"Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere"
(William Shakespeare, "Amleto")
LOUIS
La legge dell'attrazione. Era questo ciò a cui pensava ammirando il cielo stellato, quella sera, con gli occhi persi a ricordare le costellazioni che una volta guardava con sua madre, e che in quel momento erano offuscate dalle leggere nuvole formatesi nel cielo inglese. Sospirò, avvicinando in automatico la sigaretta che aveva tra le dita alle labbra, prendendone un tiro generoso, prima di espirare l'aria fuori, in un atto quasi liberatorio.
Secondo una delle teorie più affascinanti e misteriose dell'intero universo, gli uomini hanno la capacità di attirare qualunque cosa desiderino, anche inconsciamente, che sia positiva o negativa, attraverso la forza dei propri pensieri. Il potere della mente, quindi, è così incredibilmente forte da permettere alle persone di fungere da "magneti", i quali sono in grado di inviare al mondo esterno impulsi, pensieri, emozioni, ricevendo come risposta l'arrivo inatteso di qualcosa, o qualcuno.
Aveva scoperto che erano in pochi ad essere a conoscenza di questo fenomeno, ed ancora meno erano coloro che ci credevano veramente. Lui, invece, aveva deciso di farlo, perché si era ritrovato in ogni singola parola che aveva letto ed appreso quella sera di non molto tempo prima, avvolto nelle sue coperte bianche e profumate di pulito, con la pioggia battente a fare da mistico sottofondo alla sua ricerca notturna.
La musica che proveniva in quel momento dal locale era piuttosto assordante, al punto tale da distrarlo dai suoi pensieri, e riportarlo alla realtà. Ci fu un leggero flash, in cui rammentò la Cintura di Orione, una delle costellazioni preferite di sua madre, che era rimasta impressa nella sua mente come incisa col ferro a caldo, prima di gettare la sigaretta ormai consumata lontano da lui, e rientrare dentro, facendosi forza per spingere la maniglia ed immergersi di nuovo nel clima della nottata.
La folla, soffocante e ai limiti dell'euforia, si muoveva in circoli continui ed amorfi sulla pista da ballo, emettendo un'assordate coro di risate e schiamazzi che si fondevano quasi alla perfezione con la musica che il DJ aveva selezionato per la serata.
Con le mani in tasca e la testa bassa, Louis superò la pista, trovando un piccolo posto apparentemente dimenticato da tutti proprio vicino all'ingresso. Si appoggiò con la schiena contro il muro, sgranchendosi il collo in movimenti lenti, guardando a debita distanza l'ambiente in cui quelle persone davanti a lui sembravano esser state risucchiate, completamente fuori dal mondo.
Era ciò che i suoi occhi analizzavano e scrutavano con noiosa curiosità da circa tre anni, gli stessi suoni, gli stessi atteggiamenti. Era quella la sua vita attuale: il monotono e continuo movimento delle lancette dell'orologio che segnavano una nuova ora, un nuovo giorno. Niente colori, niente movimento, niente attività sensoriale.
Poteva essere un perfetto ossimoro, considerato il posto in cui si trovava in quel momento: uno dei pub più in voga di Londra, il No Control, in cui la vita pulsava ad un ritmo incessante, come se in quello spazio chiuso tutto girasse più velocemente del normale. I led colorati illuminavano la pista da ballo, passando poi per il bancone del bar e per l'area privè eppure, in tutti quei colori sgargianti, lui si sentiva totalmente al buio, fuori posto, fuori dal mondo.
Era da tre anni che non provava niente di nuovo, tre anni in cui aveva faticato per ottenere un piccolo pezzetto di serenità, che come conseguenza aveva riportato in lui una paura nell'aprirsi al mondo, alle cose belle che una volta lui amava scoprire, e che in quel momento rifiutava in maniera categorica. Non ricordava nemmeno cosa volesse dire essere felice, fare qualcosa per se stesso, per il piacere di farlo. Si sentiva stanco, affaticato da quella vita che, paradossalmente, non si componeva di nulla. Nonostante ciò, però, non aveva voglia di cambiare, di dare una svolta, di modificare quel senso di vuoto che provava senza sosta. Forse non ne aveva il coraggio, oppure non voleva rischiare di soffrire di nuovo, di spezzarsi sotto il peso lacerante del dolore che lo aveva segnato profondamente, lasciando dietro di sé una scia di cicatrici fisiche e morali.
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City of stars, are you shining just for me?
FanfictionQuesto è un racconto di avventura in quattro atti, è un viaggio alla scoperta dell'amore e di se stessi; un viaggio alla scoperta dell'arte e della sua immensa bellezza. È un'odissea attraverso Londra, Roma, il Salento, un teatro ed un pub. È una...