sedici.

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Lauro

guardo fuori dal finestrino come se fosse l'unica cosa che può far svanire la noia del viaggio che ormai va avanti da ben tre ore.
appoggio delicatamente la testa sulla portiera ed apro indeciso le note del telefono.
dopo la sera in cui venne Azzurra a dormire a casa non scrissi più perché non trovai l'ispirazione così decido di rileggere quel che avevo scritto quella sera.

"accendo la musica" annuncia edo interrompendo il silenzio e la mia tranquillità.
"puoi far dopo?" gli chiedo.
"no" vengo preso in considerazione per un massimo di cinque secondi e quando la musica che dal telefono alla radio della macchina arriva dritta alle mie orecchie, mi infastidisce e destabilizza la mia pace e tranquillità di qualche secondo prima.
"sul serio? potreste mettè qualcosa de più tranquillo?" chiedo avvicinandomi a Edoardo ed Elisa.
"ma che hai?" mi chiede ancora edo senza esitare a cambiare canzone.
"fermati in questo autogrill" dico scorbutico, arrogante e quasi urlando così da essermi fatto sentire e calcolato.

neanche il tempo di aspettare edo spenga la macchina che mi ritrovo già impegnato a camminare e approfittarne per sgranchire le gambe.
passo più e più volte le mani sui capelli biondi naturalmente tinti e quando mi guardo allo specchio dei bagni dell'autogrill noto quella leggera riga di ricrescita e mi concerto su quella, come se fosse la cosa più tranquilla a cui pensare.
"Lauro" bisbiglia una voce intimidita.
mi giro e scorcio Azzurra che dietro la porta sbuca con gli occhi celesti senza farsi vedere.
"oi, vieni dentro non c'è nessuno" le dico quasi divertito dal suo comportamento buffo e timido.
si avvicina e mi spettina il ciuffo sorridendo a stento chiedendomi come va e che mi succede.
"allora?" dopo minuti interminabili in cui esitavo a rispondere, la mora mi riporta alla realtà.

"sono un po' nervoso"
"ed è dir poco" cerca di smorzare la tensione ridendo.
"perché non volevi venire una volta?" le chiedo riferendomi alla frase interrotta di Elisa quando Azzurra ci chiese di andare alla casa al mare.
"è una storia lunga" cerca di tagliare il discorso.
"mh" dico semplicemente alzando le sopracciglia per far si che dica qualcosa di più o meglio sperando lo faccia.
"abbiamo dei vicini che sono amici di famiglia e il figlio ed io abbiamo avuto un qualcosa" dice sputando il rospo quasi impaurita da una mia ipotetica reazione.
"oh mi dispiace" deduco dall'espressione che ha in volto che non sia andata a buon fine.
"non importa, ora che ti sei calmato torniamo dagli altri due?" mi chiede sorridendo lievemente mentre io annuisco.

*

"ma è una villa enorme, non una casetta" urla edo appena mettiamo piede nel giardino davanti alla casa o meglio villa.
"bimbo, vuoi anche delle caramelle?" lo prende in giro, giustamente, Elisa dato il suo entusiasmo.
"ed è tutta per noi?" chiede edo guardando con gli occhioni tutte le cose ben poste dentro la casa.
"certo, ora però sistematevi, io ed Elisa dobbiamo andare a salutare i vicini" dice Azzurra guardandomi quasi imbarazzata essendo che sono a conoscenza del vecchio rapporto con il figlio dei vicini, ma io la rassicuro.
non appena poggiano tutte le valige ed escono di casa mi avvicino alla mia valigia e prendo una scatola di scarpe.
"edoà" urlo per farlo tornare in salotto, dove sono attualmente.
"dimme" risponde lui tranquillo.
apro la scatola di scarpe e non appena edo vede le tante bustine di coca che ha al suo interno la scatola, mi guarda quasi come se mi stesse rimproverando.
"laurè, ma che te salta in mente?"
"mi sa che nun te ricordi de le faccende o devo esse solo io er deficiente che ce pensa?" dico quasi arrabbiato.
"ho capito, ma se lo vengono a sapè Azzurra ed Elisa succede un casino"
"ma dai, grazie per avermelo detto" dico ovvio.
"dobbiamo nasconderla, ecco la lascio in valigia, mi raccomando guarda se Azzurra o Elisa si avvicinano"

Azzurra

"volevamo passare a salutare se non disturbiamo" dico facendomi avanti nel salotto della grande villa dei vicini, la famiglia 'Marconi'.
"ma che scherzi, tesoro" dice la madre, Susanna, praticamente la migliore amica di mia madre è come se fosse una seconda madre.
"siete arrivate da poco?"
"si da pochissimo"
"aspetta che ti chiamo Andrea" dice riferendosi al primo genito, il ragazzo con cui ho avuto più di una storia e non appena sento i passi farsi sempre più vicini, la gamba destra inzia a fare su e giù in un tic nervoso. Elisa mi guarda e appoggia la sua mano sinistra sopra al ginocchio.

"ma che sorpresa, amore mi'" dice il ragazzo bruno appena arriva in salotto mentre io mi alzo di scatto per salutarlo con due baci, ma quando mi sento contornare i fianchi mi stacco velocemente.
saluta anche Elisa e la madre come se fosse appena arrivato, presumo dalla spiaggia.
"allora sta sera venite a cena qui?" ci propone Susanna interrompendo il silenzio pensante che si era creato e si stava creando minuto dopo minuto.
"ehm, ci farebbe piacere ma.."
"siete da sole o è venuta pure Sofia?" Susanna interrompe Elisa colpendo a pieno l'argomento.
"non siamo sole, sono venuti due nostri amici" dice frettolosamente Elisa girando lo sguardo verso di me.
"ma che problema c'è?, venite lo stesso, ci fa piacere"
"si dai, che così li conosciamo" dice Andrea ammiccando un sorrisino guardandomi come se mi stesse sfidando.

dopo aver salutato torniamo a casa e non appena ci stendiamo in divano stremate i due tatuati ci raggiungono stanchi pure loro.
"stasera ci si veste eleganti, mi raccomando!" dice Elisa.
"si va a mangiare fuori?" chiede Edo.
"si, dai vicini" rispondo io guardando Lauro in uno sguardo intenditore.
"andiamo in doccia allora" dice lui facendo quasi finta di nulla.

eii
vi ho fatto aspettare un po', ma spero che l'attesa serva a farvi incuriosire per come sarà il prossimo capitolo, detto questo, spero vi piaccia e vi anticipo che il prossimo sarà bello carico.
buona letturaa

La Bella e la Bestia|| Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora