Capitolo 24 - Vertigini

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Con la finestra aperta e il vento fresco che le scompigliava leggermente i capelli, era rimasta gran parte della notte e della mattinata con lo sguardo fisso sull'ingresso della radura.

Erano passate due settimane e non vi erano state notizie di Soren.

Nessuna telefonata.

Nessun messaggio.

Nulla.

La preoccupazione, ormai, aveva lasciato il posto al terrore.

Nella sua mente vorticavano varie possibilità: poteva aver perso il telefono, potevano essere in mezzo ad una foresta senza segnale, poteva aver deciso lui stesso di non chiamare per non farsi intercettare o nel peggiore dei casi, quello che la terrorizzava di più di tutte le possibilità, potevano essere stati attaccati.

Strinse la stoffa del vestito leggero nei pugni, cercando di mantenere il controllo delle sue emozioni.

Raddrizzò il capo facendosi forza, il branco aveva già i suoi problemi non avevano bisogno di un crollo emotivo da parte sua.

−Sei ancora qui?

Prese una profonda boccata d'aria, per poi rilasciarla lentamente e tirare le labbra in un sorriso.

−Ti sorprende?

Kelle incrociò le braccia al petto, picchiettando il piede impaziente e sollevando gli occhi al cielo, puntò lo sguardo annoiato sulla ragazza.

−Senza offesa, ma sei abbastanza monotona.

Deirdre si voltò a guardarla e anche se non voleva ammetterlo nemmeno a sé stessa, poteva vedere sulla warg gli effetti della preoccupazione.

−Hai notato qualcosa di strano?

−A parte tu che frigni come una ragazzina a cui hanno rubato l'orsacchiotto?

In quelle due settimane aveva imparato a convivere con le uscite pungenti della donna e sapeva che se le avesse dato anche solo la soddisfazione di vederla irritata, l'avrebbe data vinta alla bionda.

−A parte questo, sì.

Lo sguardo di Kelle si fece più serio.

−Hanno trovato delle tracce di alcuni intrusi al confine della città.

Si alzò velocemente e seguita a ruota dalla femmina warg, si avviò verso l'ingresso della casa.

−Potrebbero far parte del branco di nomadi di mio nonno.

−Marrok lo ha già informato ed è andato a controllare: non ha riconosciuto nessun odore.

−Quando è successo?

−Ieri.

Alla sua risposta, l'umana si voltò di scatto aggredendola con gli occhi pieni di rabbia.

−Ieri?! Per quale assurda ragione nessuno mi ha detto niente?!

Rimuginando sul perché Marrok avesse preso la decisione di tenerla all'oscuro di tutto, percorse frenetica l'ultimo pezzo di strada che le separava dalla casa del beta e proprio alla sua porta bussò con colpi bruschi.

Quando il secondo in comando aprì la porta e se la trovò davanti e non fu in grado di aprir bocca che lo inchiodò con lo sguardo.

−Spiegami.

L'uomo lanciò uno sguardo gelido a Kelle, le aveva ordinato di non dirle nulla per non causarle altro stress, ma la femmina era troppo testarda per dar ascolto a qualcuno che non fosse Søren o sé stessa.

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