7.

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Søren

Erano di nuovo in partenza. La pioggia torrenziale aveva lasciato spazio ad una leggera pioggerellina, permettendo così al profumo della terra di disperdersi nell'aria.

«Siete sicuri di non voler rimanere un altro po'?» Adair gli sorrise mentre un'apprensiva Lilias rivolgeva loro quella domanda. Ricambiò il sorriso.

Aveva conosciuto la sentinella dopo il suo ritorno dal college e, dopo Marrok, era uno dei suoi amici più fidati. Era poco più basso di lui e le sue origini teutoniche si riflettevano nei capelli color grano e negli occhi cerulei.

«Søren ha ragione: meglio partire e arrivare prima che faccia troppo buio.» Lanciò un'occhiata alla femmina accanto a lui, sorpreso di trovarla così accomodante con la sua decisione. Aveva passato l'intera mattinata a parlare con Adair dell'attacco che aveva subìto, spiegandogli la sua intenzione di ripristinare le ronde sul territorio. Lilias aveva insistito per farli rimanere a pranzo e, dopo un intero pomeriggio passato a coccolare la sua compagna di viaggio, aveva insistito ancora per farli rimanere a cena. Si era opposto con gran convinzione, ma il profumo che aveva sentito uscire dalla cucina pochi istanti dopo l'avevano fatto desistere.

Durante la cena la warg, tra un argomento e l'altro, gli aveva rifilato velate insinuazioni sul rapporto che legava lui e Deirdre. La risata dell'amico, che era scoppiata nell'aria appena l'aveva visto incupirsi, gli risuonava ancora nelle orecchie. Insinuazioni sciocche e prive di fondamenta. Ecco cos'erano. Solo questo.

«Beh, se lo dici tu. Chiamami appena ti sarai sistemata, ok?» Sospirò spazientito dalla drammaticità con cui Lilias abbracciò la ragazza. Nemmeno stesse andando in battaglia. Protese una mano nella loro direzione e fece tintinnare le chiavi dell'auto attirando la loro attenzione.

«Andiamo.»

Al suo richiamo, Deirdre sbuffò sorridendo a Lilias, che a sua volta, ricambiò dolcemente. Irritanti.

Senza dire una parola, fece un ultimo cenno alla coppia e salì in macchina, seguito a ruota dall'umana che sprofondò nel sedile mentre alzava il riscaldamento al massimo. Sorpreso notò come, per tutta la durata del viaggio, rispettò il suo silenzio sonnecchiando serena al suo fianco. Dopo quella sosta l'aveva trovata molto più tranquilla come se l'acqua calda l'avesse rigenerata, sia nel corpo che nell'anima.

Il rumore sordo del motore riempiva l'abitacolo accompagnando i suoi pensieri. Era stato lontano dal branco molto più del dovuto, eppure non se ne preoccupava. Marrok oltre ad essere un buon amico, era anche un buon Secondo e non aveva alcun dubbio che sul fatto che fosse riuscito a gestire la situazione nel migliore dei modi. No, certamente la sua prolungata assenza non lo preoccupava. Al contrario, la sua preoccupazione era concentrata su quella che, di lì a poco, sarebbe diventata la "nuova arrivata".

Gran parte del suo branco non aveva nessun problema con di nuovi membri, ma vi erano quelle poche mele marce che avrebbero potuto crearle dei problemi venendo a conoscenza del suo rapporto con il cacciatore.

Mentre imboccava la strada che li avrebbe condotti alla cittadina, in lontananza poté già scorgere le prime case. Deirdre scelse quel momento per destarsi, sfregandosi gli occhi e guardando dritta di fronte a sé con sguardo assonnato.

«Siamo arrivati?»

Per alcuni attimi, rivolse il suo sguardo su di lei, incontrando i suoi occhi. L'oscurità e le luci fioche dei lampioni avevano mutato il colore delle sue iridi lasciando che il grigio predominasse sul verde salvia.

«Sì.» 

Ascoltando il suo respiro, proseguì lungo la strada che attraversava la cittadina e svolto nella stradina sterrata che li avrebbe condotti alla grande casa di sua proprietà.

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