Confusione totale

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Talia passò la mano sul messaggio Iride e sospirò.
Quello che le aveva detto Annabeth non le piaceva e sicuramente non le piaceva il fatto che Percy stesse cominciando a dare di matto.
Sperava sul serio che quello del cugino fosse solo un momento no.

E poi...dei egizi?

Questa poi...

Talia si chiese se suo padre ne sapeva qualcosa o se i loro dei erano ignoranti in materia.

Inoltre...perché dare la colpa a questo Carter Kane sulla sparizione di questo ragazzo inglese, ragazzo che aveva rapito lei su ordine di Ecate poi?

Scosse il capo e lasciò la sua tenda per raggiungere quella in cui tenevano prigioniero il ragazzo.

Era ormai diverso tempo che l'avevano preso con loro ed erano ritornate in America, non avevano ancora raggiunto New York ma aveva calcolato altri tre o quattro giorni prima di arrivare al luogo di incontro con la dea della Magia.

Ovviamente stavano viaggiando via terra, sfruttando i boschi e fermandosi con le tende quando dovevano, come facevano sempre.
Avevano viaggiato per un paio di settimane via mare e avevano dovuto affittare un imbarcazione perché sarebbe stato difficile viaggiare con un prigioniero senza dare spiegazioni.

Entrò nella piccola tenda in cui lo tenevano e sospirò.

Era disteso su una coperta, una corda gli teneva le mani legate davanti, quella stessa corda era legata ad un chiodo piantato nel terreno ed era bendato.
Mentre erano fermi nel bosco ed era all'interno della tenda, almeno secondo lei, non era necessario tenerlo bendato, non c'era granché da vedere insomma.

Era strano per Talia. In parte gli ricordava Luke Castellan, forse per via dei capelli e della pelle chiara, ma in parte, il suo sguardo per lo meno, la faceva pensare a Percy.
Aveva quello stesso sguardo malinconico e rassegnato. Di chi accetta il suo destino senza poterci fare granché. 

E se prima aveva avuto dei dubbi sul consegnarlo ad Ecate, dopo aver sentito Annabeth ne era ancora più convinta.
Sapeva che rischiava di disobbedire ad un ordine diretto di Artemide ma se si fosse spiegata la dea l'avrebbe appoggiata, ne era sicura.

- Sei sveglio? - chiese.

Lui spostò la testa, seguendo la sua voce.

Talia si avvicinò e lo aiutò a mettersi seduto per poi togliergli la benda.

Lo guardò: con i capelli in disordine e i vestiti sgualciti aveva un'aria più sbarazzina e quasi gli dispiaceva di averlo folgorato la prima volta che l'aveva visto.
Dopotutto, anche se Talia aveva rinunciato alla compagnia degli uomini quando era diventata una cacciatrice, Draco era oggettivamente un bel ragazzo.

- Ti devo parlare -

- Sei l'unica che mi parla- rispose lui - Le altre sembrano odiarmi, come se io avessi fatto qualcosa a voi e non viceversa -

- Siamo solo ostili con gli uomini, te l'ho detto -

- E io ti ripeto che non ho scelto di essere qui - ribattè Draco alzando le mani a mostrare la corda che glieli stringeva.

Lui si mise a gambe incrociate, imitandola.

- Posso parlare o continuerai a fare l'antipatico? - chiese Talia guardandolo storto.

- Non che ho molta scelta -

- Conosci un certo Carter Kane? -

Draco scosse il capo.
Come a tutte le domande che lei gli aveva posto in quei giorni che erano stati insieme.

- Dei Egizi? -

- Mai sentiti. Non sapevo nemmeno esistessero gli dei -

Alla fine Talia decise di rivelargli quello che le aveva detto Annabeth.

- A quanto pare questo Carter Kane è stato incolpato da non so chi di averti rapito. Chiunque l'ha detto è riuscito a portare i tuoi amici in America per fargli scatenare una guerra per la tua libertà-

Draco aggrottò le sopracciglia.

- Amici? Non ne ho te lo assicuro -

- Bè amici o non, altri maghi come te stanno facendo la guerra a questo Carter e i miei amici sono stati coinvolti -

Fu lui a guardarla storto, questa volta.

- Ripeto...voi mi avete rapito - l'accusò - Risolvitela da sola la situazione -

Poi decise di stendersi di nuovo e si girò dal lato opposto a Talia, dandole le spalle.
Chiaro segno che aveva smesso di parlarle.
Per lui la questione era bella che chiusa.

Non aveva chiesto né di essere rapito, né di essere salvato. La sua stramaledetta vita non era mai stata realmente sua, avevano sempre preso gli altri le decisioni per lui e si era dovuto adattare, senza diritto di replica: suo padre, Voldemort, sua zia...e ora questa strana ragazza con gli abiti d'argento e l'aria di una che non aveva paura della morte l'aveva rapito e ora lo accusava di aver scatenato una guerra.
Di bene in meglio, insomma.

- Perché non cerchiamo di aiutarci a vicenda? - chiese Talia.

- Io non ti sto andando contro nè altro. Non puoi chiedere davvero una cosa del genere ad una persona che tieni prigioniera da settimane! Non mi sento nemmeno più le dita delle mani dannazione! -

La cacciatrice a quel punto gli gattonò intorno per guardarlo in faccia.

- Se ti slego, e tu non provi a scappare, proviamo a capirci qualcosa prima di raggiungere mio cugino e la mia migliore amica? - propose lei.

Non che avesse modo di andare da qualche parte.
Non sapeva dove si trovava ed era comunque circondato da ragazze armate di arco e pugnali. Legato o non, non poteva scappare nemmeno volendo.

Si sedette di nuovo e gli allungò le mani.

Talia annuì e prese a sciogliergli i nodi che lo costringevano ormai da parecchio.

Una volta libero, Draco si massaggiò i polsi segnati e doloranti.

- Allora partiamo da un'altra teoria- fece la ragazza- Chi potrebbe avercela con te da fare tutto questo? -

Il mago rise divertito.

- Scherzi? Prendi carta e penna, la lista è bella lunga -


Exousía TheïkósDove le storie prendono vita. Scoprilo ora