Mi ci era voluta tutta la mia forza di volontà per non alzarmi dalla sedia e dare un pugno in faccia a quell'oca. Per tutta l'ora continuai a ripetermi 'Non alzarti, la sua opinione non conta.'
Probabilmente era l'opinione di tutti, ero diventata la puttanella della scuola e mi veniva da piangere solo al pensiero. Io non ero una poco di buono, non sarei mai stata in grado di fare il doppio gioco. Perché le persone dovevano essere così crudeli? Perché amavano tanto spettegolare? Non riuscivano a capire che poteva ferire i sentimenti delle persone?
Non volevo essere la novità del giorno, o della settimana, o peggio del mese.
Sentii qualcosa tamburellarmi la spalla e voltandomi vidi il viso di Ashton. Sbattei le palpebre più volte come se fossi stata risvegliata da un sogno, o per meglio dire un incubo.
"È suonata la campanella, perchè non sei uscita?" disse divertito.
"Ero soprappensiero." dissi scuotendo la testa. Mi alzai dal mio posto e presi lo zaino.
"No ferma, ci penso io." disse premurosamente. Sorrisi e glielo lasciai fare. Mi accompagnò fuori dalla classe e tenni lo sguardo basso per tutto il tempo. Se le voci erano vere in questo momento avevo sicuramente tutti gli occhi addosso. Non volevo questo. Volevo passare inosservata, come era successo fino ad ora.
"Qualcosa non va?" chiese Ashton e potei percepire una nota di preoccupazione nel suo tono di voce.
Mi avrebbe preso per stupida se gli avessi detto cosa non andava. Lui riusciva a camminare a testa alta nonostante gli sguardi delle persone, io invece tenevo gli occhi bassi per paura che potessi incontrare quelli di qualcun altro e sentirmi giudicata.
"Nulla." risposi brevemente, non essendo neppure capace di mentire. Lui comunque decise di non fare altre domande, poggiò un braccio sulle mie spalle e mi attirò al suo fianco. Amavo il modo in cui riusciva a capirmi, non mi faceva mai pressioni.
"Sei preparata in chimica?" chiese quando entrammo in classe. Mi morsi il labbro e scossi la testa. In questi ultimi giorni studiare era stato l'ultimo dei miei problemi.
"Neppure io." dice facendo un smorfia. Risi per quanto era buffo.
"Ti fa ridere che sto per prendere un brutto voto?" disse cercando di fingersi offeso.
"Rido di te." dissi senza riuscire a smettere di sorridere.
"Credo che questo sia anche peggio." disse incrociando le braccia e guardando davanti a se.
Mi sedetti al mio posto e continuai a fissarlo. Mi guardò di traverso e quando notò che già lo stavo guardando riportò velocemente lo sguardo davanti a se.
"Non posso ignorarti se mi fissi in quel modo." disse a denti stretti.
"Perché?" chiesi avvicinandomi a lui.
"Perché mi viene voglia di baciarti." disse lanciandomi un'occhiata. Sorrisi alla sua confessione e mi avvicinai ancora di più. Adesso i nostri visi erano a pochi centimetri di distanza.
"Lo dici come se fosse una brutta cosa." sussurrai contro le sue labbra. Sentii il suo respiro di spezzarsi. Gli bastò sporgersi leggermente in avanti per far scontrare le nostre labbra.
"Buongiorno." la voce stridula della professoressa mi fece sobbalzare e mi allontanai da Ashton velocemente.
Lui mi rivolse un sorrisetto mentre io cercavo di trattenere una risata. Lui era così fantastico, con il suo sorriso, le sue parole riusciva a farmi dimenticare tutto. Ero sempre più dipendente da lui e nonostante amassi stare sempre con lui, questo mi terrorizzava.
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Savior || Ashton Irwin
Teen FictionTutti siamo nati per una ragione. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questa vita. Chi più importante, chi meno. Tutti tranne me ovviamente. Non ho uno scopo, non ho speranze, non ho prospettive, cerco soltanto di trascinarmi giorno dopo giorno...