Prison

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La campanella suonò e mi precipitai fuori dalla classe. Volevo evitare gli sguardi indiscreti dei compagni e dell'insegnante che, a causa del mio ritardo, mi aveva guardata male per tutta la lezione. E quel ragazzo, Ashton, mi faceva sentire a disagio. Sentivo il suo sguardo addosso e a volte il suo respiro caldo mi sfiorava il volto.

Arrivai al mio armadietto col fiatone e lo aprì per poter prendere i libri per l'ora successiva. Il freddo del metallo non mi provocava alcuna sensazione a contatto con la mia pelle. Anche io ero fredda dopotutto.

Presi il libro di storia, chiusi l'armadietto con forza e mi girai di scatto.

Andai a sbattere con quello che immaginavo fosse un muro. Caddi per terra provocando un tonfo.

"Scusami tanto!" disse una voce familiare. Dal tono sembró allarmato.

"Non fa niente." dissi accettando la sua mano e tirandomi su.

Alzai lo sguardo ed incontrai un paio di occhi nocciola con delle striature verdi. Avevo giá avuto il privilegio di osservarli.

"Davvero scusa, non pensavo ti saresti voltata così in fretta." disse scrutandomi in volto.

Abbassai lo sguardo imbarazzata. Mi accorsi che le nostre mani erano ancora intrecciate.

Sfilai in fretta la mano e vidi la sua finire nella tasca anteriore dei suoi skinny jeans neri.

"Tranquillo." riuscii a sbiascicare prima di voltarmi per dirigermi in classe.

Mi sentii bloccare il polso e una voce attirare la mia attenzione.

"Aspetta. Volevo solo parlare con te." disse grattandosi la nuca. Mi rivolse quello che immaginai fosse il suo sorriso più bello.

"Cosa c'è?" dissi evitando di guardarlo negli occhi. Si poggiò contro gli armadietti.

"Sei di Sidney?" disse mentre giocava con quel cerchio di metallo che avvolgeva una piccola parte del suo dito.

"Si." tagliai corto. Non avevo voglia di parlare.

"Sei una ragazza di poche parole. Non ti ho mai vista in giro." disse inclinando leggermente il volto in modo da incontrare il mio sguardo.

"Non sono una ragazza cha va in giro." dissi incontrando coraggiosamente il suo sguardo.

"Da oggi si. Ci vediamo all'uscita davanti il cancello." disse fiondandosi su di me e lasciandomi un morbido bacio sulla guancia. "A più tardi." sussurrò a contatto con la mia pelle. 

Mi sfiorò la spalla passando accanto a me, portando con se un ciocca di capelli che ricadde morbida sulla mia schiena. Come una folata di vento in una giornata autunnale.

Presi un profondo respiro inebriandomi della scia di profumo che aveva lasciato. Scossi la testa cercando di tornare in me. Mi diressi verso quella che sarebbe stata la mia gabbia per i prossimi 60 minuti.

Passai il resto della mia giornata recandomi da una cella all'altra, camminando nel corridoio come se avessi delle catene ai piedi e stessi per essere giustiziata.

La campanella mi salvò dal suicidio e mi fiondai fuori da quel posto. Posai i libri e presi lo zaino. Stavo per uscire dal cancello ma il mio polso venne bloccato dalla mano di qualcuno. Mi girai e incontrai di nuovo quegli occhi.

"Ti avevo detto di aspettarmi qui." disse un po' dispiaciuto. Una strana sensazione mi attanagliò la bocca dello stomaco. Non lo avevo mai provato prima. 

"Si, infatti.. mi stavo.. mettendo qui ad aspettartil." balbettai in preda al panico. Non pensavo dicesse sul serio. Nessuno voleva passare del tempo con me, neppure a me piaceva stare con me.

"No, non è vero. Ma ti ringrazio per aver tentato di non ferire i miei sentimenti." disse abbozzando un mezzo sorriso. Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe che all'improvviso diventarono la cosa più interessante del mondo.

"Dai andiamo a pranzare." disse poggiando un braccio sulle mie spalle e avvicinandomi a se.

"O..okay." sussurrai imbarazzata. Sentii un calore accumularsi nelle mie guance, ed ero più che sicura di apparire come un semaforo rosso. Sembrava un meccanismo di autodifesa. 

"Allora, da quale scuola vieni?" disse chiaramente interessato mentre ci avviavamo lungo il marciapiede. Non volevo rispondere a quella domanda, faceva troppo male anche solo ricordarne il nome.

"Non ha importanza da dove vengo, ma che io sia qui in questa scuola." dissi godendomi quella passeggiata. Era da tanto che non lo facevo. Preferivo avvolgermi in una coperta e stare al computer ascoltando musica.

"Hai ragione. Sei diversa da quelle con cui parlo di solito." disse facendo un sospiro. Mi voltai verso di lui e alzai leggermente il viso. Stava sorridendo. Lo faceva con molta naturalezza. Io avevo quasi dimenticato come si faceva.

"E' una cosa brutta o bella?" dissi senza smettere di fissarlo. Si accorse con la coda dell'occhio di quello che stavo facendo e si avvicinò pericolosamente al mio viso. I nostri nasi quasi si toccarono.

"E' una cosa molto bella. Voglio scoprire tutto di te. Sei un tale enigma." disse guardandomi con curiosità, come se fossi un mistero che andava risolto.

"Sono solo io. Non c'è nessun enigma." dissi interrompendo il nostro contatto. Mi strinse di più a se.

"Più dici questo, più ho voglia di scoprire cosa si nasconde dietro questo bel faccino." disse poggiando un dito sotto il mio mento e sollevando il viso verso il suo.

"Nessun enigma, nessun bel faccino. Non capisco se è me che stai guardando o qualcun'altro." dissi sciogliendomi dalla sua presa. Aggrottò le sopracciglia e mi guardò stranito.

Non gli lasciai tempo per rispondermi perchè ero già corsa via. Sentivo un dolore al petto, ma non avevo intenzione di voltarmi.

Sapevo che lui sarebbe riuscito a leggermi dentro, come nessuno era mai riuscito a fare. Ma non volevo che tutto lo schifo che ho passato ritorni a galla. Non voglio riviverlo indirettamente.

Arrivai a casa e buttai lo zaino per terra. Corsi nella mia stanza mentre la voce di mia madre squarciava il silenzio che abitava in quella casa.

Mi rifugiai sotto le coperte, usandole come scudo. Non potevo permettergli di conoscermi. Lui era un ragazzo normale, non come me. L'avrei trascinato nel buio, e per me era una prigione. Non volevo che lui facesse la mia stessa fine.

Sono destinata a rimanere sola. 

BELLEZZE!

Prima di tutto vorrei scusarmi per il ritardo, ma non ho avuto tempo.

Sono contenta che la storia sia piaciuta e sono molto contenta di poterla continuare. Mi raccomando, commentate e votate. Grazie a tutte, vi amo. Un bacio :*

Savior || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora