Capitolo 11 ( parte 1)

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Victoria era sdraiata sul letto mentre mille pensieri le frullavano in testa. I suoi boccoli biondi erano sparsi disordinatamente sul cuscino e il suo volto era rivolto verso il soffitto. La sua mano  giocherellava con i braccialetti allacciati intorno al polso sinistro che producevano un suono metallico, l'unico presente all'interno della stanza. Il suo sguardo si soffermò poi proprio su uno di quei braccialetti. Era in argento , leggermente scolorito e rovinato dal tempo. Era abbastanza spesso e sopra vi era incisa una frase " tanto il regalo più bello sarai sempre e soltanto tu". Senza che potesse rendersene conto un sorriso le si aprì sul volto, incontrollato, senza un apparente motivo.  Sorrideva sempre quando si trattava di lui. Sorrideva quando lo vedeva entrare in ritardo dentro alla sala prova con il fiatone e i capelli in disordine, sorrideva quando si presentava senza preavviso sotto casa sua per vedere un film insieme, sorrideva quando veniva nominato per sbaglio in qualche conversazione o quando sentiva il suo nome pronuniciato per strada. Quando si trattava di lui a Victoria si illuminava il volto, perdeva la cognizione del tempo che scorreva.
Quel sorriso non ne voleva sapere di andarsene nemmeno quel giorno quando Vic si ricordò di quando, tempo prima, lui le regalò quel gioiello. Era San Valentino e Damiano non stava a Roma dato che il padre aveva avuto all'ultimo minuto un impegno lavorativo e si era portato dietro tutta la famiglia. Non glielo aveva mai detto a lui, ma in quei giorni gli era mancato come l'aria. Lo pensava sempre, continuamente, in ogni situazione e momento. E si chiedeva se anche lui la pensasse qualche volta, se anche lui sentisse la mancanza del suo respiro sulla pelle o delle loro litigate, dei loro baci rubati. Damiano non le aveva ancora scritto, non l'aveva ancora chiamata e lei di certo non avrebbe fatto il primo passo. Quando quello stesso pomeriggio la ragazza scese di case per uscire con gli amici, trovò nella cassetta della posta un pacchetto rosa. Vic lo ricordava perfettamente: era quadrato e di velluto, con una rosellina incastrata in mezzo al fiocco di nastro color perla. Lo aprì immediatamente, curiosa di scoprirne il contenuto. Prese in mano il bracciale squadrandolo a lungo, come se non potesse essere reale e poi prese un bigliettino posato sul fondo della scatola

" sarai sempre il miglior San Valentino della mia vita -D"

Una lacrima rigò il suo volto appena la mente la riportò a quel momento. E si ritrovò ancora una volta a pensare alla sera prima quando,
fuori dalla discoteca, Damiano se ne era andato lasciandola li, da sola, a se stessa. " come faccio ad amarti se tu non vuoi essere amata?" Le aveva chiesto lui sperando in una qualche risposta che non arrivò mai.  Perché Vic una risposta al momento non l'aveva. Perché era così difficile poter credere anche solo per un minuto che Damiano l'amasse? Per le troppe ferite ancora aperte? Per tutte le cose che le aveva fatto passare? No non era quello, era molto di più, qualcosa più grande di lei.
Se si fosse lasciata andare cosa sarebbe successo? Se non ci fossero stati più ostacoli? Forse non era semplicemente pronta a quel "dopo" che tanto la spaventava. Ma era stanca di fuggire sempre e di tirarsi indietro. Così prese in mano il telefono e scrisse a Damiano di incontrarsi al loro bar preferito. Non sprecò molto tempo a prepararsi, per una volta voleva davvero credere a quello che gli aveva detto lui riguardo al suo aspetto fisico la sera prima. Uscì frettolosamente di casa e in dieci minuti giunse a destinazione. Appena girò l'angolo lo vide. Ed era così bello che quasi non le tremarono le ginocchia. Fumava come al solito una sigaretta, le sue amate marlboro. Chiunque passasse davanti a lui gli riservava una sguardo. " come biasimarli" pensò lei. Damiano lo avrebbe notato chiunque, non sarebbe mai potuto passare inosservato. Era un misto di bellezza e egocentrismo che attirava gli altri come una calamita. Quando gli occhi di lui saettarono su di lei il suo cuore fece una capriola. Si diresse a passo svelto verso l'altra parte della strada fino a ritrovarselo davanti.

" camminiamo?" Chiese lui

" ok"

Dopo qualche passo lei prese parola

" mi dispiace per l'altra sera.. non avrei dovuto lasciarti andare"

" vic almeno hai capito perché me ne sono andato?"

" senti tu non capisci. Sei Damiano David, anche dire solo che sei bellissimo è un eufemismo, un insulto alla tua persona. Io si sono carina è vero, ma niente di più. La classica ragazzina dai capelli biondi di cui il mondo è pieno. Per te è facile perché sei semplicemente te "

" cazzo vic. allora non hai capito un cazzo! Guardami" le ordinò lui

" guardami e non pensare mai che io possa volere solo il tuo corpo. Mai!
Perché quello che sento va oltre la carne, il sangue, le ossa. È qualcosa che trascende la materia, qualcosa che è impossibile da spiegare, che solo tu puoi farmi vivere"

" non so perché mi risulti così difficile crederti" rispose lei con voce flebile guardando in basso

" vuoi un giuramento del cazzo? Non lo avrai. Se avrò voglia mi farò un'altra . Ma sai perché questo non succederà ? Perché tu mi hai rubato qualcosa che neanche pensavo di avere e ce l'hai tra le mani, puoi fare di lui ciò che vuoi. Io voglio solo sapere cosa vuoi tu da me"

" voglio tutto di te"

" hai già tutto di me"

𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒖𝒏 𝑪𝒂𝒔𝒊𝒏𝒐 𝑺𝒕𝒖𝒑𝒆𝒏𝒅𝒐 // Damiano x VictoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora