Capitolo 8

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Il mattino seguente mi alzai e ci volle un attimo per capire dove fossi. Le pareti azzurrine della stanza mi confondevano abbastanza, non mi ero ancora abituata. Scesi a far colazione e mia madre mi aveva preparato il the con due cucchiaini di zucchero come piace a me.

"Sei pronta per il primo giorno?" mi chiese con un sorriso innocente. Nella mia vita aveva sempre cercato di dare il massimo per i suoi figli. Gli occhi tristi, i capelli arruffati come sempre e quei larghi jeans della Levis, strappati sul ginocchio destro, le davano un'aria così persa, così vuota. Lei non era così.

"Sì abbastanza" risposi assonnata.

Finii di mangiare e poi mi preparai per la scuola.

Mia mamma mi accompagnò lì davanti e andò subito via.

Centinaia di ragazzi erano davanti all'ingresso del Liceo e producevano un chiacchiericcio molto forte. C'era un gruppo di ragazze sedute sul muretto a disegnare, altre si salutavano con tanto di abbracci, i ragazzi andavano sullo skate e altri parlavano di macchine.

Mi sentii in soggezione, di nuovo e ancora. Non stavo bene con me stessa. Non mi sentivo come gli altri. Quel pensiero riaffiorò alla mente, quell'idea di un mondo tutto per me, per me e per noi. Ma no, era solo un sogno da bambina, destinato a restare tale. In due si sogna, non da soli. Da sola, non potevo andare da nessuna parte.

Tornai in me e guardai di nuovo la folla che mi si proponeva davanti.

SEE WITH ME || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora