Capitolo 3 - La fine arte delle cazzate

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Remus la prima volta ci aveva quasi creduto. Ma chiaramente arrivare in orario alla prima lezione del primo giorno era troppo anche per lui.

Remus, abituato alla sua vecchia sveglia babbana, aveva continuato a dormire beatamente, fin quando non venne svegliato da un urlo acutissimo. Aprì gli occhi di scatto. Pessimo errore. Il sole che entrava dalla finestra lo accecò per qualche istante. 

"Qualcuno chiuda quella finestra!" sentì gridare Sirius, nel baldacchino affianco al suo. 

Si udì una risata isterica. 

"Ragazzi. Potremmo avere un problema."

Remus a quel punto era, suo malgrado, completamente sveglio. Tirò le tende del letto, solo per ritrovarsi James in piedi in mezzo alla stanza. Remus lesse il panico nei suoi occhi.

"Cosa c'è?" chiese allarmato. 

"Potremmo, ecco, ipoteticamente, essere in ritardo di due ore per le lezioni" rispose James guardandosi i piedi scalzi. Remus virò lo sguardo in direzione del letto di Frank, perfettamente rifatto. 

Cazzo.

Peter intanto si rigirò nel letto con un mugugno. 

"Peter ti sembra il momento?" gridò James esasperato e sull'orlo di una crisi di nervi.

Sirius aprì le tende con uno sguardo omicida negli occhi: "Smettetela di gridare o giuro su Merlino che vi affatturo!" ringhiò. "Volete dirmi che cosa succede?" chiese con sguardo minaccioso.

"Oh sai, siamo solo in ritardo di due ore, principessa" gli rispose Remus sarcastico. Con sua grande sorpresa Sirius si rilassò:

"Ok, pensavo peggio" rispose tornando a stendersi sul letto. Sia James che Remus lo guardarono male.

"Che c'è?"

James gli tirò addosso un cuscino. 

"Era davvero necessario?" chiese Sirius fintamente offeso.

"Sì" gli rispose tranquillo Remus. Peter russò rumorosamente. 

"Quindi adesso che si fa?" chiese Remus. 

Sirius fece spallucce: "Semplice, non si va a lezione. Siamo troppo in ritardo. Aspettiamo quelle del pomeriggio" propose disinvolto. Vedere Sirius così tranquillo mise Remus in agitazione. 

Allarme cazzata! Ripeto, allarme cazzata! continuava a urlargli il suo cervello. 

Nonostante lo conoscesse da ieri, aveva la bruciante sensazione che se Sirius era tranquillo, probabilmente allora non era una buona idea. Ma anche James sembrava convinto, e gli pareva più affidabile di Sirius. E poi cosa avrebbe fatto, altrimenti? Sarebbe andato a lezione da solo, interrompendo la McGonagall mentre spiegava e con gli occhi di tutti puntati su di lui? Remus non l'avrebbe mai ammesso, ma la McGonagall gli incuteva un sacrosanto terrore. Decisamente, la proposta di Sirius sembrava più allettante. Povero Remus, non aveva ancora idea che sia Sirius sia James erano dei veri e propri maestri nella fine arte delle cazzate.

"D'accordo" disse Remus con un sospiro. James lo guardò leggermente sorpreso, e poi commentò con un enorme sorriso: "Davvero Remus? Non mi sembravi il tipo."

"Ho un istinto di autoconservazione, a differenza vostra. Non ci tengo a farmi uccidere dalla McGonagall." borbottò in risposta Remus. 

"Quindi cosa facciamo fino all'ora di pranzo?" chiese Sirius. 

James ghignò: "Molto semplice, esploriamo il castello"

"So già che me ne pentirò" disse Remus rassegnato. 

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