due.

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Lauro

cammino lentamente sapendo perfettamente che la ragazza mora mi sta ancora fissando incazzata ed io con un sorrisino sulle labbra faccio finta di nulla andando verso Edoardo che è già dentro a bere qualcosa.
"edoà, nun me la presenti?" dico io intromettendomi tra i due innamorati.
"oh giusto, te ne avevo parlato, Lauro Elisa, Elisa Lauro" dice con un gesto per indicarci entrambi mentre contemporaneamente porgiamo la mano destra.
"nelle foto sembravi più basso" mi rivolge la parola facendomi ridere.
"non è la prima volta che me lo dicono" dico io.
"hai visto per caso una ragazza riccia e mora vestita di nero? non la trovo più" mi chiede lei guardandosi intorno.
"girati" dico io guardando dietro di lei la stessa ragazza di prima.

so già, senza conoscerla, che tipo è: figlia di papà, con più soldi che amici.
molto probabilmente è l'invidia che parla, ma ammetto che preferisco vivere come son ora che viver una vita così facile come la sua.
"carina eh" sussurra edo vicino a me che guarda le due amiche parlare, giro gli occhi, so benissimo che dietro a quel bel viso si nasconde di tutto e di più, ma forse è meglio così, che nasconda tutto dietro a quel bel faccino.
sorrido alla mora vedendo la sua faccia scocciata nel vedermi di nuovo.
"non ci siamo presentati prima"
"eri troppo occupato ad esser prepotente" mi risponde acida.
"piacere Lauro" dico facendole un occhiolino di sfuggita.
"Azzura" dice facendo un sorriso finto apposta.

dopo poco i due ritornano a parlare fra di loro e noi due sentendoci di troppo ce ne andiamo fuori in giardino con in mano un bicchiere attesta.
"pe' una come te questa è brutta vita, ve'?"
"per una come me, come?" dice girando il volto verso di me curiosa.
"mah, t'ho già detto quel che penso dei figli di papà"
"mi hai stancata, per tua informazione mio padre ha deciso di fare altro piuttosto che il padre, quindi se ho opportunità che voi non potete avete non è perché ho il padre ricco" dice avvicinandosi quasi minacciandomi guardandomi negli occhi.
"esser una figlia di papà non vuol dire avere per forza un padre" dico io fin troppo pungente facendo scatenare in Azzura qualcosa negli occhi.
annuisce ripetutamente e lentamente si allontana a me andando da dei ragazzi che fumano e bevono, ci parla e ritorna da me con tra le dita una sigaretta, se così si può chiamare.
la porta alla bocca, l'aspira e poi espira il fumo che si era fermato in bocca, scatenando in me una risata rumorosa.

"non ti basta?"
"Azzurra non te ne accorgi come parli di noi? noi chi poi? malfamati? sei una figlia di papà piena di pregiudizi" le dico sorseggiando il liquido contenente nel bicchiere che ho in mano da un po'.
"Lauro, non te ne accorgi come parli di me? mi paragoni ad una figlia di papà, sei pieno di pregiudizi come me" dice copiandomi qualche battuta, alzo le spalle e non curante di quel che pensa o che vorrebbe dire mi incammino per andarmi a fare una passeggiata.
"sei un maleducato!" quasi urla attirando la mia e l'attenzione di molti altri presenti.
"non devi per forza star li" le dico senza girarmi e quando sento dei passi avvicinarsi a me sorrido di nascosto.
"ti han mai detto che sei uno stronzo?" interrompe il silenzio continuando a camminare seguendomi.
"quasi una mezz'ora fa proprio te" dico facendola ridere cosa che mi fa piacere sotto sotto.

dopo vari chilometri una suoneria interrompe il silenzio che contorna questo momento e quando sento la suoneria diversa dalla mia capisco che è quella di Azzura.
quest'ultima prende il telefono dalla tasca dei pantaloni neri e guardando prima chi è risponde.
"oi Eli" dice lei preoccupata.
"ma stai bene è successo qualcosa?"
"come vuoi restare da edo?"
"vabbene, ma io come ci torno a casa?"
"come sarebbe a dire cazzi tuoi?"
"vaffanculo Elisa"

dopo questa serie di battute tra le due amiche la guardo mentre si agita infastidita.
"tutto bene?" le chiedo io cercando di fare la persona educata.
"il tuo caro amico edo ha deciso che proprio oggi si vuole scopare la mia migliore amica e quindi io non so come cazzo tornare a casa" dice scompigliandosi i capelli ricci.
"ti ha detto dove vogliono dormire?"
"si, a casa sua, perché?" mi chiede con un'espressione interrogativa.
"perché non mi va di stare a casa con due che scopano" dico io prendendo il telefono dalla tasca destra dei jeans.

"oh edoà"
"laurè, che voi?"
"do stai? cor cazzo che torno a casa e te trovo scopà"
"ma che c'hai, non ho mai portato una ragazza a casa"
"appunto, non se po' fa"
"venite a casa, vediamo che fare"
"come fai a sapere che sono con Azzurra"
"ciao Lauretto" dice lui attaccando subito dopo.

"dobbiamo andare a casa mia che così parliamo co' i due innamorati"
rimane in silenzio seguendomi di nuovo.
"comunque avevo ragione io" dico smorzando la tensione.
"per cosa?"
"edo ed elisa"
"si hai ragione, vuoi un applauso?" dice lei infastidita.
"senti, dici a me che ho pregiudizi, ma almeno io ci provo a fa' quello educato, tu manco pe' scherzo"
"appena posso me ne vado da sto posto di merda" dice tenendosi la testa fra le mani.

inzio a camminare più velocemente ed avendo le gambe più lunghe delle sue mi ritrovo a qualche passo più avanti di Azzura, cosicché non possa dirle strage essendo molto arrabbiato per come parla di me e del mio quartiere.
dopo una bella camminata arriviamo davanti al palazzo di casa mia e quando suono il citofono giusto aspetto una risposta che non arriva.
dopo vari minuti arriva pure Azzurra che infreddolita ha le braccia conserte.
"scusa, ho esagerato"
prima che possa risponderle il cancelletto di casa si apre e scopre Elisa ed Edo che sorridono come due deficienti o innamorati, tanto non cambia.

"edoà, mo vedi de anna' a portà le due donzelle a casa loro e non romperme i cojoni" dico scassato.
"Azzura, non è che puoi lasciarci casa libera? edo ha detto che puoi restare qui con Lauro" dice Elisa lasciandomi a bocca aperta.
"edoà, nun l'hai ancora capite le regole de' casa, nun se portano ragazzette solo perché te le voi scopà" dico quasi urlando.
"Lauro, famme sto favore e che cazzo" sbotta edo.
"vabene, ma pe' 'na volta sola" dico ormai sfinito.
"scusa Lauro, ma io col cazzo che ci dormo qui" dice Azzurra.
"principessì, allora chiama papà e fatti ordinare una camera" mentre finisco la frase Elisa parla all'orecchio con Azzura e subito dopo che le due finiscono Azzurra annuisce lentamente.
"e vabene" dice lei sfinita.

eiii
capitolo interamente dal punto di vista di lauro ed ho deciso di farne molti di più con il suo che con quello di Azzurra, ma poi se vedrà, perché non so bene se riuscirò a scrivere molti capitoli.

La Bella e la Bestia|| Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora