ATTO II- SCENA I

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"Ubi amor, ibi dolor"

LOUIS

"Ciao"

Arrivò all'improvviso, come una stella cadente in un cielo invernale. Inaspettata e tremendamente bella, anche se lui non avrebbe mai ammesso che quel semplice saluto, detto in quella maniera, da parte di quella persona, lo avesse fatto sussultare appena di gioia. Forse semplicemente perché era più facile concentrarsi sulla rabbia che subentrò un istante dopo, e che sembrò spazzare via quel piccolo e dolce sentimento che aveva provato all'udire quella parola.

Era passata poco più di una settimana dalla sera a teatro, ed a parte quel piccolo momento di felicità che si era concesso con i ragazzi, quel pomeriggio sul Riverbank, aveva cercato di concentrarsi quanto più possibile sul lavoro, o su qualunque cosa lo aiutasse a mantenere il pensiero di Harry lontano dalla sua mente. Certo, non che tutto ciò avesse sempre funzionato alla perfezione, ma in qualche modo era riuscito a sopravvivere, ed era convinto che avrebbe potuto continuare a farlo, se lo avesse avuto almeno a qualche chilometro di distanza da lui.

Gli interrogatori di Liam e le lamentele di Niall non avevano aiutato, in ogni caso, ma non poteva biasimarli; probabilmente, non era riuscito a mascherare quell'involontaria stizza che sembrava averlo colto alcune sere al locale, spesso e volentieri sfociata in lacrime nervose consumate insieme ad una sigaretta, o forse due, nella parte sul retro del locale. Posto dove si trovava anche in quel momento, un rifugio dalla calca caotica che si riversava a ritmo di musica esageratamente alta.

Ovviamente, non aveva ancora fatto i conti con la sua testardaggine, e probabilmente con un po' di quell'egoismo che sembravano far parte di lui.

Si voltò appena nella sua direzione, e lui era semplicemente lì, immobile. Aveva legato i capelli in una crocchia disordinata, e stranamente i suoi vistosi completi avevano lasciato spazio ad un paio di pantaloni di tuta ed una felpa pesante sui toni del turchese. No, non avrebbe nemmeno ammesso che anche in quella tenuta, lo trovava assolutamente bellissimo.

Sospirò, scuotendo la testa, cercando di rimanere impassibile, con la schiena appoggiata al muro ed una sigaretta dimenticata che si stava lentamente consumando tra le sue dita.

"L'ingresso principale è dall'altra parte" replicò, secco, smorzando quella strana gentilezza che aveva notato nel modo in cui gli aveva rivolto la parola, e che sperò fosse solo un'illusione.

"Sono venuto per te, in realtà"

No, non era decisamente un'illusione, il suo tono mansueto. E Louis sentì come se avesse potuto dirgli di tutto, inveire contro di lui e urlargli in faccia il dolore che gli aveva causato, perché in ogni caso era certo che lui non si sarebbe opposto, né avrebbe alzato di molto la sua voce col solo scopo di attaccarlo. Come se sapesse che era nel torto, e stesse cercando di migliorare la sua situazione in qualunque modo.

Perché ti interessa tanto, in ogni caso?

Un piccolo sorriso divertito spuntò sulle sue labbra sottili, prima che lanciasse con violenza la sigaretta ai suoi piedi, schiacciandola con determinazione.

"Ah, sì? Beh, penso che tu abbia già reso piuttosto chiara la situazione, l'altra sera" puntò gli occhi contro di lui, fronteggiandolo con le braccia conserte ed una finta espressione da duro, sperando che questa avrebbe potuto soccombere alle evidenti mancanze che trasparivano dalle sue mani tremanti e dai brividi che corsero veloci lungo tutta la schiena, nel momento in cui venne colpito dal suo sguardo insicuro. "Che c'è, il tipo che hai chiamato al cellulare non è più venuto, alla fine?" lo provocò, per vedere fino a che punto si sarebbe potuto spingere, fino a quando Harry avrebbe mantenuto quell'espressione colpevole in viso.

City of stars, are you shining just for me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora