occhi che esprimevano rabbia e frustrazione.

Mikey cominciò a scuotere la testa e fare qualche lento e pigro movimento, per poi svegliarsi del tutto, lamentandosi con qualche strana parola.
Corsi da lui abbracciandolo nonostante fosse più morto che vivo ma lo strinsi a me con tanta gioia che usciva da ogni poro della mia pelle emanando felicità e stupore.

<<Mikey!>> mi gettai addosso a lui sorprendendolo.
<<Mh?>> ghignò egli leggermente confuso.
Lo afferrai dalle spalle guardandolo nei suoi occhi marroni come la Nutella.
<<Come stai?>> domandai mentre mi sentivo lo sguardo di Sanzu bruciarmi sulla pelle.
Il ragazzo annuì come per dire "tutto bene" e piegò la testa all'indietro, annoiato e stanco.

Dopo qualche ora anche "il mio amato" si svegliò e così facendo passò la mattinata tra mie ramanzine nei confronti di Mikey e sguardi accattivanti e minacciosi tra il biondino (Chifuyu) e il rosa, occhiate violente ricche di gelosia e invidia.

Mio fratello invitò Sanzu a rimanere a pranzo qui, a casa nostra e lui ovviamente accettò, parecchio divertito da questa malsana idea.

"Malsana" per me, ovviamente.

**

Ci accomodammo a tavola, ognuno occupando una sedia, uno di fronte all'altro.
Mikey aveva preparato dei Noodles semplici e rapidi, tanto per non fare un pranzo da 5 stelle, ma la proposta piacque a tutti, quindi vada per i noodles!

Il rosa abbassò il capo come se stesse dedicando una piccola preghiera al suo dio prima del pasto, per poi fare un gesto che aspettavo da tanto.
Portò le sue mani sul ferretto della mascherina per poi pian piano abbassarla, rivelando due cicatrici di media dimensione sulle estremità della bocca. Poi ribolse lo sguardo a me infastidito del fatto che lo stessi fissando.
Pure Chifuyu notò quel minimo di interesse che avevo sviluppato per quelle due ferite così cominciò a parlare.

Inutile dire che ignorammo tutti il biondino e presimo in mano le bacchette per poi cominciare a gustare quel piatto delizioso alle mie papille gustative.
Chiacchierammo ancora un po' finché non si fecero le 17, ora in cui sia Sanzu che Chifuyu dovettero tornare a casa, casualmente a studiare.

Capitolo leggermente più breve rispetto agli altri ma avevo bisogno di un po' di suspance e non sapevo come concludere perciò nada.
Oggi avrei voluto portare due capitoli ma sono stata fuori tutto il tempo. Gomen nasai.

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Tokyo è nostra || Chifuyu MatsunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora