"E' stata una vita di sacrifici e di gelo! Così si fa il teatro. Così ho fatto! Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere! E l'ho pagato, anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando si sarà fermato"
(Eduardo De Filippo)
HARRY
Louis.
Quel ragazzo non aveva abbandonato la sua mente confusa ed agitata. Sentiva i suoi occhi azzurri irrompere nella sua anima come dei coltelli affilati, prepotenti e dolorosi, ogni qualvolta decideva di chiudere gli occhi per riposare. Puntualmente, il suo volto delicato e triste sembrava essere fonte di pace e di tormento, mentre continuava a chiedersi il motivo nascosto dietro queste inaspettate sensazioni, provenienti da parte di qualcuno che, all'apparenza, sembrava non avergli lasciato nulla.
Era passata appena una settimana, e tutto ciò a cui aveva pensato era stato quei due squarci di blu che rivedeva ormai in ogni singola cosa, nel cielo sopra di lui, nel piccolo laghetto ad Hyde Park, nelle luci artificiali della notte. Tutto gli appariva diverso, in quel momento, come se quel colore fosse improvvisamente diventato differente, assumendo una nuova tonalità a lui prima sconosciuta, dopo aver visto quanto dolore si può celare dietro quelle sfumature azzurre.
Era un blu particolare, quegli occhi avevano tanto da raccontare eppure apparivano assenti, vuoti. Erano più oscuri della notte che aveva avvolto il loro primo incontro, più cupi del cielo di Londra nelle quotidiane uggiose giornate invernali, più foschi dell'abisso in cui era stato trascinato dalla droga, la sua fedele amica, la sua distruzione.
Il pensiero volava spontaneo, alle volte, alla sua vita passata, ad un atto dedicato agli eccessi, ai vizi più reconditi della natura umana, spesso nascosti dietro un bel sorriso. No, lui li aveva lasciati liberi, liberi di volare, liberi di portarlo alla perdizione. Non era stato capace di incatenarli, erano riusciti a sgattaiolare via dalle celle del suo inconscio ed avevano abitato la sua parte conscia, consumandolo lentamente dall'interno.
Solo il teatro, ancora una volta, riusciva a riportarlo in una dimensione più concreta, evitando di far sì che si perdesse nei meandri dei suoi pensieri, accompagnati da quel silenzio che metteva paura, per molti confortevole al punto da essere sopravvalutato.
Scosse la testa, ritornando a prestare attenzione ai fogli che aveva tra le mani.
"Okay, riprendiamo da questa scena. Ci sei?"
Alzò gli occhi verso Zayn, seduto sulla sua poltrona, intento a sfogliare le pagine con aria concentrata. Le sue iridi nere come la pece, ad un certo punto, puntarono le sue, prima che le sue gambe si muovessero di scatto, e lui si alzasse in piedi, gettando il copione sul letto vicino a lui.
"Harry, siamo su questo pezzo da almeno un'ora, possiamo anche vedere altro" provò a proporre, strofinandosi gli occhi e sussultando appena quando un lampo illuminò quel pomeriggio di tarda estate, tanto vicino al suo balcone da far spaventare entrambi.
Harry si buttò sul letto, fissando il soffitto con aria sconfitta, i capelli sparsi intorno a lui. Era inutile, non riusciva a concentrarsi, e continuava a dimenticare le battute come un principiante, come se allo spettacolo non mancasse meno di un mese. Sbuffò rumorosamente portandosi le dita tra i lunghi capelli castani, sedendosi poi e legandoli in maniera disordinata.
"No" replicò, puntando un dito nella sua direzione, "E non contraddirmi. Io non...sto riuscendo a concentrarmi, questo pomeriggio. Se...se non vuoi, puoi anche andare via"
Zayn lo guardò dall'alto, recuperando i suoi fogli con tutta la pazienza che sembrava essergli rimasta in corpo ed attese che lui fosse pronto, con le braccia conserte e gli occhi fissi su di lui.
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City of stars, are you shining just for me?
FanfictionQuesto è un racconto di avventura in quattro atti, è un viaggio alla scoperta dell'amore e di se stessi; un viaggio alla scoperta dell'arte e della sua immensa bellezza. È un'odissea attraverso Londra, Roma, il Salento, un teatro ed un pub. È una...