"Ashton." tuonò la voce di sua madre nel salone. Sobbalzammo entrambi quando si sbattè la porta alle spalle raggiungendoci.
"Mamma, aspetta." fece Ashton per alzarsi ma lei lo spinse sul divano.
"No, non aspetto niente. Lo sapevo che non dovevo lasciarti solo con.. con lei." disse indicandomi e facendo trasudare disprezzo da quel lei.
Sentii del calore accumularsi sulle guance, ma non per l'imbarazzo. Bensì per la rabbia.
"Scommetto che hai scaricarato tua sorella in camera sua." disse continuando a rimproverarlo. Le mani di Ashton erano chiuse a pugno e potevo vedere le nocche diventare bianche. Il suo respiro accellerò e sapevo che stava cercando di trattenere la rabbia nei confronti di questa donna che era sua madre.
"Si era addormentata. L'ho messa a letto." disse con voce bassa facendomi venire un brivido alla schiena.
"Certo, questo era il tuo piano. Mettere tua sorella a letto e poi portarti lei a letto." disse lanciandomi un'occhiataccia. Sgranai gli occhi mentre la rabbia si impossessava di ogni centimetro del mio corpo. Se gli sguardi potessero uccidere, quella donna sarebbe già morta.
"Sapevo che non dovevo fidarmi. Per quanto riguarda te, adesso puoi anche andartene." disse rivolgendosi nuovamente a me. Affondai le unghia nel palmo della mia mano per trattenermi dallo schiaffeggiarla. Mi girai verso Ashton, aspettando che fosse lui a dirmi se dovevo lasciarlo nelle sue grinfie o meno.
Annuì quasi impercettibilmente e capii che voleva affrontarla da solo. Mi alzai di scatto dal divano e mi precipitai alla porta rendendo chiara la mia rabbia. Non mi sbattei la porta alle spalle perchè non volevo svegliare Rose.
Iniziai a camminare verso casa mia. Era molto tardi ed era distante dalla sua, ma non me ne importava nulla. Dovevo scappare da quella casa, e il fatto che Ashton me lo aveva permesso, fu liberatorio per me. C'era qualcosa in quella donna che riusciva a tirare fuori il peggio di me.
Con le persone mi limitavo ad essere indifferente, menefreghista. Ma come potevo fare ad ignorare il suo comportamento? Trattava Ashton come se fosse un poco di buono e non era quello mi risultava dalle poche volte passate in sua compagnia.
Non avrei dovuto andarmene così, lo so. Ma il mio autocrontrollo sarebbe potuto crollare se non fossi uscita da quelle quattro mura che ci circondavano.
Mi ritrovai a calciare un piccolo sasso lungo la strada deserta, sperando di scaricare la tensione.
Arrivai a casa dopo quella che mi sembrò un'eternità.
La mattina feci tardi, forse perchè avevo dormito solo 5 ore e per me non erano abbastanza. Penso che per nessuno siano abbastanza. Come al solito mia madre mi spinse a calci fuori casa mentre tenevo tra i denti un caldo ed invitante pancake.
Balzai giù dall'auto correndo lungo le scale dell'edificio sperando che avessi mancato l'inizio delle lezioni solo di qualche minuto. Sfortunatamente la prima lezione della giornata era chimica ed avevo quasi paura ad entrare. Presi un bel respiro e bussai prima di aprire la porta.
La professoressa distolse lo sguardo dalla lavagna per posarlo su di me. Si abbassò leggermente gli occhiali lungo il suo prominente naso,così da potermi fissare senza alcuna barriera. Così da potermi incenerire.
"Di nuovo in ritardo. Questo non gioca a suo favore signorina Cooper." disse lentamente e scandendo le parole. Annuii quasi senza prestare attenzione mentre il mio sguardo si rivolse freneticamente alla classe in cerca di Ash.
"Prenda posto prima che cambi idea." disse infastidita dal mio comportamento. Mi sedetti da sola visto che in classe lui non c'era.
Mille pensieri mi invasero la testa. Cos'era successo con sua madre? Cosa lo aveva portato ad assentarsi dopo la loro discussione? Odiavo quella donna anche se non ci avevo mai effetivamente parlato. Mi bastava il suo atteggiamento e il suo modo di parlare a suo figlio. Presi il telefono e pensai di mandargli un messagio, ma ripensandoci non avevo il suo numero.
Mi trascinai per il resto della giornata da una lezione all'altra finchè non vi fu la pausa pranzo. Presi un vassoio e qualcosa da mangiare, nonostante non avessi molta fame.
"Charlie!" urlò il ragazzo dai capelli neri e la pelle ambrata raggiungendomi. Avevamo attirato l'attenzione di tutti e la cosa mi infastidiva. Cercai di sorridergli, mentre cercavo di ricordare il suo nome.
"Oh ciao Calum." dissi con voce esitante sperando di aver indovinato. Mi avvolse un braccio intorno alle spalle e sgranai gli occhi a quel tocco. Mi trascinò al suo tavolo insieme ai suoi amici, quelli che mi aveva presentato Ashton.
"Ho visto che Ashton oggi non c'è, ma non ti faccio stare sola in mensa." disse facendo segno di sedermi.
"Ciao bella." disse il ragazzo dai capelli rossi. Ma non li aveva lilla ieri?
"Ciao." dissi cercando di sorridere. Il mio sguardo venne calamitato dal ragazzo con i capelli biondi. Mi fissava, ma non accennò a parlarmi. Neanche io lo feci. Mangiai prestando attenzione alle loro conversazioni e ai loro modi di fare che riuscivano a mettermi di buon umore.
Fin troppo presto fu ora di ritornare in classe, ma non ero dispiaciuta visto che avevo matematica.
"Io vado, ho matematica e non voglio fare tardi." dissi ai ragazzi alzandomi dal tavolo.
"Ti accompagnerei in classe, ma io e Mikey abbiamo ginnastica." disse Calum scusandosi silenziosamente. Gli sorrisi cercando di rassicurarlo.
"L'accompagno io." disse Luke senza guardare nella mia direzione.
"Perfetto. Noi andiamo in palestra, ci vediamo all'uscita." disse il ragazzo dai capelli neri rivolgendomi un sorriso.
Mi sentivo a disagio quando ci lasciarono soli. Picchiettavo le unghia contro il tavolo mentre lui raccoglieva le sue cose e si buttava alle spalle il suo zaino.
Mi lanciò un'occhiata e mi fece cenno di seguirlo. Mi accodai a lui e tenevo la testa bassa. Qualcosa di lui mi intimidiva, ma non ero ancora riuscita a capire cosa.
Andai a sbattere contro la sua schiena quando si fermò all'improvviso.
"Che c'è?" dissi intimorita dalla sua reazione. Mi massaggiai la fronte e pensai a quanto erano massicce le sue spalle quando ci sbattei contro.
"La porta è gia chiusa. Sicura di voler entrare?" disse alzando un sopracciglio mentre aspettava una mia decisione.
"Non lo so. Tu cosa consigli?" dissi mordendomi il labbro inferiore. Il suo sguardo venne catturato dal mio gesto.
"Non è comprensivo in fatto di ritardi. É meglio se andiamo in cortile." disse riportando il suo sguardo sui miei occhi. Annuii piano e lo seguii fuori.
Era alto, molto alto. La sua carnagione era chiara e sotto il sole di Settembre era ancora piú evidente.
"Vuoi rimanere lì in piedi a fissarmi o vuoi venire a sederti accanto a me?" disse prendendomi in giro. Scossi la testa per riprendermi e presi posto sul muretto posizionato proprio sotto un grande albero.
"Dov'é Ashton?" chiese all'improvviso.
"Non lo so." dissi rendendomi conto di non avere sue notizie dalla sera prima.
"Se fossi in te gli starei lontana." disse mentre riduceva a brandelli una piccola foglia appena caduta.
"Perchè dici questo?" dissi confusa. Era il suo migliore amico. Perchè ne stava parlando male?
"Perche lo conosco." disse puntando i suoi occhi azzurri nei miei.
WARRIOR
Stavo ascoltando questa canzone di Demi Lovato ed é davvero fantastica.
Volevo chiedervi una cosa molto importante. Qualcuna di voi vende un pacchetto vip o un biglietto standing gold o anche della prima platea per il concerto dei 5sos a Torino? Se ne avete 2 sarebbe ancora meglio. Vorrei davvero andarci, ma non riesco a trovare qualcuno che possa vendermeli (a prezzi ragionevoli e non al doppio del prezzo originale).
Se la risposta è si scrivetemi nei messaggi.
Grazie per aver letto anche questo capitolo. Sono contenta che la storia vi piaccia, buonanotte vi amo! <3
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Savior || Ashton Irwin
Teen FictionTutti siamo nati per una ragione. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questa vita. Chi più importante, chi meno. Tutti tranne me ovviamente. Non ho uno scopo, non ho speranze, non ho prospettive, cerco soltanto di trascinarmi giorno dopo giorno...