6. Potrò sopravvivere a lui?

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Mentre siamo tutti seduti nel salone a parlare suona il campanello e la domestica della casa va ad aprire allontanandosi educatamente dal tavolo <<Signore dice di essere un certo Jason, gli apro?>> chiede esitate ancora con il citofono in mano, a cavallo la gamba alzandomi dalla sedia <<È il mio fidanzato>> la informo con un sorriso, lei annuisce ed apre la porta <<Si accomodi>> Jason entra con il suo solito completo elegante <<Buonasera a tutti>> saluta cordialmente senza un accenno di imbarazzo ma d'altronde lui fa parte di questo mondo, è cresciuto dell'eleganza e formalità.

Gli vado incontro per accoglierlo <<Ei>> mi circonda la vita <<Ei tesoro>> dice prima di darmi un casto bacio sulle labbra, appena però appoggia le labbra sulle mie sento dietro di noi -forse troppo vicino- qualcuno che si schiarisce la gola, ci giriamo e quasi mi si mozza il fiato <<David Anderson>> cosa ci fa qui in piedi?
Si presenta prepotentemente e lui è tutto fuorché maleducato. Ti ha dato fastidio qualcosa David?

<<Jason, Jason Smith.>> gli risponde freddo di rimando fissandosi negli occhi...chissà cosa gli passa per la testa a Jason, lui ovviamente non sa chi é ma non lo so, é come se si stessero sfidando. <<Ei aspetta. Ma tu sei lo Smith dell'industria Smith?>> ci giriamo tutti verso Marcus, mentre Jason gli sorride <<Si sono io. O meglio, sono il figlio del fondatore della Smith & Co.>> Marcus si alza dal tavolo per andargli in contro <<Che onore ragazzo! Io sono Marcus Brown e ho affidato a voi un sacco di appartamenti.>>
<<Ma davvero? Ne sono onorato allora.>>
<<Si guarda vieni, ti faccio vedere una cosa, andiamo nel mio studio>> gli dice mentre spariscono dalla stanza e a me viene quasi da ridere ma se lo stavo per fare, l'occhiataccia infiammata di David mo fa cambiare totalmente idea.

Al ritorno di Jason e Marcus ci siamo accomodati a tavola: Marcus a capotavola con accanto la moglie e dall'altra parte ha un posto vuoto che da quello che ho capito é dell'altro suo figlio che però non è presente, io invece sono seduta fra Jason e Olly mentre -per mia fortuna- difronte ho Elena e David.

<<Soraya>> prende la mia attenzione Maria <<Se non sono indiscreta posso chiedervi come vi siete conosciuti? Sai sono un inguaribile romantica e voi due, be' siete così carini insieme>> tossisco a disagio ed eccomi qua, mi è andato di traverso uno spaghetto!

<<Emh..ecco si, grazie>> sospiro <<allora, ero in un periodo no della mia vita. Alcuni mesi prima di conoscerlo avevo vissuto una brutta rottura>> devastante rottura, passo velocemente lo sguardo su David che sapendo di star parlando di lui abbassa lo sguardo sul suo piatto mezzo vuoto <<e una sera, il giorno del mio 24 compleanno, Olly mi costrinse ad uscire ma nel vero senso della parola eh! Mi trascinò con tutto il pigiama fuori la porta e poi mi cambiò in macchina ondevitare che tornassi a casa ridacchio a quel ricordo- la furbetta mi portò all'addio al nubilato di non so chi, quando gli chiesi chi si sposava nemmeno lei lo sapeva mi rispose
"ma che ti frega qua é pieno di uomini, portatene a casa uno come regalo di compleanno e scartalo a dovere!">> racconto suscitando alcune risate <<Anche io vorrei un Olly nella mia vita>> ridacchia Elena e quasi arriccio il naso per il fastidio, hai già una parte di me.

<<Eh sì, comunque cominciammo a bere e Olly si allontanò ed io rimasi lì, sul bancone a fissare un punto impreciso e poi arrivó Jason che si sedette sullo sgabello accanto al mio e iniziò a corteggiarmi facendomi ridere per tutto il resto della serata. Arrivati alla fine della festa allora decisi di fare come Olly mi aveva suggerito...mi sono portata il regalo a casa e...>> Jason mi interrompe prendendo la mia mano sul tavolo incrociandola con la sua <<e poi dopo quella notte non sono più stato in grado di staccarmi da lei.>> conclude al mio posto. Come se fosse una calamita il mio pensiero va a David e stupidamente non resisto all'istinto e volto lo sguardo su di lui, quasi mi si mozza il fiato appena il suo sguardo spento mi giudica in silenzio, ci fissiamo, è serio, si é morso un labbro e io mi sono già persa nei suoi occhi quando lui distoglie lo sguardo e si riempie il bicchiere di vino <<Che dolce, si vede che ti ama tanto>> squittisce Elena mentre mi guarda, David all'udire quelle ultime parole deglutisce e con fare nervoso si slaccia un bottone della camicia facendo intravedere una parte di inchiostro che io non ho mai visto. Con cosa hai marchiato la tua pelle?

<<Scusatemi, vado un secondo a darmi una rinfrescata>> Maria mi indica subito la direzione.

Salgo le scale e mi ritrovo tre stanze sulla destra, ha detto subito quindi sarà la prima porta. Ah no é una bellissima camera da letto, faccio per richiudere la porta ma un'oggetto cattura la mia attenzione <<È la collana che gli ho regalato>> sussurro sorpresa. Dopo qualche secondo di destabilizzazione capisco che quella é la sua, la loro stanza, un crampo mi invade lo stomaco, rimango a guardare quel letto grande con tre cuscini, già...se David non ha due cuscini non riesce a dormire bene.
Sento dei passi dietro di me, cavolo fammi chiudere chissà chi é e cosa penserebbe se mi trovasse a curiosare in casa loro!

Mentre chiudo la porta qualcuno si schiarisce la gola alle mie spalle e sono sicura di essere stata colta in flagrante, maledizione che figuraccia. Mentre mi giro esclamo dispiaciuta <<Scusi, ero sicura fosse il bagno>> ma chi mi ritrovo davanti è proprio il proprietario della stanza <<Già.>> asserisce freddo con le mani nelle tasche dei pantaloni eleganti mentre mi fissa silenzioso <<David cosa ci fai qua?>> chiedo sorpresa ma poi mi sento una stupida, lui ci vive qui <<cioè non dico qui...nel senso qui, qui. -dio santo cosa sto blaterando- Nel senso, perché sei salito.>> e se io vorrei mettermi a piangere lui alza l'angolo della bocca in un ghigno divertito per la mia uscita impacciata, si avvicina di qualche passo, io di rimando mi allontano <<Non scappare.>> la sua voce così seria e roca è musica per le mie orecchie <<Non sto scappando>> bugiarda, <<A me sembra di si>> ribatte mentre compie altri due passi ed io ne faccio altri due indietro <<Mi proteggo>> storce il naso <<E da chi? Da me? Da ciò che provi quando ti sto vicino?>> ho esaurito lo spazio, il muro alla mia schiena me lo conferma e David ora mi tiene intrappola fra le sue braccia tese verso di esso.

Inclina la testa per posare il viso fra i miei capelli, sento il suo respiro pesante <<Hai il suo odore addosso.>> sputa sprezzante sulla mia pelle bollente <<Non sei più la mia Supergirl. Ora sai di stronzo damerino del cazzo.>> supergirl... è il modo in cui mi chiamava sempre, diceva che ero la ragazza più forte e allegra che aveva mai conosciuto. Credo di non riuscire più a respirare, mi sta fottendo il cervello, cosa vuole da me? Non riesco a dire nulla, ci provo ma le parole mi muoiono in bocca.
<<Mi sta facendo impazzire tutto questo>> sussurra mentre accarezza la nuca sotto ai miei capelli, il suo tocco è lava, mi ustiona la pelle <<C-cosa?>> chiedo non capendo dove voglia parare, abbasso la testa per non fumare i suoi occhi ma lui la rialza e la tiene ferma con la sua mano possente ricoperta d'inchiostro <<impazzisco quando ti tocca, ti bacia e cristo quando ti ha stretto la mano e se l'é portata sulla sua gamba->> si ammutolisce, da una botta sul muro poco più sopra della mia testa imprecando. Mi sento quasi entusiasta per il suo comportamento, sembra geloso e il mio stupido cuore sta ballando la samba ma non posso farmi strane idee, lui anche sta con un'altra persona e questo mi porta un'irritazione notevole <<può farmi ciò che vuole, sto con lui. Come tu stai con Elena.>> dico tagliente, rizza il capo guardandomi come se volesse fare una strage ed io vorrei afferrare la sua testa e spingerlo sulle mie labbra.

<<Sono stato io il primo a baciare la tua pelle>> sussurra sfiorandomi il collo con le labbra <<la tua bellissima pelle che profuma di muschio e lavanda, il primo con cui hai fatto l'amore e il primo ad averti amata.>> continua mentre lascia un bacio umido alla base dell'orecchio, mi sento morire, accarezza le mie labbra schiuse e desiderose di sentire di nuovo il suo sapore. Vorrei venerare il suo corpo come anni fa, scoprire cosa ha tatuato sul petto e leccarne i contorni vorrei...vorrei e vorrei tante cose ma la rabbia per avermi lasciata da sola regna su ogni desiderio io possa avere <<pensa, eri e potevi essere l'unico invece sei diventato solo il primo di una lunga serie, ora vattene. Anzi me ne vado io.>> gli metto una mano sul petto per scansarlo e passare, faccio il primo gradino per scendere quando la sua mano stringe il mio braccio all'altezza del gomito, roteo su di lui, mi trovo nelle sue braccia che circondano la mia vita <<Ascoltami bene Soraya>> affonda le dita nella mia carne dietro la schiena e fissa le mie labbra <<queste>> me le pizzica <<queste labbra sono mie>> senza darmi modo di replicare mi bacia e il mio cuore manca un battito per poi ripartire a battere veloce. Rispondo alle sue labbra con desiderio, socchiudo la bocca per far entrare la sua lingua e lasciarla danzare con la mia. In questo bacio ci stiamo lasciando la nostra rabbia, delusione, amore, e tutto il rancore che portiamo nei nostri confronti ma soprattutto questo bacio significa che <<Non devi proteggerti da me perché io non ti ho mai dimenticata>> si stacca dalla mia bocca posando la forte sulla mia. Ho il respiro mozzato, il cervello in pappa e il cuore in fiamme, posso sopravvivere a questo? Perché la mia anima se l'è portata con sé quella sera e non me l'ha mai restituita.

L'amour ToujoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora