Capitolo 9 - Luna piena

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"Nox" sussurrò Remus, spegnendo la sua bacchetta. Richiuse sospirando la sua copia de "Il gabbiano Jonathan Livingston", e lanciò uno sguardo alla finestra. 

La luna baluginava nel cielo notturno, pallida e azzurrina, rischiarando i prati di una tenue luce argentea. Adocchiò l'orologio da polso di James, sul suo comodino. Le 4:17. Normalmente non sarebbe riuscito a leggerlo con così poca luce, ma gli effetti della luna iniziavano già a farsi sentire. Ad un paio di occhi inesperti, sarebbe potuta sembrare piena, ma Remus sapeva, lo avvertiva dal formicolio elettrico nelle sue ossa, che non lo era, non ancora. Mancava poco. Mancava così poco. Era domani. Prese un respiro tremante. Poteva farcela. Era solo una notte, e ne aveva già passate tante, ormai. Silente poi gli aveva assicurato che sarebbe stato al sicuro. Sarebbe andato tutto per il meglio. Riusciva a scorgere la sagoma nera del Salice Schiaffeggiante nel parco del castello. Il giorno prima era stato convocato da Silente per discutere dei dettagli delle sue trasformazioni. Il Preside gli aveva spiegato che Madame Pomfrey lo avrebbe accompagnato al passaggio nascosto tra le radici dell'albero, subito prima di cena, per poi tornare la mattina seguente, e portarlo in Infermeria. Remus aveva annuito passivamente per tutta la durata del discorso. Era immensamente grato a Silente per avergli permesso di frequentare Hogwarts, ma, per quanto gli costasse ammetterlo, aveva paura. La prima luna al castello. Sembrava una grande cosa. Remus riaccese la bacchetta, ormai aveva rinunciato a dormire.

"Ancora sveglio?"

Sentì sussurrare dal letto di Sirius. Le tende del baldacchino si aprirono, rivelando la figura dell'amico, che sogghignava al buio.

"Già" ammise. "Anche tu?"

"Insonnia" rispose Sirius scrollando le spalle. Era solo in parte una bugia: lo sfogliare delle pagine e la debole luce della bacchetta di Remus che filtrava dalle tende lo aveva tenuto sveglio, ma sapeva già che non sarebbe riuscito a dormire comunque.  

"Allooora" riprese poi, sedendosi a gambe incrociate sul letto. "Che si fa?" domandò.

"Niente?" tentò Remus, confuso. Sirius sbuffò: "Dai, Remus, non dirmi che nella tua testolina geniale non c'è nemmeno un'idea su qualcosa da fare per far passare il tempo"

"Proprio nulla" disse Remus con un sorrisetto. "Torniamo a dormire?"

"Va bene" acconsentì Sirius contrariato. Remus spense la bacchetta, e entrambi tirarono le tende del loro baldacchino.

"Buonanotte" disse Remus.

"Buonanotte" rispose Sirius.

Il silenzio calò nella piccola stanza della torre di Grifondoro. Per poi essere nuovamente interrotto:

"Siete svegli?"

"James?" chiese Remus, dubbioso.

"Sì, sono io"

"Anche tu non riesci a dormire?" gli domandò Sirius.

"Sì. Principalmente perché continuate a parlare." si lamentò lui. 

"Ok, scusa" ridacchiò Remus.

"Torna a dormire, James" lo prese in giro Sirius.

"Ma ormai non ho più sonno" 

Si udì un tonfo. 

"James, sei tu?" chiese Sirius al buio in direzione di James.

"No. Credo sia Remus che ha tirato una craniata contro il suo letto." rispose James senza traccia di ironia. Un mugolio confermò la sua ipotesi. 

"Non ho parole" dichiarò Sirius. 

"Ah, parli tu" lo rimbeccò Remus. 

"Di cosa parla?" 

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