otto.

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Lauro

cammino lentamente ed ormai ho capito che è terapeutico, forse per non pensare o forse proprio per farlo.
i pensieri si infilano nella mente sgomitando tra loro cercando di attirare l'attenzione, anche se invano.
ho molti più problemi a cui pensare, ma l'unica cosa a cui voglio e riesco a pensare è lei.
in mezzo a tutta questa gente la mia mente vuole lei, se sia giusto non lo so.
quasi non ci conosciamo, i nostri sguardi s'incrociano raramente.
vorrei non darle tutto questo peso, ma allo stesso tempo mi fa piacere pensarci.

mi impersonifico in persone che camminano parallelamente a me: la ragazzina che cammina con il telefono in mano che parla ininterrottamente ad alta voce cosicché tutti possano sentire i suoi problemi e preoccupazioni;
cambio soggetto guardando altrove, un uomo di mezza età che tende la mano all'ipotetica figlia piccola, la guarda con tutto l'amore che un padre può trasmettere, i capelli pepe e sale segnano gli anni che passano e si trasferiscono nell'enciclopedia della figlia.

poter pensare ed immetersi con forza nella vita di estranei illude di poter non pensare a me, ma comunque i pensieri riaffiorano.
scappare da Azzurra, che stesa nel letto mi chiedeva spiegazioni, è come scappare dai problemi e dalle responsabilità.
quando pian piano il sole si nasconde tra le nuvole e sento qualche gocciolio sul capo, mi infilo il cappuccio e mi dirigo verso la strada di casa.
salgo l'ultimo scalino e giro le chiavi dentro la serratura.
entro in camera e mi butto nel letto senza pietà, accendo il telefono ed apro le note rileggendo quelle di qualche giorno fa.

sarei ripetitivo se ridicessi che non riesco a pensare nient'altro se non ad Azzura così mi immetto nella mente che non devo averci più nulla a che fare, basta solo crederci.
spengo tutto e mi infilo sotto le lenzuola pensieroso.

Azzurra

"che c'è? sono abbastanza adulta per fare quello che mi va"
"Azzurra, non voglio dirti nulla, ma Lauro non fa mai stare nessuna a casa"
"cioè?" chiedo ad edo che davanti a me e di fianco a Elisa ascoltano le mie parole.
"ha stabilito questa regola, cioè che non possiamo portare nessuna a casa più che altro per dormire, ecco perché ha fatto tutta quella storia settimana scorsa"
"bah, non voglio farmi nessun film"
"anche perché se ne è andato via come se se ne fosse pentito" continuo io.
"beh comprensibile" parla Elisa alzando gli zigomi in segno di risata.
"zitta tu" dico mentre porto l'indice vicino alle labbra.
"no, non dirmi che non c'avevo ragione, non l'accetto" dice lei.
"evitiamo va'" dico alzandomi e dirigendomi in camera mia.

"ah Azzurra, sta sera io ed edo usciamo" urla dal salotto Elisa.
"vabenee" dico urlando a mia volta.
mi infilo il cappuccio bianco della felpa che ho addosso e mi siedo sulla sedia con le gambe attaccate al ventre e fisso il computer per qualche minuto.
"che fai, Azzurra?" mi chiede con tono preoccupato Elisa che ha fatto capolinea silenziosamente in camera mia.
"niente, stavo pensando" rispondo alzando le spalle e socchiudendo gli occhi.
"ei, non farti il lavaggio del cervello, Lauro sarebbe uno stupido a non volerti" dice abbassando la voce ed avvicinandosi a me.
"non mi interessa" dico guardando fuori dalla finestra a destra.
"come vuoi tu, sappi che io ci sono, lo sai" dice mentre mi lascia un dolce bacio sulla fronte e poi se ne va lasciando socchiusa la porta.

Elisa è sempre stata un porto fisso nella mia incasinata mente, mi ha sempre portato a riva quando iniziavo a galleggiare un po' troppo lontano con la mente.
perché è così: l'unica cosa che riesco a fare è pensare e tenermi tutto dentro.
le mie insicurezze, le mie paure, le mie preoccupazioni, tutto. lo lascio lì infondo alla mente per poi pensarci quando mi pare.
capisco che le persone pensino che io sia fredda e chiusa in me stessa, ma se conoscessero l'Azzurra che ho dentro forse sarebbe anche peggio, perché è inutile: le persone al di fuori di tutti si lamenteranno senza il permesso di giudicare e parlare, ma ogni volta fa sempre più male.

quando Lauro si è permesso di parlarmi con così tanta facilità di un argomento così tanto privato per me avrei voluto solo scappare, ma ero talmente messa alle strette che ho dovuto annuire e fidarmi, senza che io potessi scegliere di farlo.
si, non riesco a mangiare davanti alle persone a me estranee, per paura dei giudizi, mi imbarazza parlarne e non tocco mai l'argomento, solo se è strettamente necessario.

mi alzo dalla sedia, fin troppo scomoda, e mi dirigo in cucina cercando una mela o qualcosa da fare essendo stanca di pensare.
"noi andiamo" dicono in sincro Elisa e Edoardo facendomi prendere paura.
"vabene, divertitevi" faccio loro un sorriso e gli seguo con lo sguardo fino alla porta.
guardo l'ora tramite l'orologio in salotto e vedo che ormai è ora di cenare, così mi preparo un secondo giusto per saziarmi un po'.

"che c'è in tv?" mi chiedo alzandomi dal tavolo della cucina per andare a prendere il telecomando e sedermi in divano.
giro qualche canale, chi più e chi meno interessante, fino a quando il tempo scorre e chiamo Elisa per sicurezza.
"oi, com'è, tutto apposto?"
"si, Azzurra tranquilla"
"vabene, per che ora torni?"
"mi sa che non torno"
"ma come? dove vai?"
"da edo"
"e lauro?"
"ti manca?"
"no Elisa, dico Lauro vi lascia?"
"si, dai devo andare ci vediamo domani"
dopo poco mi attacca senza potere ribattere, così mi concentro di nuovo a guardare la tv.

socchiudo gli occhi pian piano mentre mi sistemo la coperta sopra di me.
quando sento freddo mi ricopro aprendo gli occhi lucidi ed assonnati.
"che cazzo fai?" mi alzo in piedi e prendo un sospiro di sollievo quando vedo che è Lauro.
"come cazzo sei entrato?"
"ti ricordo che vivo in un quartiere malfamato"
"e che centra?" dico alzandomi e sedendomi a gambe incrociate.
"non sai tante cose su di me"
"e non le voglio sapere, Lauro"
"questo pomeriggio sembrava pensassi diversamente"
"tutti sbagliano"

eii
sono tornata, ho realizzato di aver avuto il blocco dello scrittore più lungo mai avuto e mi dispiace molto, ma ora penso mi sia ritornato il genio di continuare, spero di vedervi attivi come prima.
grazie e buona lettura

La Bella e la Bestia|| Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora