"Ci sono persone che entrano nella tua vita per farti felice e altre per cambiare la tua idea di felicità.
E non è la stessa cosa."(Fabrizio Caramagna)
<<Zucchero filato.>> le mormorai all'orecchio ancora ansimante mentre come un fottuto bastardo fortunato mi beavo del profumo della sua pelle.
Era quello l'odore predominante delle mie giornate quando ancora io e Soraya eravamo una coppia.
Mi svegliavo la mattina con le narici buongustaie immerse fra le sue ciocche castane, ne inalavo una buona dose purché fosse abbastanza per poterla sentire con me in sua assenza.
Lei ogni volta rideva prendendomi in giro -stronza- mi diceva sempre di essere esagerato, troppo sdolcinato dall'uomo che aveva conosciuto due anni prima, che qualunque cosa accadesse o in qualsiasi posto mi trovassi lei era con me, senza qualcosa di suo addosso, perché lei era dentro di me, in ogni particella del mio corpo.
Ma potete per caso biasimarmi di aver avuto costantemente la paura di perderla?
Ogni volta le credevo, uscivo per andare a lavoro con la consapevolezza di tornare a casa e sentire di nuovo quel profumo dolce, quasi ancora bambinesco, alleggiare fra le pareti.
<<Smettila! Mi fai il solletico!>> mi riprese fra le risa assonnate mentre la svegliai leccandole la curva morbida sotto la mandibola, era abbastanza irritabile la mattina e a me piaceva stuzzicarla.
<<Allora tu non essere così perfetta al mio risveglio.>> le sussurrai poi accarezzandole il fianco.
<<Non sono perfetta>> arrossì imbarazzata come sempre ai miei complimenti <<lo sei>> le baciai il collo <<guardati, senti il tuo profumo>> la annusai <<sai di innocenza eppure i tuoi occhi, in questo momento, mi stanno dicendo di scoparti come si deve.>>Era vero e glielo dissi proprio per metterla ancora più in imbarazzo facendomi eccitare.
<<La finisci con questa storia del mio profumo?>> storse il naso irritata mostrando una reazione diversa da quella che avrei voluto <<non mi piace e lo sai.>>Alzai gli occhi al cielo, odiava il mio pensiero che un giorno tra di noi potesse finire e avrei potuto rimpiangere ogni momento perso senza rubare qualcosa di lei per conservarlo dentro di me.
<<Non sono abituato alla felicità, so che non mi sarà concessa ancora per molto.>> allontanai le mani dal suo corpo per mettermi seduto.
<<David. Guardami.>> la sua voce era seria ma aveva anche una nota ansiosa, l'assecondai e mi presi qualche secondo per ammirare quelle due palline di un verde scuro tendente al marroncino chiaro <<non avrai mai bisogno di ricordare che profumo io porti perché potrai sentirlo ogni giorno, su di me. Non ti lascio David.>>
Strano come la vita si diverta a giocare con i fili flebili delle nostre emozioni.
Alla fine è successo ciò di cui avevo più paura: la sua assenza.
Lo sapevo, me lo sentivo. Non che sia un veggente o che abbia avuto chissà quali traumi infantili ma ero stato cresciuto da due genitori ricchi che non hanno mai smesso di essere figli, come potevano mai ricoprire il ruolo di madre e padre?
Cercai le loro attenzioni uscendo la sera già all'età di quattordici anni con gente poco raccomandabile, a volte non tornavo, altre rientravo ubriaco o fatto di qualche canna d'erba ma niente. Nessuna punizione, nessuna ramanzina, nessuna preoccupazione per ciò che un ragazzo in piena adolescenza stesse inducendo una vita non adatta e non salutare.
Crescendo ho avuto un sacco di donne alcune più importanti -per qualche mese- non cercavo una storia d'amore perché ne avevo provate davvero tante credetemi, ma nessuna mi ha mai reso felice.
Non avevo mai conosciuto la felicità, non avevo mai trovato una persona che si prendesse cura di me oltre a nonna Clara, nessuna persona per cui valeva la pena giocarsi il cuore.
E quando finalmente ho assaporato quella meravigliosa sensazione ero terrorizzato al pensiero che sarebbe potuto sfuggirmi di mano, avevo qualcosa da perdere per la prima volta nella mia vita.
E adesso mentre le accarezzo i soffici capelli sul mio petto sul lettino di questa SPA mentre lei fissa pensierosa e appagata la vista dalla grande finestra penso solo a quanti pochi minuti ci siano rimasti prima di tornare alla realtà, dove io sto con un'altra donna.
Elena...Elena non si merita tutto questo, come ho detto a Soraya mi sento in colpa, mi odio per questo. È una ragazza un po' succinta e a volte anche un po' superficiale ma è buona, mi ha dato tanto da quando stiamo insieme ed io la sto ripagando con il tradimento.
Sono una testa di cazzo egoista perché seppur mi riempia di buoni preconcetti e perbenismi io non smetto di desiderare la mia felicità, e se adesso non avremmo dovuto alzarci per uscire di qui prima che ci venissero a cercare avrei preso di nuovo Soraya e l'avrei scopata ancora, ancora e ancora, finché non mi avrebbe sentito dentro di lei anche quando fosse da sola.
E sono anche un codardo del cazzo perché preferisco chiudere gli occhi, aprire la porta e filare via come un verme verso la mia fidanzata invece di rimanere lì ad ascoltare ciò che Soraya stesse per dirmi.
Eccomi! 💚
Seconda parte di ciò che David ha per la testa.
Che ne pensate?
Vi sta piacendo la storia?
Domani torno con un capitolo normale 😘
Se vi va lasciate una stellina ⭐
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L'amour Toujours
ChickLitQuante volte le strade di due persone possono dividersi e poi ritrovarsi? A volte il filo rosso tra due persone può sgretolarsi ma non si romperà mai. Soraya: una donna molto giovane che nella vita ha avuto le palle di crearsi un futuro limpido e...