ATTO II- SCENA III

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Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?

(William Shakespeare)

LOUIS

Si girò nel letto, volgendo la testa verso la porta-finestra del balcone, quando un piccolo raggio di sole illuminò direttamente il suo viso stanco, intrufolandosi attraverso la tenda e la persiana. Strizzando le palpebre prima di strofinarle con le mani, cercò di mettere a fuoco la sagoma del ragazzo accanto a lui.

Sorrise, quando la sua vista ormai chiara venne inondata dal viso di Harry, a pochi centimetri dal suo, che ancora perso nel sonno rilasciava piccoli sbuffi d'aria con la bocca semiaperta, accucciato in posizione fetale. Louis si ritrovò per l'ennesima volta a fissare con segreta adorazione i suoi lineamenti delicati, protetti dalla luce del sole che si scontrava con le sue spalle, mentre il suo volto rimaneva all'ombra, nascosto dai lunghi capelli disordinati.

Con delicatezza, cercò di spostare con le dita una piccola ciocca ricadutagli sulle guance, pregando di non svegliarlo. Harry sospirò, trattenendo poi il fiato per un secondo, e Louis si ritrasse immediatamente, lasciando un piccolo spazio tra loro. Quando si rese conto che era solo un effetto del sonno, si concesse di potersi rilassare di nuovo, riavvicinandosi a lui facendo meno rumore possibile.

Non avrebbe voluto farlo, ma i suoi occhi ricaddero in automatico sulle sue labbra schiuse, e la sua mente vagò fino a raggiungere la sera del loro bacio, che appariva un lontano ricordo, nonostante non fosse passato poi così tanto tempo da quella notte di settembre.

Rammentò quella sensazione di freddo e calore allo stesso tempo, di paura e di incredibile bellezza, di libertà e prigione, legato ai suoi sentimenti incontrollabili. Ricordò il suo cuore ballerino, scatenato ed irrequieto, le farfalle nello stomaco, la mente che non riusciva più a formulare un pensiero razionale. Ripensò alle sue mani attorno al suo volto, al suo fiato corto, al suo profumo totalizzante.

Sei così bello da non sembrare reale.

Provò a far chiarezza sul modo in cui fossero finiti a dormire insieme, ma i ricordi delle ore successive dalle cinque di mattina, quando entrambi avevano abbandonato il balcone rendendosi conto dell'eccessiva umidità, apparivano confusi. Era sicuro avessero condiviso una bottiglia di alcol su quello stesso letto, così come era sicuro che non fosse successo niente che meritasse di esser ricordato, tra loro due. Probabilmente, erano caduti in un sonno profondo non appena avevano appoggiato la testa sul cuscino.

Tastò il piano del comodino dietro di lui, afferrando il cellulare solo per controllare che fosse mezzogiorno, e che Niall gli aveva mandato un messaggio, chiedendogli dove fosse finito. Sorrise, ripromettendosi che gli avrebbe risposto dopo.

Lanciò un ultimo sguardo in direzione di Harry, stiracchiandosi in silenzio e scostando lentamente le coperte, prima di alzarsi e decidere di lasciarlo dormire ancora un po'. Si diresse in bagno con solo i calzini ai piedi, prima di impiegare la stessa attenzione nell'evitare di svegliarlo scendendo giù dalle scale a piccoli passi.

Con la luce del giorno che entrava più coraggiosamente nell'ambiente del soggiorno, Louis si prese il suo tempo per analizzarlo con calma, guardandosi attorno.

Non si aspettava di certo di trovare una casa disordinata, da una persona come lui. Il soggiorno era perfettamente pulito e sistemato, decorato secondo uno stile sobrio che tendeva verso colori tenui, bianco e arancione pastello. La cucina era moderna e davanti ad essa vi era un tavolo di legno azzurro su cui era posizionata una tovaglia trasparente ed un cesto di frutta.

All'angolo della sala, un divano con penisola era posizionato sopra ad un grande tappeto grigio, che accoglieva anche un piccolo tavolino in vetro. Davanti al divano era posto un grande televisore nero e sopra di esso un planisfero adesivo con alcune istantanee fermate da punes colorate.

City of stars, are you shining just for me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora