diciannove.

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Azzurra

è notte fonda, le quattro di notte, non ho mai capito se fosse più giusto dire 'le quattro di notte' o 'di mattina' poco importa, tanto per me, finché non ha ancora albeggiato tutto quel buio la definisco notte fonda.
forse in un'altra vita sono stata un animale nottorno o qualcosa del genere. mi ci vedo:
sveglia durante tutta la notte; un periodo così romantico e semplice, ma dormiente tutto il giorno; un periodo un po' meno romantico, si, ma forse più alla portata di mano.
la notte porta consiglio dicevano e sono tremendamente d'accordo, amo viaggiare con la mente pur di non pensare a dove mi trovo veramente.

mi guardo intorno riportando finalmente la mia mente con i piedi per terra e realizzando di aver commesso un grande errore.
mi alzo lentamente e mi abbottono di più la camicia bianca che indossava poche ore prima Andrea e che sempre poche ore prima si sfilò per accontentare un desiderio che era morto da diversi anni, ma non so minimamente che mi è preso.
anzi lo so, la stessa luce negli occhi di Andrea di qualche anno fa, quando ancora si comportava bene con me, mi faceva pensare all'incertezza che riflettono gli occhi di Lauro.
non è colpa sua, anzi è praticamente solo mia, se solo non avessi bisogno di sbagliare per poi rendermi conto di aver fatto una cazzata, forse ora non starei a rimuginare su quel che è accaduto sul letto dove beatamente dorme Andrea e potrei stare tra le braccia di Lauro, le uniche mi fanno veramente del bene.

"amò do vai?" sibila Andrea che tra uno sbadiglio e l'altro si siede sul letto vedendomi in procinto di andarmene.
"vado a casa, ne parliamo domani" dico semplicemente mettendomi il vestito azzurrino, ma dato il vento che ci sarà fuori a quest'ora mi tengo la camicia bianca.
"ma come ne parliamo domani?"
"è stato uno sbaglio e lo sai meglio di me" dico guardandolo un'ultima volta prima di uscire dalla stanza e lasciarmi dietro la porta bianca.

non ho minimamente sonno e quando entro in casa passo per la camera solo per prendere il pigiama.
entro silenziosamente e noto Lauro che sembra dormire beatamente, quanto vorrei potermi distendere e contornare le sue ampie spalle con le dita solo per addormentarmi o cercare di farlo.
sono patetica, dopo aver ignorato Lauro tutto il giorno non posso permettermi di pensare queste cose come se mi fossi comportata bene nei suoi confronti.
prendo quel che dovevo prendere e mi fiondo in bagno per struccarmi e cambiarmi.

allungo il braccio per prendere la crema che forse è posta un po' troppo in alto per la mia altezza così mi alzo sulle punte ma quando scivolo faccio cadere la crema che volevo e quasi tutto il ripiano facendo un rumore madornale.
mi ritrovo così seduta per terra circondata da prodotti cosmetici e per la pelle, spero solo di non aver svegliato gli altri, ma sopratutto Lauro.
cerco di raccogliere tutto e di mettere al proprio posto quel che è caduto pochi secondi prima, ma quel che speravo purtroppo non si è avverato: sento bussare alla porta e vedo la maniglia inclinarsi verso il basso scoprendo il busto nudo di Lauro che assonnato mi guarda.

"ei" sussurra.
"scusa non volevo svegliarti" dico stringendo i denti in un qualcosa di simile ad un sorriso.
"ti sei fatta male?" mi chiede prendendomi delicatamente il polso.
"no, no tranquillo, torna pure a dormire" sorrido, questa volta veramente, un po' imbarazzata, so che è consapevole di quel che è successo con Andrea lo si percepisce dai suoi occhi e da come evita di guardarmi dritta negli occhi.
senza dire un'altra parola se ne torna di là lasciandomi di nuovo con i miei pensieri, ma decido di muovermi e di dirigermi in cucina il più velocemente possibile.

mi preparo una tazza di the freddo e due biscotti essendo che devo schimicare, non ho bevuto tanto anche se lo reggo bene l'alcol, ma non amo ubriacarmi, oddio si, ma poi odio il post sbornia quindi la maggior parte delle volte evito di bere più di quel che riesco a reggere.
dopo aver preso i viveri per continuare al meglio la nottata mi vado a sdraiare sul lettino in giardino vicino alla piscina.
pensandoci è incredibile come mia madre si sia fatta così tanto in quattro per darmi così tante opportunità, si la casa è dei miei nonni, ma per mantenere una casa non ci vuole solo la sua eredità, ma tutto quello per cui ha lavorato mia madre.
le devo la vita.

ecco perché amo la notte e amo pensare è come un piccolo spazio che mi ritaglio in tutta la giornata, un momento di stacco dal mondo e di pausa, dove tutto si ferma o per lo meno è quello che sembra ai miei occhi.
biscotto dopo biscotto sento dei passi farsi sempre più vicini e da fifona quale sono mi giro immediatamente verso essi per assicurarmi sia solo uno dei tre coinquilini per questa settimana.
non appena riammiro il petto imponente e muscoloso di Lauro sorrido sentendomi al sicuro.

"piccolè, nun è un po' tardi?" dice guardando l'orologio alla sua destra con il suo romano che rende tutto ancora più sexy di quanto lo è già.
"per te evidentemente si" gli rispondo girandomi dall'altra parte sedendomi e spostando i piatti con il the e i biscotti per farlo sedere.
"dai che ci fai ancora sveglia?" mi chiede di nuovo il biondo tinto.
"e tu hai sceso le scale solo per sapere qualcosa che già sai?"
"no hai ragione, ma nemmeno io riuscivo a dormire" risponde mangiando l'ultimo biscotto che avevo lasciato giusto per gustarmi la bocca per ultimo.
"ei, ma" dico restando senza parole offesa.
"ah lo volevi tu?" mi chiede sorridendo beffardo mentre mastica senza scrupoli.
"fai schifo" dico dandogli una leggera pacca sulla spalla ridendo e scatenando pure una sua risata.

"scusa" interrompo il silenzio che dopo il rumore delle nostre risate si era creato.
"fa niente"
"no non fa niente, anche se te l'hanno già detto io, io quando vedo andrea vado fuori di testa, mi ha manipolata ed io pendevo dalle sue labbra perché non me ne accorgevo essendo che all'inizio prima che lo facesse mi trattava bene, ecco perché ogni volta che lo vedo finisco per impazzire e fare finta di nulla: perché lo guardo e penso a com'era prima, non a tutto quello che mi ha fatto dopo"
"non ti devi giustificare"
"non mi giustifico solo mi devo prendere le mie responsabilità ed ho fatto una cazzata a dire quelle cose in bagno, non le penso anzi io mi sono innamorata di te"

mi zittisco all'istante e quasi sbianco per quello che ho appena detto, sempre se l'ho detto veramente e non l'ho pensato e basta.
mi torturo la mente come se Lauro non ci fosse o non mi avesse sentito ecco perché quando mi contorna i fianchi e mi avvicina a lui per baciarmi resto a guardare un punto fisso.
"piccolè" sussurra lui, talmente piano che se fossi a qualche centimetro in più di distanza non riuscirei a sentire.
"ceh si mi sono innamorata di te, ma insomma" inizio a balbettare e non appena Lauro vede il mio imbarazzo con la mano destra sposta un ciuffo di capelli e mi accarezza la guancia.
"pure io mi sono innamorato di te"
mi risveglio da quello stato di trans non appena finisce di parlare e quando incrocio i suoi occhi smeraldi capisco di non aver mai visto occhi più belli su cui perdersi dentro.
scontriamo le labbra dopo tempo che si desideravano e ci sdraiamo sul lettino prendendo sonno dopo poco.

eii
capitolo lunghissimo ma volevo farvi comprendere a pieno il perché delle scelte di Azzurra dal suo punto di vista e che dire grazie a dio ha scelto bene in che occhi perdersi.
spero vi piaccia.
buona letturaa

La Bella e la Bestia|| Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora