Capitolo 9

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Dopo che io e Jaehyun arrivammo in azienda, ci dirigemmo direttamente nel suo ufficio dicendo che aveva bisogno del mio aiuto, quindi lo seguii come un cucciolo smarrito

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Dopo che io e Jaehyun arrivammo in azienda, ci dirigemmo direttamente nel suo ufficio dicendo che aveva bisogno del mio aiuto, quindi lo seguii come un cucciolo smarrito.

Non parlammo per tutto il tragitto, e stavo più che bene ma ovviamente quel silenzio non poté durare a lungo "Dove andrà a stare Chip?" Mi chiese tirando fuori il suo cellullare "Da Jeno" Annuì semplicemente.

La porta dell'ascensore si aprì e mi precipitai fuori dal piccolo spazio che pian piano sembrava si stesse rimpicciolendo sempre di più, dirigendomi nel suo ufficio. Stavo per poggiare la mia giacca sulla scrivania, ma mi accorsi che di quest'ultima, non ce ne era più traccia. Mi girai guardando Jaehyun con la fronte alzata "Ho spostato la tua scrivania nel mio ufficio"

Scrollai le spalle entrando nell'ufficio, mi guardai intorno ed effettivamente la mia scrivania era proprio accanto alla porta d'ingresso, aveva una perfetta visuale di me.

Mi maledetti mentalmente "Perché?" Chiesi senza guardarlo, l'unica cosa buona era la grande finestra che dava una bellissima visuale di tutta Seoul.

"Beh, Yuna deve credere che stiamo insieme, l'unico modo per dimostrarlo è comportarsi come una vera coppia e passare tutto il nostro tempo insieme" La parola "tutto" mi fece girare la testa. Mi voltai verso di lui solo per vederlo sorridere come un bambino mostrando le sue fossette profonde. Chiusi gli occhi cercando di calmarmi.

Finsi un sorriso aprendo di nuovo gli occhi, annuendo con la testa prima di andare alla mia scrivania. Potei sentirlo ridacchiare, alzai gli occhi, guardando fuori dalla finestra aspettando che il mio computer si accendesse.

"Potresti per favore finire i documenti di ieri?" Senti Jaehyun "Certo" Mi trovavo in uno stato di imbarazzo, volevo in dietro il mio vecchio posto, ma lui era il capo e dovevo fare quello che mi diceva; anche se a volte volevo prenderlo a pugni.

~

"Tieni" Gli consegnai i documenti uscendo dalla stanza "Dove stai andando?" Mi girai dopo averlo sentito parlare.

"A pranzare" Dissi con voce ovvia puntando il dito verso l'orologio sul muro.

"No, no. Puoi prendere del cibo ma mangerai qui" Allargai gli occhi guardandolo.

"No, no, no, mai. Scordatelo" Urlai pronta per uscire.

"Vuoi che annulli il tuo pranzo e che lavori tutta la giornata!?" Allargai di nuovo gli occhi, non... il mio cibo.

"Perché?" Piagnucolai cadendo sulle ginocchia "Perché, cosa?" Alzò un sopracciglio guardandomi. " Come posso godermi il pranzo accanto ad un pezzo di mer-" Fermai di colpo le mie parole mordendomi il labbro, non credendo a me stessa per quello che stavo per dire.

"Un pezzo di cosa?" Si alzò camminando verso di me, mentre io guardai il pavimento stringendo gli occhi.

"Ashley"

Mio Dio, questa era la prima volta che mi chiamava con il mio nome intero. Cercai in tutti di modi di slegare il nodo che mi si stava formato in gola, decidendo di alzare lo sguardo.

"Si, Signor Jung" Chiesi educatamente.

"Mi hai appena insultato" Scossi freneticamente la testa.

"Mai, perché dovrei insultare qualcuno così perfetto come lei" Dissi con un sorriso falso sul volto.

"Ashley Kim" Decisi di scappare dalla stanza cercando di raggiungere il più velocemente possibile l'ascensore. Premetti il pulsante verso la caffetteria.

"Stupida, stupida. Cosa cavolo ho fatto" Gridai a me stessa colpendomi la testa. Sono stata così stupida, come diavolo mi è venuto in mente di chiamare il mio capo "pezzo di merda" . Beh... non l'ho fatto, ma lui sa benissimo che stavo per dirlo.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono, corsi verso la caffetteria raggiungendo il tavolo dove si trovavano i miei amici. Appena mi videro, tutti smisero di masticare, guardandomi.

"Ragazzi, sono quasi morta" Dissi loro riprendendo il fiato.

"Perché?" Domandò Jeno abbassando una delle bacchette.

"Beh, il Signor Jung mi ha detto che dovevo mangiare nel suo ufficio, e gli risposi dicendogli come potevo gustare il mio pranzo con accanto un pezzo di mer-, e prima di poter dire la parola "merda" mi schiaffeggiai mentalmente perché sapevo di aver fatto una grandissima stronzata" Ripresi fiato dopo aver raccontato tutto in un solo respiro. Haechan cominciò a ridere istericamente, Johnny mi guardò con un sorriso divertito, mentre Jeno aveva uno sguardo alquanto scioccato. Sbattei la fronte sul tavolo colpendo il pavimento con i piedi.

"Va bene" Jeno mi accarezzò la testa, e lo guardai con un grande cipiglio sul volto "Lo pensi davvero?" Chiesi, gli altri annuirono e Haechan fece dei respiri profondi cercando di non scoppiare a ridere di nuovo.

"Ma come come hai potuto essere così stupida da dire una cosa del genere"

"Non lo so, è stato intorno più che mai, e sono così infastidita dal suo costante e fastidioso comportamento" Alzai gli occhi appoggiandomi alla sedia cercando di sistemarmi i capelli che in quel momento erano un disastro.

"Ma stai ricevendo più soldi e anche un weekend libero" Dichiarò Haechan.

"Weekend libero un cavolo, stiamo andando in viaggio d'affari questo fine settimana e so che in qualche modo se dovessi avere un fine settimana libero, me lo farebbe passare da inferno" Dissi ai ragazzi con un broncio sulle labbra, la mia vita è un casino.

"Ma almeno dove andrete?" Domandò Johnny.

"Non ne ho idea, non mi ha detto nulla oltre al fatto che questo sabato saremmo partiti per un viaggio d'affari, e davvero non voglio andarci" Mi presi per le mani i capelli sapendo che prima o poi avrei avuto una crisi nervosa.

Sentii il mio telefono squillare, sapevo già chi mi stesse chiamando. Aggrottai le sopracciglia mordendomi il labbro. Guardai il nome del contatto, e nonostante sapessi che fosse lui la persona che mi stesse chiamando, il mio cuore si fermò per un secondo.

Mostrai ai ragazzi il telefono, risposi e senza neanche salutarli mi avviai verso l'ascensore.

"Hai tre minuti per raggiungermi in ufficio" Guardai l'ascensore trovandolo fin troppo lontano. Presi un respiro profondo e cominciai a correre verso le scale.

Grande errore, la mia asma e il mio corpo non allenato, ne avrebbero risentito; ma non volevo assolutamente perdere il mio lavoro.

L'asma è sempre stato un grosso problema per me e so che sto facendo un grandissimo sbaglio correndo così velocemente.

FAKE OR NOT | JAEHYUN [TRADUZIONE ITALIANA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora