Maybe just the touch of a hand
[Magari grazie a due mani che si sfiorano]CAMILA POV
“Lauren!”
“Sto volando!”
Sono appoggiata allo specchio della sala prove mentre guardo Dinah tenere Lauren in alto, in un tentativo non riuscito di farla volare. Non mi avvicino, godendomi la vista delle mie amiche che si divertono senza troppi problemi. Mi sento quasi esclusa, e non poter stare a completo contatto con Laure davanti alle telecamere mi crea un vero dispiacere.
È così sbagliato che io non possa toccarla, non possa avere più quei momenti con lei che ero abituata a vivere, per una scelta nostra, dei nostri genitori e del nostro management.
La storia Camren si era spinta troppo oltre e nonostante la causa del nostro allontanamento non fosse stata unicamente quella, ora che io e lei ci siamo riavvicinate, mi fa male non poter condividere determinati momenti con lei.
Lo sentivo ingiusto e sbagliato, ma avevo imparato a farci l’abitudine, anche se a volte quel sentimento di disagio e incomprensione saliva fino alle stelle.Appena vedo che Lauren sta per scendere dalla gambe di Dinah, mi intrufolo nel gruppetto e comincio a fare il solletico alla ragazza polinesiana, grazie a gambe e braccia occupate.
Cominciamo a ridere e questa volta siamo tutte insieme. Tante volte nel gruppo c’è stata la persona che si isolava, che non prendeva parte a cene o che era troppo occupata con il proprio ragazzo o con la famiglia per godersi quegli attimi insieme. Dopo due anni di vita insieme natural durante, certe volte era bello stare in silenzio o per i fatti tuoi, avevi bisogno dei tuoi spazi per lasciarti andare.
Quando mi siedo sul pavimento in legno levigato, guardo Lauren attraverso lo specchio e le sorrido.
Dopo il bacio che le avevo rubato prima della serata film con le altre, avevamo avuto poco tempo per noi. Di giorno lavoravamo sodo e con noi c’erano sempre troppe persone con cui avere a che fare. Di sera eravamo o troppo stanche oppure ci ritagliavamo del tempo per uscire con i nostri amici di Los Angeles, quindi ciò che ci rimaneva erano degli sguardi sfuggevoli e delle dita sfiorate.Non so bene come siamo arrivate a questo punto: la responsabilità era maggiormente mia, che avevo deciso dopo una lotta continua con me stessa, di lasciarmi andare. Le parole erano poche, ma i gesti erano tanti. Dire che eravamo tornate quelle di prima era un eufemismo, soprattutto perché le due amiche di prima erano due ragazze che si volevamo bene platonicamente e che non avrebbero mai immaginato di condividere attimi come quello sul mio letto o in camera d’albergo.
Ancora non so come si senta Lauren a riguardo, mi sembra di non parlarle da una vita intera. E’ da tanto che non abbiamo più una di quelle nostre conversazioni profonde che amavo. Mi mancava la sua intelligenza, la sua capacità di esprimersi e i suoi pensieri così imperscrutabili a volte che avevo difficoltà a capirli. La sua visione delle cose non sempre combaciava con la mia, e ci siamo ritrovate spesso a condividere pensieri diversi. E questo mi faceva sentire ricca e mi faceva sentire importante. Lauren non era una di quelle persone che si apriva con tutti: le serviva tempo e confidenza e fiducia per entrare in profondità.
Ciò che mi aveva sempre confidato era che io ero stata l’unica, in tutta la sua vita, ad averla ispirata fin dal principio, e con cui non si vergognava a dire niente. Libertà. Inutile dire che per me valeva totalmente lo stesso, ed ero felice di quanto potessimo connetterci l’una all’altra anche con le cose più futili. Ci sentivamo come sorelle.
Come sorelle fino a che gli ormoni e i sentimenti sconosciuti avevano preso sopravvento sulle nostre vite.
Dopo il nostro primo bacio, avevo scoperto quanto potesse essere doloro e pericoloso essere attratta da una persona che era difficilmente arrivabile. Non avere contatti con lei mi faceva sentire persa, anche se a volte un sorriso o due mani che si sfiorano possono farti sentire soddisfatta per una giornata intera. E forse anche frustrata.
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Thinking Out Loud
FanfictionCamila ama Lauren. Lauren è l'unica a non saperlo. Dalla storia: “Te l’ho mai detto che non sei per niente silenziosa?” Sento le sue dita sfiorarmi il ventre, il suo respiro nei miei capelli, così vicina e sexy, con quella voce rauca. Cerco di non m...