Thanatos × reader

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Tutto era calma nel tempio dell'elisio dove Thanatos, il dio della morte, risiedeva. Una dolce melodia si sprigionava dalle note generate dalle dita del dio sull'arpa con la testa di drago. Quella soave melodia era accompagnata dalle voci leggiadre delle bellissime ninfe al cospetto del crudele dio. Tutte vantavano una bellezza tale da far invidia perfino ad Aphrodite. Tutte possedevano una voce tanto melodiosa che perfino la musica di Apollo sarebbe risultata scadente. Tutte possedevano una grazia e una leggiadria che avrebbero fatto cadere ai loro piedi chiunque, dio o mortale che fosse. E loro lo sapevano bene. Perciò Tutte sfoggiavano le loro doti per conquistare lo spietato dio della morte. Ma nessuna riusciva a catturare la sua attenzione. Nessuna eccetto una. Una figura minuta, che stava nell'ombra, priva di gioielli o vestiti vistosi che avrebbero potuto farla risaltare tra le altre. Una voce flebile, timida, quasi avesse paura di essere udita. Una voce gentile e timida, come il sorriso che la ninfa rivolgeva al dio, il quale avvertiva una strana sensazione ogni volta. E quella sensazione continuava. La ninfa teneva sempre lo sguardo fisso sul dio, guardandolo teneramente. Non ci volle molto perché Thanatos ricambiasse quello sguardo, mutando la sua espressione minacciosa in un dolce sorriso. Quasi non badava alla musica e ai canti delle ninfe, il suo mondo era ristretto a quei due occhi c/o, così dolci e timidi, coi quali la ninfa parlava al dio regalandogli sguardi d'amore. E il dio ricambiava. Ma non si erano mai parlati. Lei per timore, e forse anche lui. Il dio temeva di poter ferire quella dolce e fragile ninfa in qualche modo. Era il dio della morte dopotutto, l'avrebbe sicuramente fatta soffrire prima o poi. Eppure non poteva più reprimere quel sentimento così forte. Così  una sera, quando tutte le ninfe se ne andarono, la divinità invitò la dolce ninfa a restare un po' con lui. Lei ovviamente accettò regalando al dio quel sorriso che gli scombussolava il cuore. La fece sedere accanto a lui, e non per terra dove ella era solita sedersi. Lei lo guardava speranzosa, e lui avrebbe tanto voluto far avverare quella speranza, ma le parole gli morivano in gola, o forse non si ricordava neanche come fare a parlare. Gli sguardi non bastavano più. La ninfa ormai iniziava a perdere la speranza, mentre il cuore si faceva pesante per la speranza appena infranta. E quando il dio vede dileguarsi la luce dagli occhi della dolce ninfa, si ricordò finalmente come si parla.
:- Ti amo! Disse quasi con disperazione, come se il pensiero di non poter più vedere quella luce lo facesse morire. La ninfa non rispose. Non con le parole. Perché se la frase del dio poteva sembrare un cliché, ciò che fece la ninfq era anche peggio. Si mise a cavalcioni sulle gambe del dio e lo baciò dolcemente. Lui ricambia immediatamente, appoggiando delicatamente le mani sui fianchi della ragazza, senza stringere, per paura di farle male. Fu un bacio semplice eppure pieno d'amore. Perché a volte è questo che ci vuole. Invece della complicazione della mente, avremo bisogno della semplicità del cuore, che portò sue amanti a dichiarare il proprio amore.
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Messaggio dell'autrice
Salve a tutti. Mi scuso di nuovo se non ho aggiornato ma sono stata molto impegnata e questi giorni non sono stati il massimo neanche emotivamente per me. Ma ora sto meglio e come vedete sono tornata. Inauguriamo la mia resurrezione con una fanfiction scritta per -saintservxnt_, che mi ha fatto venire voglia di scrivere su personaggi anche non appartenenti ai paladini di Athena. Vedremo. Detto questo buona giornata gente.

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