Lauro
"edo, sai che sono obbligato" dico mettendomi le mani tra i capelli tinti di biondo.
"no, sii responsabile delle tue azioni e non voglio sapere nient'altro di questa storia" dice edo cercando di calmarsi.
"incredibile" dico lasciando in sospeso la frase che doveva concludere.
"cosa?"
"che fino a ieri lo facevi anche tu e solo perché te ne sei trovata una da quattro soldi ora fai il finto buonista" dico alzando sempre di più la voce.
"sai bene perché ho lasciato e non è per Elisa, ma anche se fosse è giusto così" dice alzandosi dal divano ed andando spedito in camera sua.
"ecco, ti chiedo un consiglio e tu te ne vai nel mezzo del discorso" dico sbraitando per farmi sentire.
"sai già la mia risposta a quel che mi hai chiesto" risponde urlando per far sentire.in preda alla rabbia mi infilo una felpa e sbatto la porta di casa senza pensare alle conseguenze delle mia azioni.
cammino spedito cercando una meta inesistente, ma quando ad un tratto la testa scoppia mi siedo sul ciglio della strada, tiro fuori il telefono ed apro le note.
dopo vari minuti mi stupisco rileggendo tutti i pensieri che prima mi riempivano la testa, ma che ora riempiono la schermata bianca del telefono.
non ho mai reagito così e mai mi sono messo a scrivere quel che pensavo.
salvo tutto senza però volerci fare troppo caso, ho problemi più grandi.mi alzo e mi continuo a camminare questa volta con una meta di riferimento.
arrivato a destinazione suono il citofono e rabbrividisco impaurito o meglio in ansia.
"Lauro"
"pa', ve devo parlà"
"tesoro, che succede?" chiede mia madre arrivando in salotto.
"nun ho intenzione de fa' quello che volete voi" dico alzando la voce.
"Lauro, ma che stai a dì? vuoi esse' l'orgoglio o il fallimento della famiglia tua?" dice mio padre arrabbiandosi secondo per secondo.
"Nicola" cerca di calmarlo mia mamma che però non viene ascoltata.
"che te sei messo in testa eh?" mi chiede con lo stesso tono di voce alto.
"voglio smetterla non farò il vostro spacciatore per farvi contenti" dico con le lacrime agli occhi.non piango facilmente, ma uno dei motivi per cui lo faccio è la voce incazzata che mi urla addosso di mio padre, sa farmi diventare un'altra persona.
"caro mio, nun puoi decide de fa come stra cazzo te pare, nun se smette quando te pare" dice urlandomi in faccia.
sapevo che l'avrebbe presa male, inutile dire che per lui io sono solo uno dei tanti che va a fare commissioni per la sua ditta, peccato che non sia nulla di legale.
"fattelo andà bene, ho deciso così" finisco di parlare e dopo qualche secondo vedo mio padre avvicinarsi e tirarmi uno schiaffo in pieno volto.
distrutto guardo prima mio padre con nessun senso di colpa e poi giro lo sguardo verso mia madre che impaurita non dice nulla.
so che appoggia quel che vorrei fare, ma non dirà nulla a mio padre affinché non cambi idea.il loro è stato un matrimonio prevalentemente per soldi e questioni illegali; c'è stato dell'amore, ma l'arroganza e la prepotenza di mio padre hanno rovinato tutto.
mio padre, se così lo posso chiamare, quando vivevo ancora sotto il suo tetto non si è mai comportato da padre, non ha mai giocato con me durante l'infanzia, non mi ha mai aiutato con i problemi dell'adolescenza, mi ha considerato solo ed esclusivamente una volta compiuti diciott'anni che quindi sarei potuto diventare uno spacciatore nient'altro di diverso da lui.
all'inizio obbedivo ai suoi ordini per farmi calcolare da lui, ho sempre voluto un padre che si preoccupasse per me ed è per questo che ho iniziato a spacciare, ma con gli anni ho capito della cazzata compiuta."se vuoi lasciare il lavoro trovati dei soldi e mi ripaghi" urla mio padre andando via e lasciandomi solo tra le lacrime gocciolanti e le mani tremanti, guardo un'ultima volta mia madre e deluso esco di casa sbattendo la porta più che posso.
cammino piangendo a dirotto e mentre chiamo edo guardo a terra per vedere dove metto i piedi.
"edoà"
"laurè"
"scusa, so andato da mi padre e m'ha detto strage, io volevo lasciare, ma lui" con le lacrime e i singhiozzi di quel che dico edo non ne capisce nulla così mi interrompe preoccupandosi.
"Lauro, te vengo a prende, mandami la posizione" faccio come dice dopo aver messo giù la chiamata ed essermi seduto per terra senza alcun vigore.dopo minuti interminabili vedo la macchina di edo ed essendomi calmato entro e resto fisso a guardarmi le scarpe.
"lauro" sibila edo attirando la mia attenzione.
mi abbraccia di sorpresa e dopo poco mi lascio sprofondare tra le sue braccia sentendomi al sicuro.
"edoà, io volevo lascià, lo sai non sono quel tipo di persona, ma nun vuole, sono messo alle strette"
"che devi fa'?"
"devo ripagarlo, ma so già che è impossibile" dico sciogliendo l'abbraccio e guardandolo negli occhi.
"lo troviamo un modo, l'importante e che tu sappia quel che vuoi fare, ma sopratutto devi toglierti questo peso enorme addosso"
annuisco e decido di lasciar perdere per non rovinarmi l'intera giornata.
"te la senti di venire con me in un posto?" mi chiede.
"se me porti da la ragazzetta tua, no"
"ma che bravo leggi nella mente?" dice mettendo in moto la macchina ed iniziando a guidare.
"me porti a casa ve'?"
"lauretto, la mia era una domanda di circostanza"
"nun me va de anna' li, che poi faccio er terzo in comodo"
"infatti non lo farai, ce sta Azzurra" dice facendomi strabbuzzire gli occhi.
"dai che è la volta buona che scopate"
"ma che stai a dì? è una figlia di papà, figurati se ci vado a letto"
"mh mh" dice facendomi innervosire.eiii
scusate se ho aggiornato qualche giorno dopo l'ultimo capitolo, ma almeno abbiamo un capitolo interamente dedicato a lauro e come abbiamo letto a tutti i suoi problemi.
spero che vi piaccia e vorrei che mi diceste i vostri pensieri, sia i lettori silenziosi sia quelli che me lo hanno già detto, vorrei sapere quel che ne pensate di questa storia, grazie.
buona letturaaa
STAI LEGGENDO
La Bella e la Bestia|| Achille Lauro
RomanceAmici di amici, è cosi che si conoscono Lauro e Azzurra instaurando subito un rapporto di amore e odio che mette ai due molti dubbi e pensieri. Un mondo fatto di povertà, miseria e passione, mette Lauro in seria difficoltà con tutte le prove che la...