Capitolo 21 - Il circolo degli idioti

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Nei giorni seguenti, Sirius non fece altro che osservare e appuntare mentalmente ogni singolo gesto, ogni singola parola di Remus Lupin. Fu quindi nel corso della settimana, che si accorse delle occhiaie che si scurivano giorno dopo giorno, del viso che si faceva sempre più pallido e delle occhiate nervose da sopra le spalle che il ragazzo gli rivolgeva. 

"Credimi, nasconde qualcosa" sussurrava a James quando Remus non era a portata d'orecchio. James si limitava a scrollare la testa bruna, e lo lasciava fare. Non capiva questa nuova fissazione dell'amico. Anche se Remus nascondesse sul serio qualcosa, erano comunque fatti suoi. 

"Se se la sente, ne parlerà" 

"Non credo se la senta di dirci che è un lupo mannaro, James" disse Sirius, calcando l'ultima frase. 

"Ma è assurdo. Insomma, Remus non può essere un lupo mannaro. Ha i libri..."

"...in ordine cromatico, lo so. Però tutto quadra." insisteva Sirius. 

Ma la cosa che lo stupì di più fu la fame. Mentre in genere Remus mangiava poco o niente, durante quella settimana aveva ingurgitato quantità sempre crescenti di cibo, e quando non erano nella Sala Grande durante i pasti, sbocconcellava sempre una Cioccorana o qualche altro dolciume. Eppure sembrava sempre più stanco. Continuava a chiedersi come avesse fatto a non accorgersene prima, quando adesso pareva così evidente, così chiaro. 

A lezione si metteva sempre dietro di lui. Le spalle si facevano di giorno in giorno più tese, il collo più infossato, e anche Remus era più schivo, più scontroso. Si scrocchiava il collo anche cinque volte in un'ora, e giocherellava continuamente con la penna d'oca, o con il bordo scucito della divisa. La gamba faceva perennemente su e giù sotto il tavolo, tanto che le penne di Peter, che gli sedeva affianco, erano cadute più di una volta. Sirius alternava le sue occhiate tra Remus e James, che sembrava ignaro di tutto.

Si stava immaginando tutto? Forse si stava lasciando condizionare da quello che aveva letto...

Ma quando riportava lo sguardo sulla figura stanca e malconcia davanti a sé, i dubbi sparivano di fronte alla certezza che la metamorfosi non avveniva solo nella sua testa.

Venne il 22 ottobre. Remus per il tutto il giorno non aveva fatto altro che tamburellare nervosamente la penna d'oca sul banco, bucando anche la pergamena. Gli occhi zigzagavano tra l'orologio appeso dietro la lavagna e la porta, controllando e ricontrollando. A Sirius pareva di sentire gli ingranaggi del suo cervello sbuffare e ticchettare, chiedendosi perché i minuti scorressero così lentamente. 

Dopo un'ultima, sudata mezz'ora, finì anche Trasfigurazione, e sotto lo sguardo sospettoso della McGonagall, finalmente Sirius, Remus, James e Peter uscirono dall'aula insieme agli altri. Il licantropo dovette ricacciare quello che sembrava un ringhio quando un primino gli pestò il piede, il che non sfuggì a Sirius, che di nuovo si girò verso James e Peter, che però ancora una volta sembrava che non l'avessero notato, ed erano andati avanti come se nulla fosse.

Remus si era fermato ad allacciarsi la scarpa, che si era slacciata quando il ragazzino del primo anno l'aveva colpita. 

"Smettila"

Sirius cadde dalle nuvole. "Eh?"

"Me ne sono accorto. È da una settimana che mi tieni d'occhio. Cosa vuoi?"

Sirius guardò gli occhi castano chiaro dell'amico, e gli sembrò intravedere un po' di giallo dietro il solito marrone.

"Cosa nascondi?" 

"Niente" disse Remus. Questa volta era quasi stato convincente. 

"Farò finta di crederci"

"Andiamo" Remus si alzò, e lo oltrepassò per andare a pranzo. A Sirius non restò che seguirlo, ancora una volta chiedendosi quali misteri si celassero dietro l'apparenza tranquilla del suo amico. 

Marauders: a HistoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora