Capitolo 4

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Un piccolo commento prima del capitolo: nel chap scorso ho scritto di loro che bevevano in un pub. Volevo chiedere scusa per l'incongruenza vista la loro effettiva età e le leggi americane riguardo il poter bere solo se si ha 21 anni e più. Spero che questo non influenzi la lettura.

Buon capitolo, Pando :)

Will your eyes still smile from your cheeks
[I tuoi occhi sorrideranno ancora?
]
 
Camila POV
 

Apro gli occhi e li richiudo. Sento un corpo schiacciato sul mio, il braccio intorpidito e le lenzuola ai piedi. Cerco di ricordare dove sono e perché non sono sola in un letto.
I ricordi della sera prima non riescono a riaffiorarmi nella mente, stanca e confusa.

Riapro gli occhi, cercando di abituarmi alla luce del sole che entra dalle finestre. Quando guardo il soffitto, sono sicura di non trovarmi nella mia camera. Scruto la stanza e mi rendo conto di essere nel letto di Lauren.

Nel letto di Lauren.

Sgrano gli occhi e mi agito, scostandomi i capelli dal viso, respirando affannosamente. Abbasso lo sguardo e trovo la ragazza di cui sono irrimediabilmente innamorata stretta nel mio abbraccio, il capo appoggiato sulla mia scapola, un braccio che mi attraversa il ventre. Torno a fissarmi di nuovo e mi accorgo di avere addosso soltanto l’intimo.

Mi agito ancora di più, cercando di capire cosa fosse successo la sera prima. Sento un malessere salire dentro di me. Cos’era successo? Perché sono nel letto di Lauren, in reggiseno e mutande?
Guardo il suo corpo e mi sorprendo a notare che anche lei è mezza nuda. Non era la prima volta che dormivano insieme, questo sicuramente, ma non era mai successo in quel modo. Tento di togliermi dall’incastro di corpi in cui mi ritrovo ma non ci riesco, ogni volta che provo a slegarmi il suo braccio si stringe più forte a me.

Guardo il suo viso, tentando di capire se sia sveglia o meno, ma il suo respiro è profondo, gli occhi sono chiusi e le labbra formano una O: è ancora immersa nel sonno. Mi fermo a fissarla: è bellissima. Trattengo il respiro, così presa dalla sua bellezza da non accorgermi di aver portato una mano al suo viso, ed aver cominciato ad accarezzarle la guancia. La mia mano corre giù sul suo braccio e scende fino alle dita, strette sul mio ventre.

Il mio cervello registra finalmente il suo corpo attaccato al mio, le nostre pelli che si toccano, i suoi capelli che sfiorano il mio seno, la sua
bocca quasi appoggiata al mio reggiseno.

Cosa diavolo è successo? Sento di aver bisogno di risposte concrete, ma non so come fare ad andarmene dal letto senza svegliarla. Ad un certo punto alcuni ricordi riaffiorano nella mia mente e mi scappa un sorriso, uno di quei sorrisi guancia a guancia, uno di quei sorrisi che vorresti reprimere ma che si insinuano sul tuo viso senza riuscire a controllarli. Ritorno a noi, nel bagno, alle voce delle nostre compagne, al suo corpo sul mio, le sue labbra sulla mia bocca, le sue domande ed incertezze. Dopo un anno, Lauren aveva risposto ad un mio bacio, dopo un anno forse si era accorta di me, forse provava quello che sentivo io e semplicemente non aveva il coraggio di esprimerlo, esattamente com’era successo a me.

Forse sto vaneggiando. Lauren ieri era ubriaca marcia, poco abituata a bere alcolici. Forse aveva cercato in me un affetto che non aveva, un amore che sentiva di non avere da nessuno.

Mi ritornano in mente solo quei momenti, preceduti da me e Austin che balliamo e da me che in bagno cerco di riprendermi dopo un attimo di sconforto. Poi la sua presenza, le sue parole rabbiose e maliziose al contempo.
Il problema ora è un altro: com’è possibile che non mi ricordi niente di cos’è successo dopo? Il mio cuore batte ancora forte al pensiero di quello che è accaduto, così forte che ho paura di esplodere. Ciò che avevo desiderato da quando l’avevo incontrata, ciò che speravo il mondo potesse darmi, ciò che speravo che Lauren potesse darmi.

Riporto una mano tra i capelli. Ho bisogno di risposte. Se da una parte ho paura che si svegli, dall’altra vorrei che aprisse gli occhi, mi guardasse, ricordasse cos’è successo questa notte e semplicemente mi baciasse come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Stai sognando, Camila. Smettila.

Quando sento il sapore di Tequila raggiungere il mio palato, mi viene la nausea. Avevo bevuto anche io, forse era per quello che non ricordavo più niente. Complimenti, non potevi fare di meglio proprio. Il mio stomaco è in subbuglio e tento di trattenere la voglia di andare a vomitare in bagno. Ma la salivazione aumenta e sento di non avere tempo: strattono Lauren per togliermi dalla presa con aggressività, corro verso la porta del bagno più vicino e butto giù ciò che ho mangiato e bevuto la sera prima. È una delle sensazioni più brutte del mondo. La gola mi brucia, gli occhi lacrimano e i conati sono sempre più forti, fino a che finalmente il mio stomaco sembra stare meglio e l’attacco sembra passato.

Mi accascio per terra, sul tappeto azzurro vicino alla tazza del water. Scosto ancora una volta i capelli che mi cadono sul viso. Ho la bocca impastata, dentro di me tutto brucia e continuo a maledirmi per quello che ho fatto. Come cavolo è possibile che abbia bevuto così tanto da vomitare? Ho esagerato, e il fatto che non ricordi niente della sera prima è un altro segno di quanto abbia alzato troppo il gomito.

“Ehi, come stai?”

Mi giro al suono della sua voce. Sono così spossata che non riesco a risponderle subito. Ancora in intimo, ha gli occhi assonnati, i capelli scompigliati, la bocca gonfia e il trucco sfumato, ma tutto quello a cui riesco a pensare è a quanto sia bella, quanto sia fortunata nonostante tutto ad amarla e a quanto ripeterei tutto quello che ho fatto la notte prima.

“Non è stato un buon risveglio”

Ha lo sguardo confuso, ma non lo sguardo affezionato che le ho visto ieri sera prima di baciarmi. Sembra avere di nuovo l’espressione contrita e arrabbiata del pomeriggio a casa sua, quando abbiamo avuto la conversazione più strana del mondo.

Capisco che Lauren non ricorda niente dal suo sguardo, o forse ricorda tutto e semplicemente non vuole che qualcosa cambi e ha nascosto ciò che è successo ieri dentro al cassetto delle cose da non rifare.
Cerco di rialzarmi con i suoi occhi su di me. La testa mi gira, mi appoggio al lavandino tentando di non cadere. Sento la sua presenza avvicinarsi e la tensione sale. Senza guardarla, apro il rubinetto e il rumore dell’acqua che scorre mi fa già sentire meglio. Mi sciacquo il viso e mi lavo i denti con lo spazzolino che avevo lasciato a casa sua una delle volte in cui avevo passato la notte lì. Non riavere più quei giorni indietro mi fa male e mi rende ancora più debole.

“A quanto pare ieri alla fine hai bevuto”

Mi asciugo la bocca con l’asciugamano e la guardo.

“Non mi far pensare all’alcool ti prego”

Lo stomaco si rigira al pensiero del sapore della Tequila nella mia bocca. Sento la salivazione aumentare di nuovo, ma non così tanto da non riuscire a controllarmi. Mi porto una mano allo stomaco, cercando di respirare profondamente e calmarmi.

“Com’è che tu ieri eri sbronza marcia e non stai male?”

Fa spallucce, ancora vicina al mio corpo. A sua volta viene verso il lavandino, si lava i denti, il viso e si strucca. Nel mentre mi siedo su di una sedia vicino alla doccia, aspettando che lei finisca ciò che ha da fare. Nonostante il suo sguardo freddo e i pensieri negativi, vorrei cercare di capire cosa ricorda della sera prima. La domanda che vorrei porle è così difficile da quasi farmi male.

Mi rendo conto di averla fissata per tutto quel tempo quando si gira e alza il sopracciglio, il suo solito sguardo investigativo sul viso.

“C’è qualcosa che non va?”

Non è il tono di un’amica premurosa, è il tono scorbutico di un’amica ferita. Credo di avere già la risposta in mano, ma non voglio arrivare alle conclusioni senza sapere esattamente la verità.

“Vorrei farti una domanda”

Appoggia la schiena al lavandino e aspetta che gliela porga, aperta ad ascoltarmi. Non posso far a meno di dare uno sguardo fugace alle parti del suo corpo esposte ai miei occhi. Arrossisco e maledico il colore della mia pelle così pallida: sicuramente l’avrà notato.

“Mmm…cosa ricordi di ieri?”

Abbasso lo sguardo, aspettando una sua risposta.

“Perché me lo chiedi?”

Ritorno a guardarla e controllo il suo viso: ha semplicemente lo sguardo confuso.

“Perché ho un vuoto enorme. Quando mi sono svegliata non ricordavo quasi niente della sera prima”

Lei alza gli occhi e cerca di pensarci. Posso notare la sua concentrazione: probabilmente non ricorda niente e sta cercando di collegare nella sua mente alcune immagini del party.

“Ricordo di aver ballato con Normani e le altre, di alcuni drinks che mi hanno offerto al pub e di aver discusso con te in bagno – a questo
punto trattengo il respiro, consapevole che sta per arrivare il momento della verità – e poi in realtà ricordo ben poco. Credo di aver ballato ancora. Ricordo benissimo di essere caduta per terra mentre Dinah ci metteva a letto. E poi…aspetta”

Si mette un dito sulle labbra, cercando di ricollegare qualcosa che probabilmente si sta perdendo. Da quel discorso sono uscite due verità: non si ricorda del bacio e Dinah ci ha messe a dormire insieme. Sto già pregustando gli insulti da lanciare alla mia amica quando Lauren ricomincia a parlare.

“Poi ricordo di essermi spogliata perché avevo caldo e tu ti sei messa a ridere, eri decisamente ubriaca. Ad un certo punto hai detto
qualcosa riguardo a Harry Potter, tipo che la Pozione Polisucco era più buona di quello che avevi bevuto”

Si mette a ridere da sola al ricordo: vorrei avere anche io la possibilità di ritrovare quelle immagini nella mia testa, ma sentire Lauren sussurrare quelle parole, intenta a ricordarle esatte e vedere il suo sorriso sta rendendo la mia giornata migliore, anche fosse stata l’unica interazione che avremmo avuto quella giornata.

Spunta un sorriso anche sulle mie labbra al pensiero che anche da ubriaca citavo una delle mie più grandi ossessioni.

“Poi hai provato a togliere il vestito ma non riuscivi a tirarlo su e sei caduta sul letto. Dobbiamo aver riso tantissimo perché ricordo che Dinah ci ha urlato di dormire”

Ride ancora, lo sguardo duro svanito, un sorriso vero che le attraversa le labbra.

“Ti ho tolto il vestito e ci siamo messe nel letto e tu mi hai detto qualcosa, mi hai dett-“

Ma non finisce la frase, le sue parole rimangono a mezz’aria e mi spavento. Cosa posso averle detto di così scioccante da non farla continuare?

Come un vetro che si rompe e infrange per terra, i ricordi ritornano a galla e sento il mio corpo irrigidirsi, la testa girare, la salivazione aumentare mentre il mio corpo corre verso il water per vomitare di nuovo.

-

“Shhh”

Lauren ride mentre mi fa segno di non urlare, ma i miei sensi sono contorti e non riesco a far altro che ridere sguaiatamente. 

“Non ce la faccio”

Continuo a spostarmi da una parte all’altra della stanza, o forse è la camera che gira, non ne sono sicura, ma il mio corpo si muove e anche il mio stomaco. Rido senza sosta, e senza equilibrio cado per terra. Nello stesso istante, Lauren mi imita e rotola dal letto sul pavimento. La pancia mi fa male dalle risate e non riesco a trattenermi, ma è una sensazione così bella che non voglio smettere di sentirmi così bene. 

La vedo rimettersi in piedi, un po’ traballante.

“Fa caldissimo”

Si sventola la mano davanti alla faccia e con un gesto repentino comincia a sfilarsi la maglia, le scarpe e i pantaloni.

“Meglio”

Rido ancora di più, perché anche io sento il mio corpo ustionare, come se nella stanza ci siano 40 gradi. La salivazione aumenta e lo stomaco non collabora, ma non mi sento così male. Nella mia bocca ritorna il gusto della Tequila che avevo bevuto quella sera, o almeno credo che sia Tequila. Ricordo Dinah che mi passa un bicchierino e mi dice di provarlo. Schifata, cerco di allontanare quel gusto acido che ora occupa la mia lingua.

“Scommetto 1000 galeoni che la Pozione Polisucco è più buona della schifezza che ho bevuto”

Lauren ride a crepapelle e io la seguo, prima di cercare di togliere a mia volta il vestito che sento opprimente sul mio corpo. Lo prendo e lo tiro fino alla testa, ma perdo l’equilibrio e finisco sul letto. Cerco di districarmi dal vestito con le braccia, ma non riesco a muovermi. Sono così stanca che mi metterei a dormire esattamente in questa posizione. Per fortuna Lauren si avvicina e mi aiuta. Continuiamo a ridere come forsennate finché finalmente riesco ad alzarmi, questa volta il tessuto per terra. 

“Andate a dormire!”

La voce di Dinah ci raggiunge, ed ubriache come siamo non possiamo far altro che ridere di nuovo. Mi ritrovo in reggiseno e mutande, ma
mi rendo conto che non mi importa, che non mi sento a disagio. 


I miei occhi finiscono sul corpo di Lauren ed un brivido mi attraversa la spina dorsale: la voglia di prenderla tra le mie braccia, sdraiarla sul letto e baciarla con tutta la passione che posseggo si prende gioco di me, e non riesco a distogliere lo sguardo. Sento i suoi occhi bruciare su di me e questa volta siamo immobili, ognuna da un lato del letto, che divide i nostri corpi, che altrimenti sarebbero già incastrati l’uno nell’altro.

Dopo pochi secondi, il contatto si spezza a causa del suono di una porta che sbatte provenire da un’altra stanza dello stesso piano. Cerco di scrollarmi di dosso quelle sensazioni così forti che sento quasi di poter uscire di testa. 
Alla fine, tolgo le scarpe che ho ancora ai piedi e mi sdraio sul letto. Siamo calme ora e le risate di prima sembrano vecchi ricordi. Lauren mi imita piano, finendo sopra le lenzuola, a quanto pare la sensazione del caldo ancora sul suo corpo. Questo però, non le impedisce di stringersi a me. Sento il suo capo che si appoggia sulla mia scapola, la mano che finisce sul ventre. Sentirla così vicina mi fa venire le vertigini e questa volta non è colpa dell’alcool. Mi ritrovo ad essere contenta di essere distesa su di un letto, qualcosa su cui appoggiarmi, a cui aggrapparmi. 

La testa continua a girarmi per diverse ragioni e il cuore mi scoppia. Mi è mancata così tanto. Ad un certo punto la tristezza prende il sopravvento e sento il bisogno di stringerla più forte, quasi consapevole che il giorno dopo niente sarebbe cambiato. Ricambia la mia stretta, respirando sul mio collo. Sento il corpo tremare, mentre il suo piano, piano si rilassa. Quando il mio cervello sta finalmente per smettere di lottare, escono fuori dalla mia bocca due parole che non avrei mai pensato di dirle.

“Ti amo”

Ma il suo corpo non risponde, il suo respiro è pesante e il sorriso è sul suo viso. 

--

Vomito tutto quello che mi è rimasto in corpo e Lauren senza dire niente mi aggiusta i capelli, tentando di non farli cadere sul viso.

Quando sento di aver concluso, rimango di nuovo sul pavimento, confusa, triste e arrabbiata con me stessa. Il ricordo è tornato a galla senza alcun preavviso. Lauren mi aveva sentito, aveva capito esattamente cosa le avevo detto.

La guardo per un attimo, cercando di intuire cosa potesse passarle nella sua mente. Mi confonde guardarla e vedere sul suo viso niente più che uno sguardo assente, come se quelle parole non fossero mai uscite dalla mia bocca. Mi sarei aspettata di tutto, tranne che l’indifferenza.

Mi alzo come scottata da quel pensiero ed esco dal bagno. Prendo il cambio che mi sono portata come pigiama e mi infilo shorts e maglietta. Mi sdraio sul letto, cercando di far passare il giramento di testa che mi è tornato dopo aver rigettato un’altra volta, eppure non passa. Dopo poco sento dei passi e un bicchiere che viene posato sul comodino di fianco al letto. Incontro lo sguardo di Lauren e noto che si è messa i soliti vestiti che usa in casa.

“Tieni, prendi un’aspirina”

Dice solo queste parole e mi guarda, in attesa che mi metta effettivamente a bere l’acqua frizzantina. Prendo un respiro e cerco di ingoiare il liquido senza respirare: ho sempre odiato le medicine. Purtroppo l’ultimo sorso mi lascia l’amaro in bocca e faccio un verso schifato.

Apro gli occhi che avevo strizzato cercando di scacciare quel gusto orribile e trovo sul viso di Lauren un sorriso divertito. Di tutta la serata precedente, mi mancava ancora una parte che sapevo sarebbe rispuntata da un momento all’altro o che speravo qualcuno potesse raccontarmi.

Mi sembra assurdo come Lauren possa ricordarsi di quelle due parole e aver completamente cancellato i nostri baci. Il cuore sprofonda nello stomaco a quel pensiero per l’ennesima volta quella giornata e maledico tutte le mie emozioni. Mi chiedo ancora come lei possa stare bene, dopo aver bevuto probabilmente più di me. Mi poso un cuscino sugli occhi, cercando di scacciare la luce del sole.
Lauren prende l’oggetto che ho sul viso e lo toglie. Mi guarda un attimo e poi, come se l’avesse colpita qualcosa, si alza dal letto e sul suo sguardo cade la tristezza e la rabbia che aveva attraversato i suoi occhi il giorno scorso e i mesi in cui l’avevo trattata come mai avrei voluto fare.

“Vado a svegliare le altre, riprenditi”

Detto ciò attraversa la porta e mi lascia sola nella sua camera.

-

“Quando tornano i tuoi?”

Siamo riunite in cucina e le altre stanno mangiando delle patatine, nessuna in grado di mettere nello stomaco troppo cibo. Dopo che Lauren era uscita dalla camera, mi ero alzata e l’avevo seguita. Avevamo scoperto che le altre erano già in piedi e stavano chiacchierando, tutte e tre colpite dai postumi della sbornia. A quel punto, era ora di pranzo ed eravamo scese giù a sgraffignare qualcosa dal frigo.

“Stasera sul tardi, non ricordo a che ora hanno l’aereo”

Tutte annuiscono. Ally, Dinah e Normani sarebbero partite nel pomeriggio inoltrato. Avevamo ancora due giorni di pausa prima di
ricominciare a sponsorizzare l’album che in meno di un mese sarebbe finalmente uscito.

“Voi invece quando partite precisamente?”

Prendo un pezzo di patatina, provando a capire se effettivamente riesco a mettere qualcosa nello stomaco. Ho una nausea che non riesco a definire.

“Abbiamo l’aereo alle 6”

Ally e Normani avrebbero passato gli ultimi due giorni da Dinah, visto che poi avremmo dovuto esibirci dalle sue parti. Se da un lato non vedevo l’ora di iniziare di nuovo, dall’altro sentivo già la mancanza della mia famiglia e dei miei amici.

“Guardiamo un film?”

La proposta di Ally viene accolta da tutte. Mentre Lauren e Normani stanno discutendo di quale film vedere, e Ally le guarda divertita seduta comoda sul divano, io prendo un attimo Dinah e la porto in cucina.

“Che c’è?”

Dinah ha lo sguardo confuso e non riesce a capire la mia fretta.

“Devi farmi un riassunto della serata di ieri”

Lei fa spallucce e si concentra sulle immagini della serata prima.

“In realtà non ricordo molto di ieri. Ricordo che ballavi con Austin, poi ti ho persa per un po’. Quando sei ricomparsa eri con Lauren”

Per un attimo Dinah sgrana gli occhi e mi guarda eccitata.

“Oh mio dio, tu e Lauren vi siete baciate!”

Fa un balletto sul posto e io cerco di calmarla.

“Zitta, se ti sentono è un problema, Lauren non se lo ricorda! – Dinah mi guarda con sguardo triste e rammaricato – e comunque come fai
a saperlo scusa?”

“Eri già ubriaca, me l’hai praticamente urlato in faccia mentre ballavamo”

L’ansia mi sale e maledico tutta me stessa.

“Mi ha sentito qualcun altro?”

Dinah scuote la testa e mi rilasso.

“Nessuno, c’ero solo io in quel momento”

Metto una mano sul cuore per calmare i battiti. Prendo un respiro profondo.

“Quindi praticamente mi hai fatta ubriacare e abbiamo ballato, è successo solo questo? Cioè abbiamo solo ballato finché non siamo andate via?”

“Si, che cosa doveva succedere?”

Scuoto la testa, rincuorata. Perlomeno non dovevo aspettarmi ricordi spiacevoli.

“Adesso calmati e torniamo di là, ho un mal di testa atroce e ho bisogno di chiudere gli occhi”

Annuisco, ritornando in salotto.

Sono tutte sedute sul divano in attesa della nostra ricomparsa. Dinah corre verso la poltrona e la occupa. Ok, sono rimasta l’unica a doversi sedere sul pavimento. Fosse stato un po’ di tempo fa, mi sarei definitivamente seduta in braccio a Lauren senza nessun problema.

“Che film avete scelto?”

“La dura verità”

Sorrido a me stessa per il titolo decisamente azzeccato. Appoggio la schiena al divano, giusto sotto le gambe incrociate di Ally e nel giro di pochi secondi la figura di Katherine Heigl si fa viva nello schermo. Mi metto comoda e cerco di rilassarmi, cancellando le mille emozioni che nel giro di poche ore si erano impossessate di me senza tregua.

Scontato dire che dopo pochi minuti le palpebre mi si chiudono e mi ci vuole un attimo per cadere nel mondo dei sogni.

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