Capitolo 14

347 17 0
                                    

Victoria stava tornando a casa dal supermercato situato alla fine della strada, all'angolo con la farmacia, con due buste rosse in mano che le premevano sulle dita a causa di tutte quelle dannate bottigliette di Coca-Cola che si ostinava sempre a comprare quando era da sola, promettendosi puntualmente di farsi accompagnare da Nica o dal padre la volta successiva, essendo troppo pesanti per poterle portare unicamente lei. Sul lato opposto del marciapiede c'era un giornalaio, lo stesso che l'aveva accompagnata durante tutta l'infanzia, quando adorava comprare le figurine dei suoi cartoni preferiti. Ricordava ancora la valanga di soldi spesi per l'album della nazionale del 2006. Quel mondiale, nonostante fosse ancora piccola, lo ricordava vividamente.
Il suo sguardo passò velocemente in rassegna le molteplici riviste adagiate sul bancone principale, interviste a celebrità che si vantavano della loro vita perfetta, dei loro amici perfetti, del fidanzato perfetto conosciuto magari sotto un temporale in pieno agosto, col primo bacio dato durante un lento sulla loro canzone preferita. Victoria non ci credeva, ma ci aveva creduto. Ci aveva creduto talmente tanto che avrebbe sacrificato tutto pur di raggiungere quella vita perfetta che tanto veniva propagandata da chi, avendo qualche briciolo di notorietà in più degli altri, aveva il potere di farlo.  Ci credeva quando aveva conosciuto Lorenzo, quando aveva iscritto la band ad x factor, quando si era diplomata in quinto liceo, ci aveva creduto in ogni momento della sua vita, accompagnata da quella speranzosa e vana adolescenziale fiducia verso il futuro, ma poi, di colpo, il suo sogno si è frantumato in mille pezzi. Si è infranto nell'esatto momento in cui ha realizzato di essersi innamorata dell'unica persona al mondo che alla vita perfetta non ci credeva e non ci aveva mai creduto, perché puntava a qualcosa di più alto della perfezione, voleva la stella sulla walk of fame, le statue d'oro negli aeroporti delle capitali, bramava tutto quello che gli altri neanche si permettevano di desiderare. Voleva un'amore che lo consumasse lentamente, e gli si apriva sempre un sorriso sul volto quando vedeva due persone promettersi una vita perfetta che, ci avrebbe scommesso tutto, non si sarebbe mai realizzata. Non si considerava pessimista, forse più realista e, nel tempo dell'inganno  universale dire la verità è un atto rivoluzionario.

Vide Thomas in lontananza che si dirigeva verso di lei a passo svelto. Sembrava più cupo del solito, e la fronte corrucciata indicava che qualcosa lo preoccupava.

" Bello thom, sei arrivato qualche ora in anticipo" asserì Vic sorridendo leggermente

" Diciamo che avevo bisogno di un consiglio e mi sei venuta in mente tu" rispose il chitarrista sbattendo ripetutamente le ciglia.

Victoria sorrise, era così carino Thomas quando la cercava per queste piccole cose, quando la faceva sentire l'unica indispensabile  su sette miliardi di persone. Gli voleva un bene indescrivibile, che non poteva essere quantificato, era semplicemente amore, la forma d'amore più bella di tutte: l'amicizia.

" vieni entra scemo"

Appena varcarono la soglia di casa Thomas si buttò sul divano  e abbassò lo sguardo

"  ieri sono andato a ballare con Leo e ad un certo punto mi sono guardato intorno. C'erano tante ragazze, tutte fighe devo dire, ma sai, in quel momento ho desiderato così tanto che il mio sguardo vagasse tra la folla e si posasse su quell'unica ragazza che sarebbe dovuta sembrare bellissima solo ai miei occhi , poi magari sarei potuto andare a presentarmi, ci saremmo conosciuti e mi sarei potuto innamorare follemente. Ma purtroppo non è successo. Vic ho voglia di innamorarmi, di vivere un amore vero."

" Hai voglia di innamorarti o di essere amato? La differenza è così sottile thom, non riesci mai a capirlo"

"Io voglio quello che ha Damiano."

" ahhhahahahha Thom puoi aspirare a qualcosa di meglio di avere duemila ragazze sotto che poi, alla resa dei conti, non provi interesse per nessuna."

" No vic io voglio duemila ragazze che mi stanno sotto e poi innamorami dell'unica ragazza che con loro non centra nulla. È questo che ha Damiano."

Vic esitò per un istante, e si ritrovò a sperare con tutta se stessa che stesse parlando di lei, che fosse lei quella ragazza.

" sai Vicky " esordì Thomas con un tono di voce triste ma estremamente  consapevole, " io voglio provare tutto l'amore che vedo negli occhi di Dam quando ti guarda, quell'amore folle, infinito, incondizionato che custodisce nei piccoli gesti, quando ti da una carezza quando sei triste, quando ti porta il tuo cornetto preferito la mattina, quando ti rivolge quelle occhiate sfuggenti mentre tu stai guardando altrove sole per assicurarsi che tu stia bene e sia sempre al sicuro. Voglio voler urlare al mondo tutti quei ti amo che non posso dire, voglio anch'io due occhioni blu in cui perdermi mentre parlo. Non ho mai visto qualcuno innamorarsi così profondamente di una persona come Damiano. E tu vic, ricevi un amore smisurato ogni giorno, senza accorgertene, ma infondo è proprio questo il bello dell'amore. Lui parla di te sempre, pensa a te sempre, fa tutto per te sempre. Un amore così victò non lo troverai mai più nella tua vita, non esistono due anime gemelle, mi dispiace. Vorrei solo trovare anch'io la mia, tutto qui" concluse Thomas sospirando.

In quel momento Vic non rimase spiazzata. avrebbe dovuto esserlo? No, perché in fondo lo sapeva, l'aveva sempre saputo, perché anche se Damiano non le avrebbe mai dato la vita perfetta, le aveva dato molto di più, la facoltà di provare un amore incondizionato verso un'altra persona, e si sentiva più viva che mai.

𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒖𝒏 𝑪𝒂𝒔𝒊𝒏𝒐 𝑺𝒕𝒖𝒑𝒆𝒏𝒅𝒐 // Damiano x VictoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora