Søren
La foschia che gli aveva annebbiato la mente fino a quel momento, pian piano iniziò a disperdersi dandogli la consapevolezza di non trovarsi più in mezzo alla foresta. Socchiuse gli occhi, abituandosi lentamente alla luce che filtrava dalla sua destra. Rimase immobile fin quando la vista non si abituò alla luminosità del giorno. Confuso, studiò la piccola camera in cui aveva dormito trovandola piuttosto semplice. La porta della stanza era socchiusa, ma dall'esterno non proveniva nessun suono che gli facesse intuire che vi fosse qualcuno.
Aprì la bocca per prendere una profonda boccata d'aria, ma la trovò talmente impastata e secca che faticò persino a deglutire. Si voltò di nuovo verso la porta e facendo vagare lo sguardo, l'attenzione gli cadde sul comodino lì accanto. Chiunque gli stesse dando ospitalità, si era preso la premura di lasciargli un bel bicchiere d'acqua. Spinto dalla sete, si sporse oltre il limite del materasso, ma una fitta bruciante alla spalla lo fece desistere. Imprecando tra sé, spostò lo sguardo sulla zona fasciata con cura. Aggrottò la fronte, ripercorrendo i ricordi offuscati dei giorni precedenti. Ricordava una voce. Un profumo dolce e fresco oltre a quello pungente del disinfettante. Il tocco gelato di mani piccole e delicate.
Cercando di dare un volto a quei ricordi, si mosse leggermente sotto le coperte facendo un veloce controllo al resto del corpo. Le gambe erano indolenzite, ma a parte la spalla e il principio di mal di testa non provò nessun altro dolore. Facendo leva con l'altro braccio, si mise a sedere e portando le lunghe gambe oltre il bordo del letto si stupì di quanto fosse piccolo in confronto a lui. Tenendo l'arto ferito vicino al corpo, allungò l'altra mano fino al bicchiere avvicinandolo alla bocca screpolata ed ingollando l'acqua fresca che conteneva. Quando lo posò di nuovo al suo posto, lì accanto notò un piccolo bozzolo di garze.
Un proiettile d'argento. Quei cacciatori sapevano a cosa stavano dando la caccia.Inspirò profondamente, respirando il profumo di quella casa. Percepì di nuovo l'odore del disinfettante e intuì che non doveva trovarsi li da molto tempo.
Da quanto tempo si trovava in quella casa? Quei cacciatori erano ancora sulle sue tracce?Cercando di non perdere l'equilibrio, si tirò in piedi. Ora aveva una visuale migliore della camera e non impiegò molto tempo ad individuare i vestiti ben piegati su una delle sedie presenti. Tendendo l'orecchio per ogni eventualità, compì i primi trascinati passi. Erano abiti da lavoro. Sollevandoli si sorprese nello scoprire che, anche se un po' stretti, gli sarebbero comunque entrati. Si guardò ancora attorno cercando di immaginare chi abitasse quella piccola dimora. Amico o nemico?
Aprì la porta socchiusa e trovò ad accoglierlo un piccolo soggiorno che dava su un'altrettanta piccola cucina. Il fuoco scoppiettava, ma né lì né all'esterno pareva esserci il padrone di casa. Pensando al da farsi, decise di approfittare dell'ospitalità che gli aveva offerto e raccogliendo i vestiti messi a sua disposizione, si chiuse nel bagno collegato.
Dopo aver svuotato la vescica si concesse una breve, ma ristoratrice doccia. In questo modo si diede la possibilità di controllare meglio la ferita alla spalla e tranquillizzarsi ulteriormente. Stava guarendo in fretta. Sorrise fra sé, soddisfatto dai suoi stessi geni, ma la sua ilarità durò meno di un soffio. Sentì la porta di casa sbattere e una voce femminile canticchiare una canzoncina tutta sua. Si pietrificò, trattenendo il respiro.
Se si fosse trattato davvero solo di una femmina, non avrebbe avuto grossi problemi. O almeno così sperava. Con praticità si asciugò e mentre ascoltava i vivi rumori, si affrettò a vestirsi mettendosi poi in allerta accanto alla porta. Cercò di carpire più informazioni possibili. Sapeva di trovarsi in presenza di una femmina per il momento. Si doveva trovare in prossimità del luogo in cui era stato ferito, ma non sapeva se poteva ritenerla un'alleata o no. I minuti passavano, così come le immagini nella sua mente. Come prima cosa avrebbe dovuto chiamare Casa, poi avrebbe pensato al resto.

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Warg
Werewolf[IN REVISIONE] Prima storia della serie Warg's Blood. Deirdre ha ventitré anni, una vecchia casa e l'abitudine di accudire ogni genere di animale ferito che trova sulla sua strada. Dopo la morte della nonna, la sua vita, fatta di casa e lavoro, c...