Albafica× reader.

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Immobile. Così se ne stava il cavaliere dei pesci. Seduto davanti al giardino di rose della sua casa. I lunghi capelli azzurri gli ricadevano sulle spalle. Gli occhi del medesimo colore guardavano il piccolo origami a forma di cigno posato sulle mani dell'uomo. Lo teneva sul palmo aperto. Non osava stringerlo per paura di danneggiarlo. Era semplice carta piegata, ma per lui valeva più di qualsiasi altra cosa al mondo. Era uno dei tanti regali che T/n gli aveva fatto. Tale T/n non era nessuno d'importante. Solo una dei tanti aspiranti cavalieri che si trovavano al santuario. Non era né una dea né una regina. Ma per Albafica era tutto. Il giovane cavaliere era sempre stato solo. Per paura di nuocere a qualcuno a causa del suo sangue velenoso, egli aveva tenuto a distanza gli altri, sprofondando nella più completa solitudine. Solo pochi erano riusciti a interagire con lui: Shion, Manigoldo, e T/n. Lei, in particolare, sin dal suo primo giorno aveva provato a tenergli compagnia. Ma visto che il gold saint continuava ad allontanarla, decise di adottare un altro metodo. Ogni mattina gli lasciava dei regalini davanti alla porta: fiori appena raccolti, origami o cioccolatini.
Pian pian quei piccoli gesti di affetto conquistatorono il cuore di Albafica, in un modo che T/n non poteva nemmeno immaginare. Ben presto la dolcezza che aveva portato il cavaliere ad accogliere la ragazza nella sua terra di solitudine, si trasformò in qualcos'altro. Ogni volta che stava in sua compagnia si sentiva felice, il cuore gli batteva forte e le sue orecchie si riempivano dei più dolci suoni. Aveva già dato un nome a quel sentimento, ma non lo aveva accettato. Sapeva che ammetterlo avrebbe potuto compromettere la salute di T/n. Se lei lo avesse ricambiato un minimo di contatto fisico era d'obbligo. Abbracci, carezze, baci e così via. Ma se le succedesse qualcosa a causa sua? Non poteva rischiare di ferirla. Perciò se ne stava seduto lì. Immobile. Mentre il dolore di non poterla avere gli squarciava il petto.
:-Caspita amico, hai una faccia così seria da poter competere con El Cid.
Disse una voce giocosa alle sue spalle.
Albafica sbuffò scocciato.
:-Che vuoi Manigoldo? Disse girandosi verso il ragazzo dai capelli blu.
:-Voglio aiutarti mi pare ovvio. Rispose.
:-Senti oggi non sono in vena di battute o prese in giro. Quindi lasciami solo.
Ribattè il cavaliere dagli occhi color cielo.
:-Già...non sei mai in vena delle mie battute. E te ne stai quasi sempre da solo-sospirò Manigoldo- E io che credevo che T/n fosse riuscita a farti uscire dalla tua bolla di solitudine.
Le guance di pesci si colorarono di rosa e l'altro ghignò soddisfatto.
:-Ho fatto centro, eh? È lei la causa dei tuoi tormenti, vero?
Albafica sospirò rassegnato. Era una causa persa tentare di nascondere qualcosa al suo autoproclamato migliore amico.
:-Ho paura di ferirla. Di farle del male.
L'altro annuì serio. Poi si avvicinò ad Albafica e gli toccò ripetutamente la guancia con l'indice?
:-Cosa diamine stai facendo cretino?!
Gli ringhiò contro Albafica, urtato da quel comportamento menefreghista.
:-Bhe...tu hai detto che temi di farle del male. Io ti sto toccando eppure sono ancora vivo e vegeto. Devi capire due cose Albafica: primo, non sei una specie di peste vivente. È vero il tuo sangue è velenoso, ma non la tua pelle o il tuo corpo; secondo, si vive una volta sola. Se perdi la tua opportunità con lei ora, non la riavrai mai più. Pensaci: lei potrebbe stancarsi di aspettare e volgerebbe lo sguardo da un'altra parte.
Il corpo del saint dei pesci s'irriggidì. Si era sempre e solo concentrato sull'ipotesi di fare del male a T/n. L'idea che qualcun'altro potesse portargliela via non lo aveva mai sfiorato. Questa nuova consapevolezza fu come una scossa. Improvvisamente sentì l'adrenalina fluirgli nelle vene. Si alzò di scatto, salutò distrattamente Manigoldo e corse subito alla ricerca di T/n. Non sapeva neanche lui se stesse ragionando lucidamente. La sua mente era invasa di immagini riguardanti T/n con un altro. E questo lo riempiva di rabbia. Rabbia verso sè stesso, per non essersi svegliato prima, per aver atteso troppo. Rischiava di perderla per un suo errore. Si sentì incredibilmente stupido.
Speriamo solo non sia troppo tardi. Continuava a ripetersi.
Dopo aver corso per mezzo Grande Tempio, finalmente la trovò. Era seduta, con la schiena appoggiata ad una colonna di marmo usata per l'addestramento. Non sembrò accorgersi della presenza del saint. I suoi occhi c/o sembravano persi in qualche mondo lontano. Il capo era pigramente sorretto da una mano appoggiata sul ginocchio.
Albafica decise che era quello il momento giusto. Sapeva che se non l'avesse fatto in quel preciso istante, non avrebbe più trovato il coraggio.
Perciò si avvicinò a T/n che lo salutò gentilmente.
Lui non rispose. Si limitò a guardarla intensamente negli occhi e a prendere un respiro profondo.
:-Ti amo. Fu tutto ciò che disse.
La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di ribadire: le sue labbra erano state catturate da quelle del cavaliere dei pesci. Nonostante il gesto inaspettato la giovane rispose subito lasciando che Albafica esplorasse ogni centimetro della sua bocca. Si lasciò prendere in braccio, stringendosi al corpo dell'altro.
Esaurito l'ossigeno si staccarono.
Continuarono a guardarsi negli occhi senza parlare. Lei non rispose a ciò che le era stato detto prima. Non a parole almeno. Semplicemente appoggiò la testa sulla spalla del saint, lasciandovi un dolce bacio.
Albafica sorrise.
Quella era la risposta migliore che avrebbe potuto immaginare.

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Messaggio dell'autrice
Salve gente.
Primo capitolo interamente dedicato a Lost Canvas. Sì anche quello precedente lo era, ma Dohko è un personaggio che compare sia nella serie classica che in Lost Canvas, mentre Albafica è un personaggio proprio di questa serie, conterò questo come primo capitolo a tema Lc.
Questa fanfiction è stata richiesta da
MarilynCucchiani . Ho risolto i problemi con il tag. Hip hip hooray.
Alla prossima.

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